ADDII
Arrivò il 15 di aprile, il giorno del mio compleanno e io, senza che altri lo sospettassero, ero pronta a cominciare una nuova vita lontana da Snowy Mountain.
Mia madre Zaya, però, aveva in mente altri piani: «La più bella festa del millennio, ecco cosa ho organizzato, in gran segreto, da quando ci siamo trasferiti», mi aveva detto mia madre, la sera precedente, a tavola, battendo le mani entusiasta come una bimba a cui avevano regalato un sacchetto di dolci. «Ho invitato quasi tutti gli abitanti della nostra amatissima cittadina di montagna - eccetto i Gorman, per ovvi motivi -, ho persino costretto la preside del Wilbur Lee Champion's Lyceum a riservarmi la palestra della scuola per il grande evento...» ero rimasta con la forchetta in sospeso tra il piatto, ricolmo di verdure, e la mia bocca aperta. «Non te lo aspettavi, vero? La tua mamma è stata davvero brava a non farti scoprire niente. Oh, questa festa favolosa ti farà diventare così popolare che non dovrò più vergognarmi di te! Che emozione! Non sei felice per me? Ho voluto avvisarti prima per sicura che tu non ne avresti combinata una delle tue, domani. Stanotte, puoi esercitarti a fare una faccia sorpresa abbastanza decente da non farmi schifare di te. Ti avverto, però, non rendere la mia serata una farsa o te ne faccio pentire a vita. E obbedisci, una volta tanto.»
«Che gentile...» avevo affermato sarcastica, pensando che mia madre avrebbe ricevuto una gran delusione accorgendosi - forse, troppo tardi - che alla sua festa io non mi sarei mai presentata.
Ero nel corridoio quando chiusi la valigia, che avevo finito di riempire con il resto dei miei vestiti; le dita che non collaboravano, nervose ed eccitate all'idea di dire addio alla malvagità e all'incomprensione ostinata di quel luogo maledetto.
Mia madre era così presa dall'evento che aveva organizzato alle mie spalle, da non essersi accorta che, da un paio di giorni, sparivano diverse cose dalla mia camera, che i cassetti del mio comodino erano vuoti, che la mia libreria era priva di romanzi.
Osservai la valigia scura, facendo a mente il punto della situazione: avevo messo tutti i miei romanzi rosa in uno scatolone (Drake, passando di notte, lo aveva caricato subito nella sua auto, sul sedile posteriore, insieme al resto delle nostre cose); il mio telescopio era già impacchettato come anche i miei effetti personali.
«Entrerà anche la valigia, nel portabagagli. Deve!» mi dissi, valutando quanto fosse ingombrante.
È il giorno! Pensai, prendendo un respiro profondo. Mi avviai verso la scrivania della mia camera.
Mia madre, abbandonata al sonno sul mio letto, russava profondamente e, non volendo svegliarla, camminai in punta di piedi, attenta a non fare neanche un minimo rumore.
«Oh, Mick...» la sentii parlottare nel sonno. «Non ne hai mai abbastanza... Sei un birbante!»
«Mick?» esclamai disgustata. «Mick Willows? Anche con lui sei stata?» mi tappai subito la bocca con entrambe le mani e controllai che mia madre non mi avesse sentita, sporgendo la testa in avanti verso di lei.
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Avrei amato solo te
RomanceTracy Barlow sta per compiere diciotto anni, è una ragazza solitaria amante dei romanzi rosa e delle stelle. La madre, scontenta che la figlia non abbia alcun amico, decide di portare tutta la famiglia nella sua cittadina d'infanzia, Snowy Mountain...