Capitolo 22: Sogni infranti

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POV: Beatrice

Quando io e Mason ci spostammo in cucina per bere quella bottiglia di vino, sentivo ancora il peso delle parole non dette e delle emozioni in tumulto che avevano avvolto la stanza poco prima. Ma mentre assaporavamo il vino, la tensione cominciò pian piano a sciogliersi, lasciando spazio a una sorta di quiete malinconica. Ci guardammo negli occhi, e in quel momento sentii che tutto sarebbe andato bene, perché eravamo insieme.

Parlammo di tutto e di niente, cercando di distogliere la mente dai tormenti della giornata. Ogni battuta, ogni sorriso, sembrava un piccolo passo verso la riconciliazione con tutto quello che era successo. Poi, tra una risata e uno sguardo complicemente rubato, ci baciammo.

Fu un bacio carico di emozioni contrastanti: desiderio, dolore, rabbia, ma anche una strana forma di consolazione reciproca. Quel contatto intimo ci avvicinò ancora di più, cancellando le barriere che il tempo aveva eretto tra di noi. Sentivo il calore del suo corpo vicino al mio, e quel contatto mi faceva sentire viva e amata.

Pian piano ci spostammo nella mia stanza, ci stendemmo sul letto, gli sguardi ancora pieni di domande e incertezze, ma anche di una strana forma di fiducia reciproca.

Mason cominciò a spogliarmi con dolcezza, ogni gesto carico di amore e desiderio. Ogni carezza, ogni tocco, era come un linguaggio segreto tra noi due, un modo per esprimere l'amore e la passione che provavamo l'uno per l'altro. Mi sentivo vulnerabile, ma allo stesso tempo protetta tra le sue braccia.

Quando finalmente fummo nudi l'uno di fronte all'altro, sentii un misto di eccitazione e timore. Ma la presenza di Mason accanto a me mi dava forza e coraggio. Mi abbandonai completamente al suo tocco, lasciando che il desiderio ci avvolgesse e ci consumasse.

Con una voglia che non sapevo di avere prendo il suo membro con le mani e inizio a fare su e giù. Lui inizia a gemere come non so cosa e io non resisto più e mi metto il suo cazzo in bocca...dopo svariate spinte della mia bocca viene con tantissimi gemiti che mi fanno eccitare tantissimo. Poi mi sbatte contro la parete con forza, mi viene vicino con il suo cazzo bene in vista e inizia a baciarmi in tutto il corpo, toccandomi il più possibile.

Sentivo la durezza del suo membro poggiato sul mio corpo, all'altezza delle mie parti intime.
Inizio a fare lenti movimenti con il bacino, facendo continuare a crescere il desiderio di volerlo
dentro di me.

Strinse con un pizzico il mio capezzolo per farmi lamentare di più,
"Sei pronta..?" Mi sussurrò tra i respiri pesanti, con quel suo sguardo eccitato e i capelli scompigliati per colpa delle mie mani.

E così, lentamente, facemmo l'amore. Ogni movimento era una sinfonia di emozioni, un'esplosione di piacere e passione. Sentivo il suo respiro sul mio corpo, le sue mani che esploravano ogni centimetro di pelle, e ogni carezza mi faceva sentire viva e desiderata.

"Va-vai..." Affannando risposi io.
Spostai in quel momento le mie mani sulla sua schiena, dilatando ulteriormente le mie gambe.

Portò una sua mano sul comodino per tenersi, mentre l'altra mano la riportò sulla sua erezione.
Alzò lentamente il bacino, posizionandosi in modo migliore su di me. Sentii il contatto della punta della sua estremità in mezzo alla mia fessura e già le pulsazioni iniziarono a mandarmi in tilt.
Iniziai ad emanare lievi lamenti, stringendo le dita della mia mano sulla sua schiena, sempre più forte, fino ad iniziare a lasciargli dei graffi.
I graffi partirono in quello stesso momento. Nel momento in cui, di colpo, in un solo colpo in realtà, mi ritrovai tutta quella lunghezza dentro di me.
Mason era entrato in me.
Con un colpo deciso aveva iniziato la penetrazione, e continuò a lungo, senza mai fermarsi, con spinte sempre più possenti.

"Fammi arrivare urlando a squarciagola il tuo nome.
Spingi più forte, spingi da farmi male!" Aggiunsi fermando gli affanni.
Dilatai ancora di più le gambe, alzando anche un po' il mio bacino sotto al suo, in modo da facilitargli l'entrata del tutto del suo membro.
Poi mi prese in braccio, e mi stese sul letto.

Better late than neverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora