6. Angel by the wings.

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Prima di leggere il capitolo, vi prego di mettere la stellina per incoraggiamento a continuare.👀🌒🤍

"I mostri e i fantasmi sono reali

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"I mostri e i fantasmi sono reali.
Sono dentro di noi e, a volte, vincono."

Spesso le persone sottovalutano quanta forza ci voglia per tirarsi su dopo un brutto periodo e tornare a stare bene.

Mia sorella Eve, è fuori dalla porta della mia camera. E sta cercando di buttare giù la porta per farmi uscire.

Mi sono imposta di farcela. Di andare a questa cena e dimostrargli che stiamo bene.

Ma dopo essermi preparata ed essermi guardata allo specchio, le mie gambe si sono bloccate. Totalmente paralizzate.

Continuo a guardare il vestito nero che arriva fino a sopra il ginocchio e i stivali alti che mi circondano la maggior parte delle gambe e la mia testa ha iniziato a pensare al peggio.

Alle critiche che riceverò da loro.

La mia testa è bloccata nel passato, a quanto lui mi permetteva solo di indossare pantaloni di tuta larghi e felpe, il doppio di me.

"Così non potrai provocare nessuno."

I miei occhi si velano per le lacrime, e la gola inizia a bruciare.

<Puoi farcela.> continuo a ripetermi.

<Esmerey sto per buttare giù la porta. Apri subito.> le urla di mia sorella interrompono il mio incoraggiamento. E così anche i miei pensieri.

Sospiro e mi obbligo a camminare. Un passo dopo l'altro fino ad arrivare alla porta.

Quando apro la porta, mi ritrovo davanti tutti e tre.

Eve indossa un vestito verde petrolio che le cade morbido sui fianchi e ha quello sguardo indagatore, Luke e Cayden entrambi in pantalone nero e camicia bianca, hanno uno sguardo strano.

Avevo già visto Luke in camicia e devo dire che non sta male. Ma niente a confronto di Cayden. Quella camicia gli fascia perfettamente i bicipiti che sembra stiano per esplodere.

Lui passa il suo sguardo su tutto il mio corpo provocandomi un brivido lungo la schiena.

<Che vuoi?>

<Busso da un'ora.>

<Ti serve qualcosa?> chiedo.

<Dobbiamo andare, o arriveremo tardi.>

<Sai quanto me ne importa.> mormoro a bassa voce. Lei alza il sopracciglio sinistro e passa i suoi occhi lungo tutto il mio corpo.

<Cosa hai detto?>

<Nulla, andiamo.> prendo la mia borsetta nera che si trova sul mio letto.

Sono già arrivata alla porta e noto che tutti e tre sono ancora fermi davanti la mia porta come delle statue. <Beh che state aspettando? Non eravamo in ritardo?>

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