Capitolo 6

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La cosa che faceva veramente schifo dell'avere un padre solito ad alzare un po' troppo il gomito era il fatto che non si poteva mai sapere in quali condizioni o umore lo si trovava una volta varcata la soglia di casa.

A Sonia era già capitato di rientrare e trovarlo a terra svenuto (o semplicemente addormentato, non poteva saperlo) in una pozza di vomito. E poi dovere pure pulire il vomito. E poi, quando si lui si era risvegliato, sorbirsi urla e sberloni. Perché? Perché era sbronzo.

Quel giorno era stata fortunata: Mario stava sul divano a guardarsi una telenovela. Sicuramente qualche replica de Un Posto al Sole, la soap opera preferita di sua madre, che non viveva più con loro e della quale suo padre non aveva ancora smaltito l'abbandono. Be', se per questo nemmeno gli altri membri della famiglia, ma Sonia e suo fratello mica si ubriacavano quasi ogni sera.

Mangiò la pasta che suo padre le aveva lasciato nel microonde e una volta in camera si buttò a peso morto sul letto, facendolo scricchiolare nonostante fosse magrissima. Era decisa a recuperare un po' di sonno. Sfilò il cellulare dalla tasca e appoggiata su un fianco controllò Whatsapp. C'era un messaggio da Martina. Si drizzò seduta per lo stupore e per leggerlo meglio.

Ciaoooo, volevo avvisare che la festa per Mirko non si farà più a casa mia ma al prince e non stasera ma fra una settimana!! Sò che non vedete l'ora ;) ha domani

Sonia rabbrividì per l'ortografia di quella smorfiosa, ma era comunque contenta di avere più tempo per decidere se andare alla festa o no. In primis, era contenta anche solo per aver ricevuto un invito a una festa (in discoteca), anche se era chiaramente un impersonale copia-incolla. Le tornarono in mente le parole di Alessia, "è solo un pretesto per prenderci in giro". Decise che non le importava. Quell'occhiolino del messaggio suonava come una sfida. Non si sarebbe tirata indietro. Digitò un veloce "okay", che le sembrava la risposta perfetta: non lasciava trasparire né il fatto che fosse venuta né che avesse declinato (se avesse cambiato idea).

Ancora una volta le era passato il sonno. Finì qualche frase da tradurre di inglese che era per compito delle vacanze. Si fece una doccia e preparò i vestiti per l'indomani avendo cura che nessun indumento fosse bucato, scucito o macchiato. Per cena Mario aveva cucinato due bistecche. Mentre mangiavano le fece le solite domande riguardo la scuola; Sonia si sentì in dovere di parlargli dei libri di testo che dovevano acquistare. Non poteva nascondere la cosa per sempre. Come si aspettava, l'uomo ebbe un sussulto e gli andò di traverso la carne quando udì il totale della spesa.

-Papà ma possiamo sempre prenderli usati, costano di meno, non ti preoccupare.

-Sì sì, faremo così.

Anche se la sua espressione era totalmente cambiata, stava affrontando bene la cosa. Era davvero di buon umore. Sonia decise di cogliere la palla al balzo e rischiare il tutto per tutto.

-Hai fatto il giro di qualche cantiere oggi?

Suo padre, da che lei ricordi, aveva sempre fatto il muratore per una stessa compagnia, che due anni prima era fallita totalmente a causa della crisi. In poche parole, aveva mandato tutti a casa. Ciò, oltre a gettare il pover'uomo in depressione, aveva sancito la fine del suo rapporto con la moglie. Per ora vivevano con il sussidio di disoccupazione e i pochi soldi che mandava ogni mese suo fratello da Napoli. Mario doveva cercarsi un lavoro al più presto.

Mentre il padre masticava, Sonia sentiva l'ansia chiuderle la bocca dello stomaco. Si pentì di aver fatto quella domanda. Sapeva che il padre era capace di passare dal fare il comprensivo a sbraitarle contro in una manciata di secondi. Poi lui smise di masticare.

-No, oggi sono stato a casa. Non me la sentivo - mise in bocca uno degli ultimi bocconi e continuò a bocca piena: -Domani vado. Promesso, piccola.

Le scappò un sorriso. Si alzò per sparecchiare, lavò i piatti, diede la buonanotte e si addormentò appena toccò il cuscino.

Stravolgimi il DomaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora