Capitolo 15

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Aaliyah

«Che cazzo stai dicendo? Allora, perché ai due mocciosi non hai fatto fare nessun tipo di prova?» Thanatos strinse forte i pugni, tanto che si sentì stridere la pelle dei suoi guanti, nel silenzio generale della stanza.

Aaliyah capiva la sua preoccupazione, aveva insistito quasi come un martello pneumatico pur di convincere Doom ad accogliere Eros tra i ribelli. Ma non poteva paragonarlo a due bambini che avevano perso tutto.

C'era una strana aria elettrica. Doom guardava con un sorrisetto sadico Eros. Poi si girò in direzione di Thanatos e alzò il mento verso di lui, come a sfidarlo. «Qualcosa in contrario, forse?» Si piantò davanti a lui, i pugni chiusi in una morsa. Le vene sul dorso della mano si erano ingrossate. «Non ho ben capito, sei forse contrario alle nostre regole? E come mai? Riconoscerai che Eros, qui, non ha sei anni.»

Thanatos tremò nervoso. Si scambiò un'occhiata con Aaliyah, che scosse piano il capo. Non era pronta a vederlo di nuovo discutere con Doom. L'ultima volta aveva provato a ribellarsi, ma l'uomo lo aveva ridotto quasi al pari di uno straccio. Thanatos era pur sempre sotto contratto con lui. Non poteva rischiare così tanto. Avrebbero trovato comunque una soluzione.

Doom si protese ancora di più verso Thanatos. Gli occhi di ghiaccio sembravano volerlo aprire in tante parti. Lo afferrò per la divisa, tirandolo a sé. «Non ho capito, allora. Hai qualcos'altro da dire?»

Eros osservò entrambi. Lanciò un'ultima occhiata disperata ad Aaliyah, poi si schiarì la voce. «Va bene. Non c'è problema. Affronterò tutto quello che sarà necessario.»

Thanatos sbuffò rumorosamente. Prese un paio di grossi respiri, prima di liberarsi dalla presa di Doom. «Okay. Va bene.»

Doom fece schioccare la lingua contro il palato. Poi gli assestò un paio di buffetti sulla maschera metallica e ridacchiò. «Ma che bravo cagnolino.» Guardò poi Eros, indietreggiando verso la porta. «Buona fortuna, immagino.» Li lasciò soli.

Aaliyah prese un grosso respiro. Adocchiò Thanatos al suo fianco, impegnato a sistemarsi la giacca sgualcita. «Pezzo di merda.» Lo sentì bofonchiare.

«Siamo sicuri che non sia troppo pericoloso?» Eros si muoveva nella propria stanza avanti e indietro, come un forsennato, dopo che Doom ebbe abbandonato la camera. «Insomma, non è che all'improvviso io sia diventato uno di quei giullari da circo-»

«Ehi!» Thanatos gli puntò un dito contro. «Guarda che essere equilibristi di quel calibro è difficile. La loro è un'arte.»

Aaliyah roteò gli occhi al cielo. Ogni volta che si parlava del circo, di colpo Thanatos ne diventava un paladino di giustizia. Si chiese quali altri gusti strani potesse avere quel deficiente psicopatico.

«Sì. È un tantino pericoloso, ma ci siamo riusciti tutti, non vedo perché tu non potresti.» Aaliyah si accomodò sul letto di Eros, lasciandosi sfuggire un sorriso per quanto fosse comodo.

E trovava divertente che Thanatos avesse preso il proprio materasso per la camera di Eros, accontentandosi di uno di poco conto per sé, perché tanto non dormiva quasi mai lì con loro. Parole sue.

Thanatos si strinse nelle spalle, sistemandosi meglio il cappuccio in testa. «Il Salto lo farai tra un paio di settimane, al massimo. Nel frattempo, io e Aaliyah possiamo allenare un po' quei muscoli flaccidi.»

Aaliyah si appuntò mentalmente di dovergli insegnare qualche tecnica di seduzione che non comprendesse offese ripetute più volte.

Eros aggrottò la fronte, scoccandogli un'occhiataccia. «Non ho i muscoli flaccidi. Ti ricordo, dolcezza, che ero il più desiderato dell'Eden per un motivo.»

𝐒𝐡𝐚𝐝𝐨𝐰𝐬 𝐚𝐧𝐝 𝐂𝐡𝐚𝐨𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora