Capitolo 12

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Sciokkati dalla situation, rimaniamo per una mangiata di secondi in silenzio: in pochissimo tempo avevo raccontato troppo di me ad Hade, anzi ... A MALFOYYY!! D:

come avrei fatto a riguardarlo negli occhi sapendo di essermi messa a mia insaputa così tanto a nudo?!

Lui sembra fare il mio stesso pensiero, ma stranamente non mi ride in facca. Una smorfia corrucciata compare sul suo volto, e ad alta voce dice: "Dai muoviti, ti aiuto io a sdraiarti e poi questa cosa rimarrà per sempre solo fra di noi, altrimenti mi verrebbe tropo facile ricattarti."

Per la prima volta nn oso fiatare e faccio come mi dice lui. Sono troppo in imbarazzo per reagire.

Mi passa un braccio sotto l'ascella e l'altro sopra la spalla, con fin troppa facilità mi solleva impiedi e mi appoggia sul letto. Il tempo di toccare il lenzuolo e lui non c'è più.

Sono di nuovo sola: "Grazie" dico al nulla sottovoce con fare sarcastico ... non mela spettavo.

Mi sdraio e ripenso a quello che è appena successo: sentimenti contrastanti si agitano in me. Lo odio, ma poteva sicuramnete comportarsi peggio di così, e la sua presa ... si beh, la sua presa diciamo che mi ha ... che mi ha stupito ecco. Sento le falene agitarsi nella pancia.

Mentre penso a lui, mi addormento pensando a lui.

l'indomani mattina, mi sento meglio e mi alzo dal letto senza troppi sforzi.

Madamadorè mi dice che posso pure tornare alla mia stanza, e così faccio. Lungo il tragitto becco Gennifer, Cheit e Maria. Diventano bianche appena incrociano il mio sguardo, ma essendo in tre si fanno forza e cominciano a bullizzarmi. Non ci metto molto a zittirle e ad umiliarle davanti a tutti, così riprendo la strada verso il mio letto.

Nessuno mi cerca per tre giorni: solo i professori vengono ogni tanto a controllare il mio status e mi concedono gentilmente una bacchetta di scorta. Quando finalmente mi decido ad uscire dal mio bunker, odo voci di corridoio che dicono che malfoy non si vede in giro da un pezzo. Mi chiedo perché la notizia mi colpisca tanto, squoto la testa per allontanare il pensiero.

Non serve camminare ancora a lungo per capire come gli altri mi vedono e giudicano. Metterò subito in pratica il mio piano perché ho bisogni di tornare dal mio papo.

Silente ha da poco messo una grande coppa in sala grande dove solo i più grandi possono inserire il proprio nome perché uno strano cerhio magico intorno ad ello impedisce ai più piccoli di varcare quel piccolo territorio ... ma io so come fregarlo. ;) Scrivo HARRY POTTER e, mentre nessuno mi guarda, getto il folietto con un bel WINGWARDIUM LEVIOSA nel fuoco blu. Quando capisco di avercela fatta, rido soddisfaciatamente sotto il baffo, ma non è fininita lì: per evitare di essere accusata, con un altro incantesimo convinco Giovanni ad andare da Giacomo per dire ad Aldo (figlio del preside dell'altra scuola) di aver fatto quello ho fatto io al mio posto. Così suo padre si prenderà la colpa al posto mio MUAHAHAHAH (risata da bedgirl).

Esco senza destare sospetti dal salone, e torno in camera: ormai delle lezioni non mi interessa più nada. Presa dalla noia, mi addormento e sogno mio padre:

siamo in una stanza grande, ampia e spaziosa. Ci sono 8 finestre rotte e con le serrande più rotte che non. In aria c'è uno strano odore di cassata e sanguinaccio che a me mi è molto familiare.

Papa è seduto sul suo seggiolone di legno massello massicio bordò, sta guardando qualcuno fuori dall'incuadratura.

È vestito totalmente di nero, ha una piccola tuta aderente che mostra la sua magrezza.

Non vedo nitidamente, ma mi sembra di intravedere una spece di pannolino banco per contenere la sua incontenezza. Povero, comè ridotto .... Harry potter ti ammazzo!!!1!!!!

Grigno i denti, fumo di rabbia.

Poi compare LUI.

Mai mi sarei aspettata di ritrovarmelo in un sogno, soprattutto a cospetto di mio papà. Non capisco se sia una visione o una sorta di mio strano desiderio, so solo che mi batte forte forte il quore.

È vestito di tuttopunto. A scuola mai si era presentato con tale eleganza. Mi ricorda vacamente una di quelle statue grece che rappresentano le divinità grece.

Un fetore di menta si diffonde nell'aria. È buonissimo, mi viene voglia di avvicinarmi ad annusarlo tutto. Ma mi trattengo.

I suoi capelli biondissimi spigano nel buio oscuro di quello stanzone.

Sembra essersi preparato appuntino per Colui che non deve essere chiamato. Da dietro sembra particolarmente teso: anche se non vuole farlo vedere si capisce che in questa situazione non è a suo agio: qualcosa lo disturba.

Solo ora noto che in grembo mio padre porta IL MIO FRUTTETO.

*sospiro di soglievo*

Quando Draco parla la voce non è ferma pero è ben chiaro ciò che sta accadendo.

Infatti poco dopo mostra la parte dentro tra la mano e il gomito. Marcello si avvicina e gli fa il MARCHIO NERO.

DRACO È UNO DI NOI!!!1!

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