Prologo

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-Non voglio che tu parta.
-Scusa. Che dovrei dirti? Scusa.
Appoggiati con le braccia al parapetto sopra la spiaggia, entrambi scrutavano il mare. Il bagnasciuga era deserto.
-Non ti scusare, hai ragione. Non è colpa tua, sono un'illusa, pensavo solo che staresti stato "per sempre con me". Come tipo nelle favole. Ma devo smetterla di fantasticare.
-No, se ti piace non smettere. Fantastica, perché tanto tornerò.

La baciò. Ma davvero. Cioè, mi spiego. Ci sono tanti modi per baciare. Quando si ama, si bacia in modo diverso. Quello che le diede, fu il bacio di chi ama. Bocca, labbra. Le mani tremanti che cominciavano a risalirle i fianchi. Morsi. Pizzichi sul mento. La felicità lo colmava, a pieno. 'Amo Sonia.' Pensava. 'La amo.'
Poi il bacio finì. Come tutte le cose belle.
-Vaffanculo.
-Sei arrabbiato? Con me?
-Ma no. Con te..no. Con me stesso. Con il mondo. Dio, come faccio a spiegarti?
Tirò un calcio alla ghiaia.
-Mi mancherai. Questo. Per questo vaffanculo. Mi sono affezionato a te. Vaffanculo, sì, a te.
Alzò lo sguardo dal terreno e la guardò dritta negli occhi. Quando le lanciava quelle occhiate, pensava lei, le faceva paura. Le si gelava il sangue, nelle vene. Aveva paura sì, perché si rendeva conto dell'amore, di quanto fosse sconfinato e potente, ciò che lei provava per lui. Di quanto potesse da un momento all'altro crollarle sopra e distruggerla. Avvertì una strana sensazione alla pancia.
-Mi mancherai anche tu, perciò anch'io ti dico, vai a fare in culo. Ma amami. Amami.
-Ti amo- disse quasi urlando. -Ti amo, ti amo!
Lei crollò fra le sue braccia. Letteralmente.
-Oh, che c'hai?
-Ti amo. Anch'io.

Rimasero lì abbracciati, per molto tempo. Si stavano preparando psicologicamente a una nuova battaglia, forse. La distanza. Lei Salerno. Lui tornava a Milano.
Ma la loro battaglia, per trovarsi, era iniziata mesi prima.

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