Chi era davvero Julia?

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6 aprile

“Sento ancora il tuo respiro su di me. Quella matta voglia di soffiarti sul naso. Le tue dolci labbra sfiorano le mie. E io le mordo dolcemente. Socchiudendo gli occhi e sperando che momenti così… torneranno. Ancora nel tempo. Finché la vita ci dirà che è troppo tardi per farlo di nuovo. Ma mai per sognarli. Mai per sognarli. Mi manchi Julia, mi manca il tuo sorriso e le tue lacrime. Quegli attimi che non finiscono mai. Vorrei presto poter urlare al mondo quanto ti amo, ma mi rendo conto che hai bisogno di tempo. E non posso negartelo. Ma guardati intorno, Julia. Io ti amo veramente, l’uomo che hai a fianco non ti vuole veramente bene. Altrimenti smetterebbe immediatamente di bere. Un uomo che si comporta in questo modo non vuole la tua felicità, ma la sua rovina. E la sua rovina sarà anche la tua. Scegli da che parte stare, Julia. Scegli tra il bene e il male. Scegli se continuare a soffrire o iniziare una nuova vita con me, Julia. Sognare con me non ti costerà nulla. Vivremo una vita senza paure, senza distacco. E quando ci saranno degli ostacoli da superare li supereremo insieme. Ogni volta che vorranno ferirti dovranno prima passare sul mio corpo. I regali di tenerezza che ti farò. Non posso portarti la luna Julia, ma ti darò una stella. Non posso dirti ti amo se tu non lo vuoi. Ma se sarà come spero, sono pronto a dirtelo in eterno. Ci sono momenti nella vita, in cui devi fare scelte che non vuoi, per persone che non desideri. Altre volte ti devi lasciar trasportare da decisioni che alla fine sono per il tuo bene. Tante volte invece, devi incassare e guardare avanti. Ma se sarai con me, Julia, sarà diverso. Non posso prometterti che non cadremo. Ma posso assicurarti che quando ci rialzeremo ci sarà il tramonto più bello. Mi manchi, Julia. Mi manchi da morire.”

Lo sguardo fisso sul foglio. Gli arti immobili. E il cuore calmo. I battiti erano lenti e controllati. Ma l’animo e la mente erano in tempesta. Il dolore per la perdita di Julia subiva l’affronto di un amante estremamente geloso della loro relazione. Un uomo che l’aveva plagiata. Plagiata fino a convincerla della colpevolezza di David. E forse non aveva tutti i torti. Ma questo non giustificava il suo comportamento. E le sue parole.
Rilesse la lettera immaginando la figura dell’uomo. Lo immaginò alto e intelligente, ma privo di scrupoli, morale ed etica. Strinse forte i pugni e socchiuse gli occhi.
Suonarono. Aprì la porta e Mick lo salutò, consegnandogli un fascicolo bianco. Se ne andò immediatamente dopo, raccomandandogli di non farne parola con nessuno.
Fuori c’era una leggera brezza e il vento trasportava le foglie con sagace delicatezza.
Si sedette alla poltrona e aprì il fascicolo.

Il vento, fuori, sembrava essersi calmato. David sfoglio alcune pagine. Le prime riportavano diverse foto del corpo di Julia sul bancone dell’obitorio. Le forme sinuose e ben strutturate, le unghie delle mani e dei piedi curati con estrema attenzione. Il viso dolce e simmetrico, i capelli ricci rossi. David deglutì e provò un senso di tristezza. Gli vennero in mente quegli attimi al telefono, quando Mick lo chiamò per dirgli di quello che era successo. Seduto davanti all’editore a parlare. La calma piatta. Poi l’incertezza e successivamente l’agitazione, la confusione. Lo stomaco dolorante, il cuore che batteva all’impazzata, le tempie che pulsavano con feroce velocità. La quiete si trasformava in tempesta. Lo scenario, tranquillo e pacato si tramutò in un incubo sconvolgente. Improvviso e inspiegabile. Ripensò alla porta dell’obitorio, la riluttanza a entrare, dettata da una paura senza freni. Quando entrò, quello che gli sì paro davanti agli occhi fu l’orrendo spettacolo che lo avvolse in mille emozioni. Dopo aver pianto, urlato ed essersi dimenato, riconobbe, in lacrime, il corpo. Sentiva di essere morto nell’anima.
Il funerale fu un tripudio di lacrime e abbracci. Volti tesi dal dolore sfilavano dalla chiesa fino al cimitero, dove David diede l’ultimo addio alla sua amata.
Il referto parlava di annegamento. Il lago fu setacciato in lungo e in largo. Secondo quanto stabilito da una nota dell’ufficio dello sceriffo della contea, Julia doveva essersi avventurata pericolosamente nel lago per tuffarsi e non risalire più. Il corpo fu poi involontariamente pescato con una grossa rete dal proprietario di una piccola barca, che aveva reciso la lunga corda intorno al collo e legata a un grosso masso. David fece fatica ad accettare la cosa inizialmente, e il suo rapporto con l’alcol peggiorò giorno dopo giorno.
Ma ora non era più così. La scoperta di un amante della donna gli aveva dato una nuova forza. La stessa che lo avrebbe allontanato dal demone della bottiglia, e che gli avrebbe permesso di gettare una nuova luce sulla sua oscura vita. Una forza che gli avrebbe dato la possibilità di cercare e scoprire chi fosse questo bastardo. L’avrebbe messo alle strette, lo avrebbe fatto confessare, e poi si sarebbe vendicato. Finalmente.

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