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IMPULSIVO

Accidenti! Pensai, quando un getto d'acqua gelida mi colpì in pieno viso

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Accidenti! Pensai, quando un getto d'acqua gelida mi colpì in pieno viso.

«Drake!» ridacchiò mio padre, sistemando la tubatura che stavo rompendo; mi lanciò un panno che mi atterrò dritto in testa. «Stai un po' attento! Ora che sei innamorato, hai la testa altrove. Sei troppo distratto.»

«Già... Cercherò di restare lucido», farfugliai a denti stretti.

"Hai un'altra gomma?" così mi aveva chiesto Tracy, con quel suo fare innocente. Mi morsi l'interno della guancia e strinsi i pugni dal nervoso all'idea che lei avesse sentito, sulla mia bocca, il sapore della Bubble Gum che aveva masticato Malory; ma la cosa che mi indignò di più fu che io stesso non mi ero accorto di che sapore avessero le labbra di Malory, intento com'ero nel lasciarmi andare con lei.

Di Tracy - avevo notato in più occasioni - mi accorgevo di ogni diverso dettaglio che la caratterizzava, dal rossore che le colorava le guance quando si emozionava, dal luccichio negli occhi quando parlava delle stelle, dal timido sorriso che le spuntava quando le facevi un complimento sincero, dall'insicurezza che si celava dietro il suo sguardo triste; di Malory, invece, lo credevo solamente di sapere tutto di lei... anzi, in Malory vedevo solo ciò che io desideravo trovare in lei.

Dovevo capirlo prima che stavo prendendo un abbaglio, dannazione!

«Drake!» mio padre mi richiamò all'attenti, con un tono di voce volto a prendermi in giro. «Ah, non vuoi proprio lavorare oggi, eh? Eh, l'amore...»

«Ma che dici?» lo rimproverai, dandogli un pugno amichevole sul braccio. «Certo che voglio lavorare: io amo lavorare. Sono solo un po' pensieroso, tutto qui. Devo andare in un posto dopo, non so quando ci metterò; ma davvero, davvero... va tutto bene!»

«Ah, ah!» mio padre mi guardò con le sopracciglia alzate, facendo dei cenni con la testa. «E dove dovresti andare? Sentiamo», il silenzio che gli regalai come risposta, pose fine ai suoi tentativi di indagare. «Come vuoi, ma sbrighiamoci con il lavandino della signora Small... Se restiamo ancora, ci raggiungerà per raccontarci di quanto soffre per il suo lutto. Non so cosa devi fare, ma ti ricordo che dobbiamo tornare dai Barlow: la signora "Deve andare tutto come dico io" ha trovato un altro problema da risolvere in quella casa, su nella soffitta... C'è un buco nel tetto...»

«Solo uno?» scoppiai a ridere.

«Di enormi dimensioni, sì!» mio padre non sapeva se ridere o piangere, glielo lessi in viso, mentre si passava un pezza sulla fronte sudata.

«Non possiamo rifargli il tetto, papà, è assurdo!» lo rimproverai, ma non ottenni in lui la reazione che speravo.

«Non abbiamo scelta», mi spiegò, restando sul vago; le sopracciglia aggrottate e lo sguardo concentrato sul lavandino che aveva di fronte. «Dobbiamo farlo e basta.»

Avrei amato solo teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora