ThanatosEra così stanco delle solite noiose persone. Saltò da un tetto all'altro, scivolando ancora una volta nel vuoto. Il pericolo lo faceva sentire così vivo; la vista obnubilata dall'eccitazione del baratro.
In equilibrio, come sul filo del rasoio, su una corda, si ritrovò a fischiettare divertito, libero di essere. Ficcò le mani nelle tasche dei pantaloni, puntando poi lo sguardo verso l'alto, rivolto alla Luna.
«Cavolo, ma come cazzo fai?» Eros se ne stava in piedi di fronte a lui su un tetto. Teneva le mani sui fianchi, guardandolo con quel solito sguardo da cucciolo confuso.
Thanatos rischiò di perdere l'equilibrio per un istante, per restare a fissarlo. «L'ho sempre fatto fin da bambino.»
Eros sorrise, ciondolando il capo di lato. «Ti immagino da bimbo. Un piccolo psicopatico in erba impegnato a prendere a calci i suoi vicini...» poi tossicchiò in imbarazzo. «Non vorrei immaginare un bambino con un'inquietante maschera demoniaca, puoi darmi alcuni dettagli?»
Probabilmente Eros lo credeva davvero stupido fino a quel punto. Si ritrovò a scrollare le spalle. «Capelli ricci e rossi come le fiamme dell'Inferno e occhi spiritati.» Assunse di proposito un tono di voce profondo e inquietante.
Eros sospirò frustrato. «Certamente, ho capito. Va bene, almeno ci ho provato.»
Thanatos roteò gli occhi, sentì il rumore metallico del meccanismo della maschera seguire i suoi stessi movimenti. «Sei proprio un idiota.» Si mosse in bilico sulla fune, fino a raggiungere Eros sul tetto di fronte.
Lo sentì fischiare sovraeccitato. Era da un po' di giorni che stargli dietro era impossibile. Quella sera lo aveva portato con sé in giro, perché iniziava a comportarsi come un bambino. Gli chiedeva il perché di qualsiasi cosa. E adesso voleva godere un po' della notte e delle sue stelle, così gli aveva detto.
Thanatos dava per scontato che volesse fare anche le cose più semplici e banali, che aveva smesso di fare da quando era diventato uno dei tanti fantasmi dell'Eden.
«Sei davvero forte!» Eros agitò un braccio, mentre atterrava sul tetto ai suoi piedi.
Thanatos si bloccò sul posto.
«Sei davvero forte, ragazzo!» La voce di suo zio rimbombò tra le pareti della sua mente. Un uragano di ricordi sepolti e pugnalati lo confuse, come un pugno allo stomaco assestato con violenza.
All'improvviso era di nuovo un ragazzino minuto con la testa all'ingiù, in equilibrio con le gambe su una corda sospesa nel vuoto, come un funambolo. L'acrobata del circo più famoso in città.
«Volevi parlarmi, zio?»
«Scendi, forza. Ho una proposta per te e tua madre. Potreste essere liberi, no?»
Da ragazzino aveva già imparato di non potersi fidare degli uomini adulti. Tutti mentivano e giocavano una partita pericolosa a nascondino. L'obiettivo era nascondere i propri mostri nell'armadio per poi liberarli col primo malcapitato.
Thanatos sospirò piano e riprese coscienza, quando Eros gli schioccò un paio di dita davanti al volto. «Stai bene?»
«A meraviglia.» Thanatos gli si avvicinò, quanto bastava per poter sentire il suo buon profumo. «Vuoi fare qualcos'altro, questa sera? Sono il tuo baby-sitter a completa disposizione.»
Eros fece una risatina, accostando il volto al suo. «Ammettilo che ti stai divertendo anche tu, però.»
Thanatos trattenne il fiato per qualche istante. Fissò gli occhi chiari di Eros, poi scese a percorrere la forma delle sue labbra. Tornò a guardarlo negli occhi, ma prima ancora che potesse parlare, un piccolo bip attirò la sua attenzione.
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𝐒𝐡𝐚𝐝𝐨𝐰𝐬 𝐚𝐧𝐝 𝐂𝐡𝐚𝐨𝐬
AdventureSol è una città di luce e futuro. Che poi nasconda il proprio volto crudele e disumano nelle piccole zone d'ombra, non è un mistero. A seguito dell'Incidente, il mondo è diviso tra il futuro in Akademie e quello alla Mostra. Una linea sottile divide...