Era sera inoltrata. David e Rebecca erano sul letto, avvinghiati mentre si scambiavano amorevoli effusioni. Rebecca aveva un idea che la tormentava da tempo.
“Perché non ce ne andiamo da qui, Dave?”
L’uomo fu come impietrito.
“Per andare dove?”
“Non so, New York?”
“New York? Ma lo sai quanto è caotica?”
“No, non ci sono mai stata. Perché non ci lasciamo indietro questo… villaggio di case?”
“Non so, Rebecca. Non è una scelta facile. Una città come New York ha il suo fascino, ma ti risucchia senza che neanche te ne accorgi.”
“Forse è proprio questo che ci manca. Essere risucchiati in qualcosa. Occupare la mente. Svagarci. E non farebbe bene solo a me, Dave. Anche per te significherebbe molto. Magari ritroveresti l’ispirazione a scrivere a nuovi libri.”
L’ispirazione a scrivere nuovi libri. David fece un sorriso amaro. Rebecca si alzò.
“Vado a farmi una doccia.”
Mentre era sulla porta David le chiese:
“Rebecca. Ti ricordi quando hai riconosciuto il corpo di Julia?”
“Sì, perché?”
“Hai notato qualche ferita, qualche segno strano alla testa?”
“Uhm… No, no a dir la verità no. Perché me lo chiedi?”
“Niente. Non ha importanza.”Nicholas Sandman aveva parcheggiato poco lontano dalla casa del dottor Matthews. Quel paesaggio così boschivo lo affascinava immensamente. Arrivò fino alla porta di casa dello psicologo e suonò. Vide una tenda muoversi. Era in casa.
“Signor Sandman, che piacere ricevere la sua visita.”
I modi affabili dell’uomo lo rincuorarono immediatamente.
“Salve dottor Matthews.”
“Prego, entri.”
Matthwes lo fece accomodare su una poltrona di pelle finta. Non aveva mai visto la sua casa. Nonostante non avesse la fede al dito, era sicuro che la casa fosse stata arredata da una donna.
“Allora signor Sandman, a cosa devo il piacere?”
“Ecco… io… insomma, cerco di arrivare al punto. Custodisco un segreto, che mi sta tormentando, che mi sta togliendo il sonno, e vorrei confidarmi con lei.”
“Ma certo, signor Sandman, spero nulla di grave?”
“Conosco l’identità della persona che ha ucciso Julia Moverman.”Matthews tornò in soggiorno con una tazza di tè bollente. E con fare calmo si rivolse all’uomo.
“Quando lo ha scoperto?”
“Un mese e mezzo dopo il ritrovamento del cadavere. Ho paura per la mia famiglia, oltre che per me, capisce?”
“Siete stati minacciati?”
“La prima volta solo io, la seconda volta ci è stata inviata a casa una lettera anonima. Non ho fatto in tempo a nasconderla.”
“Quindi sua moglie e i suoi figli sanno tutto?”
“Sì. E forse è stato meglio saperlo così che trovarsi qualcuno in casa, magari di notte. Lei che ne pensa?”
“Le consiglio di lasciare la città, signor Sandman.”David era seduto sul divano, pensieroso. E adesso che avrebbe fatto? Se l’assassino lo pedinava, significava che era vicino alla verità. Ma non riusciva a coglierla. Qual’ è era il punto? Quale era l’elemento che aveva scatenato i nervi del nemico? Forse Amberson l’aveva capito, e non gliel’ aveva detto perché temeva colpi di testa, o voleva lavorare in pace. Il segno rosso sulla testa… i libri… era vicino alla verità e non l’aveva neanche capita.
Era passata una settimana. Nell’ufficio dello sceriffo, diversi agenti stavano commentando un calendario a luci rosse. Il telefono squillò con rabbia. Un agente sulla trentina, capelli castani a spazzola, dall’ aria sveglia, rispose.
“Ufficio dello sceriffo di Rosewood, agente Martens, chi parla?”
“Mi chiamo Aurora Newman… sono… la… donna della pulizie che… lavora in casa del signor Matthews.”
Il tono era concitato e impaurito. Dall’altro capo del telefono, l’agente riprese subito la parola.
“Signora che cos’è successo?”
