Capitolo 9: La strada sbagliata

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POV: Mason

Il passare del tempo non attenuava l'intensità dei miei sentimenti per Beatrice. Ogni giorno che trascorreva senza un suo sguardo o una sua parola era come un pugno nello stomaco, ma la mia determinazione a non fare il primo passo per evitare di creare problemi cresceva in modo proporzionale. Era un equilibrio precario tra il desiderio di riconciliarmi con lei e la paura di mettere a repentaglio ciò che restava del nostro rapporto.
E poi, come un fulmine a ciel sereno, arrivò Jane. La sua presenza in classe era come un'esplosione di luce in un mondo grigio e monotono. Alta, bionda, con quegli occhi azzurri che sembravano nascondere mille segreti, Jane catturò la mia attenzione fin dal primo istante. Ma dietro quella bellezza incantevole si celava un passato turbolento, segnato da eventi oscuri e dolorosi.
Le sue parole mi scossero profondamente quando mi raccontò della sua esperienza nel riformatorio, un luogo che rappresentava per lei un periodo di isolamento e solitudine. Sentii un moto di compassione per lei, un desiderio irrefrenabile di offrirle conforto e sostegno in un momento così difficile della sua vita.
Con il passare dei mesi, Jane e io ci avvicinammo sempre di più, condividendo i nostri pensieri più intimi e i nostri segreti più oscuri. Eppure, nonostante il suo passato tumultuoso, c'era anche una parte della sua vita che era stata felice e spensierata, un ricordo luminoso di giorni trascorsi all'aperto con i suoi amati animali e la sua famiglia.
Ma mentre la nostra amicizia si approfondiva, io continuavo a scivolare lungo una china pericolosa, trascinato dalla tentazione delle droghe e dell'alcool. Le nostre serate in discoteca si trasformavano sempre più spesso in notti di eccessi e irresponsabilità, mentre io cercavo disperatamente di sfuggire al vuoto che sentivo dentro di me.
E poi, in una di quelle notti torbide e annebbiate dall'alcool, successe. Ci baciammo nei bagni della discoteca, un bacio intenso e appassionato che risvegliò in me una brama primitiva e incontenibile. Le sue labbra erano calde e desiderose, la mia lingua esplorava la sua bocca con impazienza mentre le nostre mani si cercavano freneticamente, ansiose di esplorare ogni centimetro del corpo dell'altro.
Dopo il bacio, ero eccitato al massimo, e iniziai penetrare Jane con le mie dita unte dalla salvia che faceva da lubrificante.
Lei emetteva dei gemiti, ed io mi eccitavo, e più mi eccitavo e più andavo forte.
Ma mentre il desiderio cresceva e il piacere si faceva sempre più intenso, capii che quello che stavo facendo non era ciò che desideravo veramente. Per un attimo, in mezzo alla confusione e all'eccitazione del momento, riuscii a vedere chiaramente la verità: il mio cuore apparteneva ancora a Beatrice, e nessun'altra avrebbe mai potuto prendere il suo posto.
Quella notte non fu solo un momento di piacere fisico, ma anche di chiarezza e di rivelazione. Capì che il sentimento che provavo per Beatrice era inestimabile, e che nessuna altra donna avrebbe potuto mai sostituirla nel mio cuore.
E così, con il passare del tempo, la mia "relazione" con Jane perdeva gradualmente di significato, sfumando in una sorta di vuoto emotivo e di insoddisfazione. Ciò che avevo cercato di trovare in lei non era altro che una pallida imitazione di ciò che avevo perso con Beatrice, e anche se provavo a dimenticarla con alcol e droghe, il suo ricordo continuava a tormentarmi, una costante presenza nella mia mente e nel mio cuore.
Il silenzio tra me e Beatrice, nel frattempo, era diventato sempre più opprimente. Era come se il peso delle nostre parole non dette si fosse trasformato in una barriera invalicabile tra di noi, separandoci irrimediabilmente. Mi chiedevo spesso cosa fosse successo quel giorno a casa sua, cosa avesse portato alla morte di Jacob e quale fosse stato il suo coinvolgimento in quell'evento tragico. Ma le risposte rimanevano avvolte nel mistero, sigillate nel suo silenzio impenetrabile.
Quattro lunghi anni erano trascorsi da allora, quattro anni di solitudine e di rimpianti, di domande senza risposta e di desideri repressi. Ma anche con tutto il tempo trascorso, il ricordo di Beatrice bruciava ancora vivido nella mia mente, come una fiamma che non si spegne mai. Ogni notte, i suoi occhi mi osservavano nel buio dei miei sogni, chiedendomi di trovare la forza di perdonarla, di lasciar andare il passato e di ricominciare da capo.
Ma la paura di mettermi a repentaglio, di mettere a rischio ciò che restava del nostro rapporto, era più forte del desiderio di riconciliarmi con lei. Così, continuavo a vivere nella solitudine del mio silenzio, sperando che un giorno il tempo avrebbe lenito le ferite del passato e ci avrebbe permesso di ricominciare da capo. Ma fino ad allora, avrei continuato a portare il peso dei miei rimpianti e dei miei desideri non realizzati, navigando tra le acque tempestose della vita in cerca di una terraferma che sembrava sempre più lontana.

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