Please kill me, I'm serious
Please kill me, I'm not singing, I'm asking
Locked in a cage with all the rats
I've slipped through the cracks
And now I'm stuck with the scraps and I can't seem to find my way back
Get me out, get me out of here (not kidding around)
I'm ready for stardom after all these years
-Little Girls, Cameron DiazReal love doesn't meet you at your best.
It meets you in your mess.Djævel
«Sei serio?» Eros lo guardava confuso, mentre, nel salottino, Djævel armeggiava con una ventiquattrore.
Sfilò dal suo interno una serie di fogli e matite, poi aggrottò la fronte. «Perché no?»
Eros scoppiò a ridere. «Mi hai prenotato di nuovo per tutta la notte per disegnare? Quanti anni hai?»
Djævel corrugò la fronte. «Insegnarti le costellazioni mi pareva banale, considerando che siamo chiusi qui dentro. Tu sai disegnare?»
Eros arricciò il naso, indossando un'espressione buffa. «E quindi conosci le costellazioni?»
«Ma chi? Io? No.» Borbottò, armeggiando con la valigetta. «Però, se fosse stato necessario, cioè se volevi, avrei preso in prestito qualche tomo dalla Biblioteca e le avremmo imparate insieme.»
«Che cerchi di fare, per l'esattezza? Speravo che potessi insegnarmi più qualche tecnica di combattimento, in verità. Sai per difendermi.»
Djævel sospirò piano. «Quello lo faccio ogni giorno, però se preferisci-»
«Okay, va bene.» Eros alzò le mani in segno di resa, facendo un sorriso tenero, ma timido. Sembrava piuttosto disorientato. Soprattutto quando si era presentato con delle matite, passandogliene una, senza dire nulla. Djævel sapeva di non essere un campione nella comunicazione, tutt'altro. Ma aveva anche pensato che Eros potesse conoscere davvero così poche cose di se stesso, al di là del sesso, droga e alcol. All'Eden era importante fosse un bel faccino e nient'altro.
Voleva solo dargli una possibilità di conoscersi meglio. «Che ne sai? Magari sai disegnare bene-»
Eros si accomodò sul materasso, sedendosi a indiano. Inclinò il capo. Nel suo sguardo c'era un luccichio felice. «Okay, cosa disegniamo? Tu sai farlo?»
Djævel corrugò la fronte. Poi scosse il capo in maniera meccanica. «Ah, assolutamente no. Faccio schifo a disegnare.»
Eros scoppiò in una risata, cercando di soffocarla in qualche modo. Cadde di peso sul materasso. «E come credi di riuscire a insegnarmelo?»
«Non voglio insegnartelo. Possiamo fare qualcosa di diverso, che cazzo ne so. Immagina se scoprissi di avere un talento per il disegno.» Si strinse nelle spalle, sedendosi sul bordo del letto.
Eros si protese verso di lui. Il suo profumo alla vaniglia era sempre più vicino, addosso. Era intenso e inebriante. Si ritrovò a socchiudere gli occhi senza neanche rendersene conto.
«Sicuro di non volerne approfittare?» Eros gli sfiorò il collo con le labbra.
Djævel si spostò di scatto. Prese a sistemarsi nevroticamente il colletto della divisa. «Non devi lavorare con me. Non sono qui per questo.»
Eros si corrucciò. «Volevo solo dimostrarti di esserti grato-»
«E mi basterà un semplice e solito grazie.» Gli passò una matita e poi un foglio. «Oppure possiamo leggere un romanzo. Ne porto uno, leggiamo per qualche ora e poi andiamo avanti insieme la prossima volta che vengo.»
STAI LEGGENDO
𝐒𝐡𝐚𝐝𝐨𝐰𝐬 𝐚𝐧𝐝 𝐂𝐡𝐚𝐨𝐬
AdventureSol è una città di luce e futuro. Che poi nasconda il proprio volto crudele e disumano nelle piccole zone d'ombra, non è un mistero. A seguito dell'Incidente, il mondo è diviso tra il futuro in Akademie e quello alla Mostra. Una linea sottile divide...