Tra le righe

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Erano le otto e dodici minuti. Era pronto per divorare un piatto a base di agnello e patate, quando bussarono alla porta. Rebecca? Mick, con una sera d’anticipo? Era, con grande felicità, Amberson.
“Detective Amberson, come va?”
David gli tese la mano, e lui, inspirando fortemente con il naso, la strinse forte.
“Non male, non male. Abita un po’ isolato, signor Moverman.”
Era scocciato, sembrava un rimprovero.
“Sì, ma prima o poi me ne andrò via da qui. Ha scoperto qualcosa?”
“Forse, signor Moverman. Forse. Dunque, dalle lettere non è emerso nulla. Essendo battute sulla macchina da scrivere, è impossibile risalire alla calligrafia. Niente impronte naturalmente e si tratta di comune carta da scrivere, niente di speciale. Ho indagato su quel Matthews, ma non è emerso proprio nulla. Niente matrimoni, niente figli. Ho ottenuto, non mi chieda come, una copia del referto dell’autopsia di sua moglie. Ma niente di più. Essendo stato classificato come suicidio non hanno fatto neanche un interrogatorio. Niente di niente.”

David stava riflettendo a braccia conserte, la schiena afflosciata sulla sedia.
“Questo significa niente sospetti e niente sospettati.”
“Questo significa, signor Moverman, che il signor Matthews, o lei stesso, potreste benissimo non avere nessun alibi per il giorno della morte di Julia, e nessuno vi chiederebbe niente. Almeno fino a quando il caso non sarà riaperto. Ma affinché questo sia possibile, è necessario trovare anche la più piccola prova.”
“E lei cosa ha trovato?”
“Potrebbe trattarsi di una coincidenza. Anche se, sinceramente, io non credo alle coincidenze.”
Amberson tirò fuori le lettere, e le appoggiò sul tavolino. David non riusciva a capire.
“E’ successo tutto per caso. La mia segretaria si è imbattuta in un libro. Ho dato una veloce sbirciata, e ho scoperto che molte delle frasi in esso presenti,sono scritte all’interno di quelle lettere.”
Il volto di David cambiò repentinamente espressione. E si fece ancora più incerto.
“Ne è sicuro?”
“Certo che sì.”
“E di chi è questo libro?”
“E’ il suo, signor Moverman.”

David era seduto sulla poltrona con le braccia conserte. Amberson era sulla veranda, e stava fumando una sigaretta. Nel volgere di pochi minuti, rientrò in casa.
“In sostanza, l’amante di Julia ha copiato le parole che ha usato nelle lettere... dai miei libri.”
“Esatto, signor Moverman. E’ proprio così.”
“E perché? Per prendersi gioco di me?”
“Perché lo fa ancora non lo sappiamo. Certo è che… così corre un bel rischio.”
“Che intende dire?”
“Forse niente. Ma ci porta a pensare una cosa. Che è un uomo accecato dall’amore, e lo ha fatto, forse, perché sapeva che sua moglie amava i suoi libri.”
“Sì, gli piacevano. Ma non così tanto.”
“Quanti ne ha scritti?”
“Solo due. Forse è meglio che dia un occhiata.”
“Sì. E lo farò anche io.”
Dave diede una letta veloce al suo primo libro. Si chiamava “Pene d’amore”. Un libro che raccontava di una meravigliosa storia d’amore tra due giovani. Lui e Julia. Ed effettivamente le frasi contenute nelle lettere erano state “rubate” da quel libro. Erano state copiate e riscritte alla rinfusa tra le varie lettere.

Quando Amberson finì di leggere alcune parti del secondo libro, glielo diede. Quest’altro l’aveva intitolato “Il fuoco dell’anima” e narrava della fine di una relazione tra due anziani coniugi durante la Seconda Guerra Mondiale. E anche in questo caso alcune frasi erano state “rubate” e trascritte nelle lettere.
Amberson si rivolse a David.
“Non le è mai venuto in mente?”
“No, non ci ho mai fatto caso. Forse ero troppo impegnato a bere. O forse… Non lo so neanche io.”
David si tirò la pelle vicino agli occhi.
“Crede che possa essere una pista, detective?”
“Una pista forse no. Ma è già qualcosa. C’è qualcuno, in particolare, che ha sempre apprezzato platealmente i suoi libri? Insomma, qualcuno che le abbia chiesto delle edizioni speciali, oppure le ha fatto pressioni per scrivere altri libri?”
“Può spiegarsi meglio?”
“Molti scrittori vengono continuamente pressati per scrivere altri libri, da fan un po’ troppo invadenti. In sostanza, da veri e propri mitomani. E molti arrivano a commettere anche dei crimini.”
David scosse il capo.
“No, non ho avuto tutto questo successo. Anzi, dal punto di vista economico, è stato uno spreco di tempo.”
“Comunque tenga gli occhi aperti. E mi comunichi anche il più piccolo particolare. Io cercherò di scoprire qualcos’altro. E prima che vada, la voglio avvertire del fatto che andrò a parlare con il signor Matthews e lo sceriffo Mitchum.”
“Per Matthews non c’è problema. Ma allo sceriffo Mitchum preferirei prima parlare personalmente. Lo vedo domani sera.”
“Bene. Allora domani andrò a trovare Matthwes e dopodomani lo sceriffo. E poi verrò da lei. D’accordo?”
“Sì, perfetto. Ah… detective Amberson. Si è fermato in città?”
“Sì, sono al motel di quella vecchia signora fuori città, sulla statale.”
“Se vuole, può fermarsi da me.”
“Preferisco di no, signor Moverman. Niente di personale. Comunque terrò conto della sua offerta, quando mi pagherà.”
Già, i soldi.
“Non desidera nessun anticipo?”
“Sarebbero duemila bigliettoni di anticipo... ma per lei farò uno strappo. Quando tutto sarà finito si metterà d’accordo con la mia segretaria.”
“Bene, grazie, allora. Ci vediamo signor Amberson.”
“A presto, signor Moverman.”
David era sulla veranda, e vide Amberson allontanarsi a bordo di una Cadillac grigia. Gli ispirava fiducia, era convinto che avrebbe potuto scoprire il vero amante di Julia. Ma allo stesso tempo, lo guardava con sospetto, ne prendeva le distanze. E cosa ancora più allarmante, puzzava di alcol lontano un miglio.

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