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TW: questo capitolo contiene accenni a scene di bullismo e violenza, atti ingiustificabili che sono stati abbastanza censurati, comunque.

Ricordatevi che fare del male è sbagliato: ogni essere umano ha dei sentimenti ed è giusto, nostro dovere, rispettare tutti, anche quando non la pensano come noi vorremmo. Siamo tutti diversi e dobbiamo trovare un modo per andare d'accordo e comportarci civilmente.


AGGUATI

Gironzolavo tra i freddi corridoi grigi, in perfetta solitudine, dopo che la professoressa, durante l'ora di scienze, mi aveva cacciato perché Lester Champion, il figlio del sindaco, ne aveva combinata una delle sue e, come al solito, a essere inc...

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Gironzolavo tra i freddi corridoi grigi, in perfetta solitudine, dopo che la professoressa, durante l'ora di scienze, mi aveva cacciato perché Lester Champion, il figlio del sindaco, ne aveva combinata una delle sue e, come al solito, a essere incolpato ero stato io.

Odiavo quel nanetto sul metro e sessanta che si sentiva il più bello di tutti nonostante esibisse una pancetta disgustosa e traballante, una repellente fronte brufolosa, due sopracciglia così folte da sembrare dei grossi bruchi neri su due occhi grigi incavati e distanti e un colorito paonazzo dovuto forse a quelle sue schifose e sospette eruzioni cutanee; strinsi i pugni e digrignai i denti.

«Come osi dare la colpa a me di un qualcosa che hai fatto tu? Non sai chi hai fatto arrabbiare?» udii il veleno rivoltomi con questa domanda, nella quiete spettrale del corridoio, come un grido notturno di guerra nel deserto.

«Chi ti credi di essere per incolparlo, eh?»

«Coglione!» disse un altro ancora.

Riconobbi subito a chi appartenessero quelle tre voci orrende: Lester Champion, accompagnato dai suoi due fedelissimi amici, Carter Deetz e Benjamin "Ben" Wood.

Carter era il figlio del precedente preside della scuola, era alto sul metro e settanta e aveva un viso allungato e assai brufoloso, dei biondi capelli ricciuti e un naso un po' storto.

Ben, invece, era figlio degli amministratori della banca di Snowy Mountain ed era poco più basso di Carter. Ben Wood era un ragazzo assai tarchiato, aveva capelli neri cortissimi e un naso grosso e adunco; parlava sempre con una voce assai profonda e, come gli altri due suoi amici, non era un bel vedere per gli occhi.

«Sei stato tu a dare fastidio a Vivian... Lester! Non ero nemmeno nelle sue vicinanze!» gli risposi io rabbioso.

Lester mi rimproverò, stringeva tra le mani una stecca di bambù: «Tu devi stare alla larga da lei! Chiaro? Vivian è mia! Può anche aver perso la ragione, per un po', passando del tempo con te, ma lei rimane comunque mia... Mia

«Ah!» esclamai sarcastico, anche gli altri due avevano una stecca ciascuno e la stringevano pronti a colpire. Mi misi sulla difensiva. «E lei lo sa? Dico, Vivian sa che è di tua proprietà? È a conoscenza del fatto che tu l'abbia acquistata in un negozio?»

Avrei amato solo teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora