Capitolo 6: Segreto nascosto

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POV: Mason

Un mese dopo...
Dopo quel giorno, cominciammo a stare spesso insieme il pomeriggio, io stavo bene con lei, e lei con me si sentiva al sicuro.
Jacob non si fece più vivo per un bel po' di tempo.
In uno di quei pomeriggi conobbi la signora Lisa, sua zia, una donna fenomenale e bravissima.
Lei mi fece tanti complimenti sul mio aspetto, e sulla mia educazione, e una sera mi prese in disparte e mi disse:
"Allora? Che intenzioni hai con Beatrice?"
Dopo quella domanda la guardai un po' imbarazzato, poiché non sapevo che Beatrice le avesse parlato di noi.
Io le risposi:
"Beatrice è una ragazza stupenda, sia di carattere, sia di bellezza.
Ma non credo che io sia quello perfetto per lei... si merita molto di più."
"Mason...ho visto come ti guarda, quel sorriso... non l'ho mai visto sul suo viso,
Tu sei quello perfetto per lei."
Dopo quel discorso andai via, e pensai continuamente alle parole di Lisa.
Un giorno la professoressa di chimica assegnò un progetto a gruppi, io e Beatrice eravamo insieme.
Ci vedemmo il pomeriggio a casa sua per farlo, ma quel pomeriggio abbiamo fatto tutto tranne che il progetto.

POV: Beatrice

Quando la professoressa ci disse che eravamo in gruppo insieme per fare il progetto ero al settimo cielo, quel giorno mia zia non era a casa e quindi avevamo casa libera, tutta per noi...
Quel pomeriggio, una volta tornata a casa, mi cambiai, indossai qualcosa di più carino...di più sensuale, per vedere la reazione di Mason.
Indossai un body scollato, e un paio di pantaloncini a jeans molto attillati.
Poi mi truccai, e mi misi un rossetto rosso fuoco, per farlo evaporare.
Dopo qualche ora bussarono alla porta, andai ad aprire, pensando nella mia testa a cosa avrebbe potuto indossare Mason, apro la porta, e mi ritrovo davanti Jacob, disse:
"Sono venuto a finire ciò che avevo iniziato"
E mi tirò uno schiaffo in faccia, così forte che mi fece finire sul pavimento.
Continuò a prendermi a schiaffi, e iniziai ad urlare fortissimo.
Mi sentì tutto il vicinato, ma nessuno si preoccupò di niente.
E quando stavo quasi per perdere i sensi entrò dalla porta lasciata aperta Mason, e appena mi vide distesa sul pavimento con Jacob sopra di me che mi picchiava, si buttò su di lui, allontanandolo da me.
I 2 cominciarono a picchiarsi sfasciando la casa.
Io continuavo ad urlargli di smetterla, piangendo come una pazza, ma non si fermavano.
Sembravano due animali che si scannavano fra di loro per prendere il loro cibo.
Jacob le stava prendendo di brutto, ma riuscì a sbattere Mason contro la parete, e lì Mason le prese anche lui.
Provai a mettermi in mezzo a loro per provare a separarli, ma non ci riuscii.
Jacob lanciò Mason sul pavimento, afferrò in mano una lampada e cominciò a picchiarlo con essa.
Vedevo Mason soffrire, e mi stavo incazzando come una belva, e quindi andai in cucina, presi una padella, e provai a darla in testa a Jacob, ma lui me lo impedii, me la fece cadere dalle mani, mi spinse contro la parete e cominciò a strangolarmi fortissimo, più forte della volta precedente.
Mason si rialzò, aveva qualche cicatrice in volto e la maglietta stracciata, si diresse verso Jacob, lo tirò a se, e gli diede un pugno in faccia potentissimo, così potente da fargli perdere l'equilibrio e farlo cadere a terra.
Jacob provò ancora a reagire, ma Mason era incazzato nero.
Continuava a dargli i pugni senza fermarsi, affinché il volto di Jacob non fu ricoperto completamente dal sangue.
Dopo essersi fermato, si alzò e mi disse:
"Ora nessuno ti farà più del male."
Io controllai il battito di Jacob ma ormai non c'era più niente da fare...Mason l'aveva ucciso.
In quel momento ero rimasta paralizzata, ma allo stesso tempo mi sentivo felice, perché finalmente mi ero liberato da quel bastardo.
Mason si avvicinò a me e mi chiese se stavo bene, io gli risposi di sì, sorridendogli, lui mi sorrise, e mi chiese una T-shirt per potersi cambiare.
Gli diedi la T-shirt e gli indicai il bagno per andarsi a pulire.
Entrò nel bagno, e lasciò un po' di porta aperta.
Da quella fessura lo osservai, si tolse la maglia, e aveva un fisico da dio, aveva dei muscoli e degli addominali che sembravano scolpiti in marmo, e le gocce di sangue che gli scorrevano sul corpo, lo rendevano, stranamente, ancora più attraente.
Lui notò dallo specchio che lo stavo osservando dalla fessura, si girò verso la porta e mi disse:
"Entra se ti va!"
In quel momento mi sentii in imbarazzo, ma ero anche molto eccitata.
Gli presi il braccio e guardai le sue mani, erano enormi e quelle vene che ricoprivano tutto il braccio finendo sulla mano mi facevano uscire pazza.
Notai che aveva le nocche ferite, e quindi andai a prendergli del ghiaccio.
Lui si sedette sulla vasca, ed io mi sedetti sulle sue gambe, e gli misi il ghiaccio sulle nocche.
In quel momento ci fu silenzio, ci guardammo negli occhi, e ci baciammo.
Aspettavo bacio da mesi, dei mesi infiniti.
Lui mi mise le mani dappertutto, mi palpò le tette, e poi le sue mani scesero giù, proprio in quel posto, mi tolse i pantaloni, mi distese sul pavimento, mi sfilò le mutandine con i denti, e sentii la sua lingua penetrare la mia vagina.
In quel momento era la prima volta che godevo in un modo esagerato.
Continuò con le dita, stavo per venire, iniziai a fare degli orgasmi potentissimi, e subito dopo venni.
Subito dopo Mason mi aiutò ad alzarmi dal pavimento, e ci guardammo negli occhi, cominciammo a sorridere e ci baciammo di nuovo.
Successivamente però, dovevamo sbarazzarci del corpo prima che zia Lisa fosse tornata a casa, e quindi decidemmo di metterlo in una busta dell' immondizia e di metterlo poi in una valigia.
Uscimmo di casa e ci dirigemmo verso il lake Merritt e lì, senza farci notare da nessuno gettammo il corpo di Jacob.
Una volta gettato il corpo ci promettemmo di non rivelare questo segreto a nessuno, e che lo avremmo nascosto fino alla morte.
Era quella la cosa che ci avrebbe legati a vita, anche se fosse andata male fra di noi, non ci saremmo potuti dimenticare proprio per quella cosa.

Sfortunatamente nella vita non va tutto come previsto, e per un lunghissimo periodo di tempo non ci parlammo.
Io avevo bisogno di pensare, dovevo schiarirmi le idee, perché non sapevo ancora cosa fare con lui, e lui si allontanò da me perché io mi allontanai da lui per prima.
Quella volta sembrava diverso, sembrava un punto di non ritorno, ma dopo qualche anno accadde qualcosa...

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