“Il signor Matthews… lui è… oh mio Dio…”
“Stia calma signora Newman, mandiamo subito una pattuglia.”Nel giro di mezz’ora l’edificio era circondato da volanti dello sceriffo. La prima pattuglia era arrivata dopo circa quindici minuti, alcuni minuti dopo anche lo sceriffo Mitchum si era recato sul posto. All’interno dell’abitazione vi erano evidenti segni di colluttazione, alcune sedie erano per terra, due mobili a terra e il tavolino di vetro in mezzo al salone ridotto in mille pezzi. Il corpo del signor Matthwes disteso a terra, a faccia in giù, in una pozza di sangue. Mick era affianco al cadavere con le braccia conserte. La sua attenzione fu catturata da una giovane donna della scientifica intenta a prevelare un pezzo di stoffa vicino alla testa del defunto Matthwes. Mick le rivolse la parola.
“Temo che non sia dell’assassino.”
“Immagino, ma io faccio solo il mio lavoro.”, rispose lei. Mick riflettè un attimo, si toccò il mento e riprese a parlare.
“Il bossolo?”
“Nulla, abbiamo controllato ovunque.”
“Continuate a controllare allora. A proposito, lei è nuova, dov’è il signor Bodmer?”
La donna lo guardò con aria strana.
“Come non lo sa? Il signor Bomer ha dato le dimissioni due giorni fa.”Non si era sbagliato dunque. Il suo sonno era stato interrotto da un forte bussare sulla porta. David si mise la vestaglia e andò ad aprire. Al suo cospetto, il detective Amberson, che aveva una cera davvero pessima.
“Signor Moverman, mi faccia entrare, le devo dare una brutta notizia.”
David lo fece entrare e l’uomo si sedette sulla poltrona in pelle.
“Che succede, Amberson?”
“Matthwes, lo psicologo è stato trovato ucciso in casa sua stamattina.”
Il volto di David si corrugò con ferocia.
“Che cosa? Ma chi cazzo è stato?”
“Non lo sappiamo. E’ stata la donna delle pulizie a trovarlo. La donna ha il doppione delle chiavi per entrare.”
“Crede che sia stata lei?”
“No, affatto. Ha trovato il corpo, e con il fisico esile che si trova non può aver sostenuto una colluttazione del genere.”
“Di quale colluttazione sta parlando?”
“La casa era sotto sopra. Da quel che ho appreso, prima di essere freddato con un colpo di pistola in fronte, Matthwes deve essere stato sbatacchiato per bene. C’è il suo sangue in ogni angolo della casa.”
David si alzò e andò a prendere del tè freddo, poi tornò nel salotto, e con fare interrogativo si rivolse ad Amberson.
“Per quale motivo è stato ucciso?”
“Evidentemente sapeva qualcosa, o nascondeva qualcosa.”
“O copriva qualcuno.”
“Non lo so, signor Moverman. Forse nemmeno c’entra con la morte di Julia.”
“Ora può finalmente dirmi qual’era l’alibi di Matthwes?”
“Signor Moverman…”
“Amberson, voglio sapere dove si trovava!”
“Era con un uomo.”Nicholas Sandman aveva appena appreso della morte di Matthews dal notiziario locale. Appena lo aveva saputo, gli era venuta la pelle d’oca. Se Matthwes era stato ucciso, a lui poteva toccare la stessa sorte. Aveva trascinato la sua famiglia su per i monti Icelock, e intendeva rimanerci fino a che le acque non si fossero calmate. Voleva aiutare Moverman a scoprire la verità, ma temeva per i suoi cari. Sua moglie Karen, messi a dormire i bimbi, si avvicinò con aria stanca e provata, con una faccia che chiedeva quando sarebbe finito tutto questo. Lo fissò e gli chiese:
“Quanto staremo qui?”
“Tutto il tempo che sarà necessario, Karen, tutto il tempo.”
“I bambini non possono saltare la scuola per sempre.”
“Lo so ma non abbiamo alternative. Hai raccontato alle maestre la storiella della vacanza in California?”
“Sì, e ci hanno creduto.”
“Bene, molto bene.”
“Non sarebbe stato meglio dire tutto alla polizia?”
“No, non servirebbe a nulla. Non saprebbero proteggerci. E poi sai che non mi fido.”
“Perché non mi vuoi rivelare l’identità dell’assassino?”
“E’ meglio che tu non lo sappia, Karen, credimi.”
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L'amante segreto
Mystery / ThrillerDavid Moverman è uno scrittore fallito, e da qualche mese ha perso la moglie Julia. Quando scopre delle lettere che la donna ha ricevuto da un amante misterioso la sua vita cambia definitivamente. E farà di tutto per scoprire la verità.