-Samuel?- il biondo alzò lo sguardo incrociando quello verde di Georg e si sentì stranamente tranquillo dopo quell'ora interminabile dalla quale era stato portato in questura.
-ciao Georg- salutò Samuel -finalmente una faccia amica-
-Samuel cosa cavolo ci fai qui?- chiese il ventiseienne osservando quello che era come un cugino acquisito per lui -mi hanno detto che qui c'era un alpha che aveva aggredito un omega in pieno giorno!-
-perché ho tentato di aiutare un omega da due stupidi alpha ma hanno pensato che fossi stato io e mi hanno portato qui- disse sinceramente Samuel -tu almeno mi conosci e sai che non farei mai una cosa del genere- continuò il biondo ringraziando davvero tanto di essersi trovato davanti il secondogenito del fratello di zio Reagan. Certo anche trovare Oier o Finn non sarebbe per niente stato male ma almeno c'era qualcuno che lo conosceva realmente.
-certo che so che non faresti mai una cosa del genere ma...ma l'omega che ti ha accusato...tutti si fidato di lui qui quindi non so quanto il "ti conosco e so che non faresti qualcosa del genere" possa funzionare-
-andiamo...-
-agente Keldar- vennero interrotti dall'arrivo di quello che sembrava essere un poliziotto di grado superiore rispetto a Georg -cosa sta facendo?-
-signore l'alpha che abbiamo in custodia è il figlio del fratello di mio zio e lo conosco da una vita, non aggredirebbe mai un omega- disse sinceramente George nonostante temesse che quello non sarebbe mai e poi mai servito a sistemare tutta quella situazione.
-parli così perché sei un alpha a tua volta agente Keldar-
-ho fatto vedere molte volte che non sono quel tipo di alpha che noi condanniamo signore- rispose a tono Georg -e anche Samuel non lo è- e Georg indicò il ragazzo più piccolo di lui di solo sei anni che era seduto in quella saletta e che aveva ancora quelle che erano delle manette ai polsi. Lo avevano ammanettato senza nemmeno dargli il tempo di spiegarsi e Samuel iniziava e sentire fastidio dove il metallo andava a poggiarsi sulla sua pelle.
-agente Keldar mi dispiace dirlo ma credo proprio che dovrò esonerarti da questo caso perché troppo coinvolto- disse serio l'agente facendo sgranare gli occhi verdi di Georg.
-ma...-
-niente ma- disse serio l'uomo -esci di qui, me ne occupo io- e George lanciò uno sguardo di scuse verso il ragazzo che aveva difronte per poi uscire da quella sala lasciando i due completamente da soli -dovrebbe essere qui tra qualche minuto- disse l'uomo controllando il suo orologio e nemmeno il tempo a Samuel di chiedere di chi stesse parlando che vide entrare nella saletta un altro poliziotto con alle sue spalle quello che era suo padre con un volto tesissimo. -proprio come immaginavo-
-papà!- disse Samuel mentre Carey si sedeva al suo fianco senza nemmeno guardarlo in faccia.
-agente cosa succede?- domandò il biondo mentre Samuel iniziava a preoccuparsi: suo padre non poteva davvero credere che avesse attaccato un omega.
-suo figlio ha attaccato un omega nel campus dell'università-
-non è vero- ringhiò Samuel -lo stavo aiutando-
-sei davvero molto irrispettoso alpha- gli disse in un ringhio il beta guardandolo storto e Samuel mantenne quello sguardo: potevano dirgli tutto quello che volevano ma non che avesse attaccato un omega indifeso -si da il caso però che l'omega che hai deciso di attaccare è sotto la nostra tutela ed è stato in grado di avvisarci in tempo della sua aggressione. Eravate in tre, tutti d'accordo, e tu eri semplicemente quello che avrebbe fatto finta di aiutarlo per poi approfittarsi della cosa-
-ho spaccato il naso a uno e rotto il braccio all'altro! Non sono miei complici! Stavo uscendo dalla biblioteca quando ho sentito quello che stava succedendo e volevo aiutare quell'omega. Non sono un mostro!- disse serissimo Samuel -e quell'omega poteva anche essere terrorizzato e non vedere quello che stava succedendo veramente!-
-suo figlio ha un'indole ribelle e aggressiva- disse l'agente ignorando Samuel e rivolgendosi a Carey -è un pericolo per tutti gli omega dell'università-
-lo dovete sbattere in cella?- chiese tranquillissimo Carey -lo potete fare tranquillamente- e Samuel a quelle parole del padre sgranò gli occhi sconvolto. Perché l'uomo non era minimamente dalla sua parte in quel momento?
-siamo arrivati appena in tempo per sventare la violenza che ci sarebbe stata di li a poco quindi non possiamo sbatterlo in prigione come dovremmo fare, per il momento avrà un'ordinanza restrittiva nei confronti dell'omega che ha aggredito. Se dovesse ricapitare una cosa del genere verrà sbattuto in carcere-
-io non ho fatto niente- disse serio Samuel guardando l'agente che aveva difronte -volevo solamente aiutare quell'omega a liberarsi di due alpha che lo stavano aggredendo, non posso pagare per qualcosa che non ho minimamente fatto-
-le tue moine non servono a niente alpha. I tempi sono cambiati e voi non potete fare più come volte anche se restare i più forti. Ringrazia che non sarai sbattuto in carcere-
-ma...-
-Samuel chiudi quella bocca e accetta le conseguenze delle tue azioni- Carey si rivolse per la prima volta al figlio con sguardo truce e Samuel fu certo di vedere in quello sguardo anche un velo di delusione: suo padre non gli credeva minimamente. Samuel non poté far altro che restare in completo silenzio abbassando il capo sconfitto.
-oh almeno rispetti tuo padre anche se sei un alpha, mi aspettavo che mettessi i piedi in testa anche a lui- commentò l'agente mentre Samuel si sentiva morire dentro per quel commento.
-se non fossi suo padre mi avrebbe già messo i piedi in testa da tempo- ringhiò Carey alzandosi dalla sedia -se non c'è altro preferirei andare- e l'agente annuì alzandosi a sua volta stringendo la mano a Carey.
-se inizia ad avere comportamenti aggressivi anche in casa non esitate a contattarci, iniziano con piccole cose e poi chissà cosa finisco per fare. Dovete fare molta attenzione soprattutto se ci sono altri omega in casa vostra-
-lo isolerò dal resto della famiglia non si preoccupi-