Djævel
Doveva essere una giornata normale. Si era preparato mentalmente a cercare di essere calmo e non perdere il controllo.
Ovviamente la vita si divertiva a circondarlo di idioti, per cui i suoi obiettivi mattutini andavano sempre a farsi fottere nel giro di poche ore.
Si tirò in piedi prima che Lilian si svegliasse e gli chiedesse come stesse procedendo insieme a Lysa. Non moriva particolarmente dalla voglia di farsi fare un terzo grado al risveglio.
Scivolò lentamente giù dal letto, attento a non farsi male, e uscì veloce dalla camera, dopo aver recuperato la propria divisa. Si rivestì in fretta e abbandonò casa di Lylian. Non riusciva neanche a sentirla come propria.
Al mattino Sol sembrava risvegliarsi da uno strano tepore. Le ombre della notte si rischiaravano, nascondendosi nelle poche zone d'ombra, pronte a inghiottire il primo dei malcapitati.
Djævel si fermò a fare una breve colazione per strada, prima di raggiungere l'Akademie.
Ficcò le mani nelle tasche dei pantaloni. Non dormiva da tempo e la stanchezza iniziava a logorarlo lentamente. Il futuro lo terrorizzava e non poterlo controllare ancora di più. Non sapere come la sua giornata sarebbe potuta peggiorare ad ogni ora lo faceva letteralmente impazzire; così, anziché cercare una soluzione, si lasciava andare in balìa delle onde.
Osservò il palazzo dell'Akademie da lontano e un groppo gli si formò in gola. La notte del giuramento non lo abbandonava da giorni. Quei ricordi continuavano a pesargli addosso. Aveva venduto la propria anima a quello stesso Governo che aveva ucciso la sua famiglia e che lui continuava a seguire con sacra devozione.
Salì i gradini dell'accademia. Il rumore degli stivali risuonavano sul marmo dei gradini. Non appena mise piede all'interno, Ægon gli corse incontro col fiatone. Poggiò le mani sulle ginocchia, prendendo grossi respiri. «Ti stavano cercando.»
Djævel aggrottò la fronte. Il cuore cominciò a palpitargli con violenza nel petto. «Che succede?»
«Hanno catturato uno dei ribelli che hanno visto girare di notte insieme a Thanatos.»
«Cosa?!» Djævel lo seguì a passi spediti. «Ti hanno detto dove lo tengono?»
Ægon deglutì. Da tempo non gli era sfuggito il suo terrore per gli spazi angusti. Si incupiva di colpo e il suo respiro si faceva sempre più corto dal nervosismo. Lui si guardò intorno, accertandosi non ci fosse nessuno nei paraggi. «Hanno pensato che le segrete fossero scontate, nel caso venissero a cercarlo.»
Djævel si ritrovò stranamente a concordare. Per una volta non avevano delle idee di merda. Avrebbe dovuto congratularsi coi suoi uomini.
«Lo hanno portato in uno dei laboratori. Insieme a uno dei ragazzi che ieri era di turno. L'unico sopravvissuto.»
«Andiamo, allora. Sembrano quasi i premi di una lotteria.» Djævel gli andò dietro, lasciandolo passare in avanti. «Chi altro lo sa?»
Ægon si voltò a guardarlo di scatto, rischiando di inciampare per la frenesia di muoversi. «Solo il preside. Lo ha detto a me, perché dice che, a quanto pare, ti fidi di me. Sai, per la storia dell'incarico...»
Djævel annuì. Una morsa gli attanagliò lo stomaco. Se solo avesse saputo che razza di mostro era, forse, Ægon avrebbe smesso di guardarlo con tanta devozione. «Bene, andiamo allora.»
Ægon camminò in avanti a passo spedito. Insieme superarono diverse orde di studenti. Djævel si grattò dietro la nuca, in tensione. Chissà quanto avrebbe detto il prigioniero. «Sappiamo il suo nome, almeno?»
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𝐒𝐡𝐚𝐝𝐨𝐰𝐬 𝐚𝐧𝐝 𝐂𝐡𝐚𝐨𝐬
AdventureSol è una città di luce e futuro. Che poi nasconda il proprio volto crudele e disumano nelle piccole zone d'ombra, non è un mistero. A seguito dell'Incidente, il mondo è diviso tra il futuro in Akademie e quello alla Mostra. Una linea sottile divide...