Le facevano male il braccio e le gambe. E la pancia, e la testa. Le faceva male tutto.
Non aveva avuto la forza fisica e mentale di opporsi a Martina, di sottrarsi agli strattoni che le dava per manovrarla fra la folla, alle sue unghie lunghe laccate in gel conficcate nel braccio.
Non aveva idea di in che parte del locale fosse, si era solo lasciata trascinare. Le era parso di dover alzare le ginocchia a un certo punto, quindi suppose di aver salito delle scale.
Ora si erano fermate in un punto dove le sembrava che la musica si sentisse di meno, o forse era solo una sua impressione indice del fatto che stesse per svenire.
-Questa è Sonia.
Le parve di sentire quella stronza fare le presentazioni. Davanti a lei c'erano tipo otto ragazzi, appoggiati al muro con un canna in mano. O forse erano solo quattro, dato che lei vedeva tutto doppio e sfocato.
Uno dei tipi disse qualcosa e Martina prese a ridere in quella sua maniera da gallina che sta venendo squartata.
Sonia nel mentre continuava a rivedere nella sua testa la cazzo di scena di Mirko e Martina ballare, appiccicati... Non immaginava che la gelosia facesse così male.
Aspetta un attimo. Gelosia? Lei era gelosa?!
Stava rimuginando su questo e sugli altri sentimenti che non riusciva a interpretare quando avvertì qualcuno affiancarsi a lei. Sperò con tutta se stessa che fosse Mirko, che fosse venuto a prenderla e a portarla via sulla sua Ford nera. Oh sì, era decisamente ubriaca.
Si girò di scatto per guardare quel qualcuno in faccia, e quel movimento brusco le fece girare ancora di più la testa e ritornare i conati. Comunque non era Mirko. Era un ragazzo, anche lui biondo, ma decisamente meno bello e affascinante. "Ma che cazzo mi metto a fare paragoni", pensò subito. Si concentrò e gli chiese di ripetere la domanda che le aveva fatto.
-Non parli molto, vero?
-No, sono.. stanca.
Aveva la voce impastata.
-Sei ubriaca. - ribatté lui con tono piatto, quasi di superiorità, ma non disprezzo. Si portò alle labbra uno degli ultimi tiri dello spinello che teneva in mano. Soffiò fuori il fumo.
Sonia non sapeva più cosa dire. Che cazzo avrebbe dovuto dire? "Sì, io sono ubriaca, ma tu sei un fattone"?
Il ragazzo diede gli ultimi tiri che rimanevano e schiacciò il filtro in un posacenere su un tavolino. Colse l'occasione per voltarsi e osservarla meglio.
Era magra, minuta. La pelle del viso chiara, faceva contrasto con i suoi occhi scuri, che in quel momento erano spenti e fissavano il vuoto.
Lui spostò il suo sguardo più in basso.
Indossava calze lunghe nere che le fasciavano le gambe sottili, una gonna sempre nera, fino al ginocchio e ai piedi gli stivaletti Dr Martens, verdi.
Dalla vita in su, un giubbotto invernale Colmar slacciato davanti.Ogni tanto veniva scossa da brividi.
I capelli ricci le ricadevano sulle spalle e le incorniciavano il viso pulito. Solo il mascara era un po' colato.
Non era affatto male, ma della faccia a lui non importava un cazzo. In discoteca si va per rimorchiare per poi scopare. E quella sera non aveva ancora cuccato.
Con la scusa del "hai qualcosa sulla guancia" si avvicinò, le circondò il busto con le braccia intrappolandola e quando lei fece per urlare le ficcò la lingua in gola.
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Stravolgimi il Domani
Teen FictionSonia non è mai stata accettata da nessuno, nemmeno lei stessa ci riesce. Ma d'improvviso (qualcuno) cambierà qualcosa.