Non è che il ragazzo avesse tanta scelta, l'unico posto libero era in prima fila. Lì avrebbe dovuto sedere Raul, che non era presente perché aveva allungato le vacanze in Romania, suo paese d'origine.
Prima di sedersi Mirko si girò indietro verso Sonia e le rivolse un gran sorriso. Lei arrossì, senza volerlo, e abbassò gli occhi. Decise di staccare le cuffiette per seguire meglio la conversazione che si stava svolgendo.
Vabbè, i soliti convenevoli. "Io sono Gennaro", "Io Antonio". E non poteva certo mancare Martina che, appurato il fatto che Mirko venisse da Milano, cominciò a tartassarlo di domande dicendo che Milano era il suo sogno, che per il suo compleanno i suoi genitori le avevano promesso di portarla, che 'su al Nord' è tutto meglio, più figo, e altre minchiate. Tutto per catalizzare su di lei e sul suo davanzale l'attenzione di quel povero Cristo, che nonostante questo la ascoltava solo per educazione.
In realtà, al posto di quelle tette, l'unica cosa che in quel momento avrebbe voluto vedere era suo zio che spalancava la porta di quel buco di classe di quella fatiscente scuola, portandolo via e rispedendolo a Milano col primo treno.
Quei ragazzi non erano male, anche la prof era sembrata gentile, ma lui non poteva non odiarli a priori. Voleva tornare a dormire. Nel suo letto. Della sua vera casa, in Lombardia.
Intanto altri ragazzi gli si erano parati davanti e cercavano di fare conversazione. Lui rispondeva a monosillabi, cercando di essere cordiale e mantenere i nervi saldi. Se non avesse avuto autocontrollo avrebbe già mandato tutti a fanculo.
-Ma ti sei trasferito o stai qui per poco?
-Trasferito.
-Sei del duemila come noi?
-Sì.
-Ma vivi a Salerno?
-Un po' fuori.
-Ti piace qua?
-Sì.
-E' la prima volta che vieni?
-No.
Intanto la prof era rientrata. "Tutti ai propri posti". Tutti andarono ai propri posti. Poi lo guardò negli occhi e sorrise. Troppi sorrisi falsi quel giorno, per i suoi gusti.
-Abbiamo controllato. Come al solito si è dimenticata di avvertirmi, la segretaria. Mirko è ufficialmente un nuovo membro della classe. Mi aspetto accoglienza da voi.
Guardò l'orologio.
-E un'ora si n'è iuta. Spero che abbiate avuto tempo per le presentazioni. A domani ragazzi.
Appena fu uscita Mirko si girò di nuovo verso Sonia. Era sempre lì, seduta dietro al suo banco. Avrebbe voluto andare a parlarci, ma Martina gli si fiondò praticamente in braccio e lo distrasse di nuovo quasi totalmente.
STAI LEGGENDO
Stravolgimi il Domani
Teen FictionSonia non è mai stata accettata da nessuno, nemmeno lei stessa ci riesce. Ma d'improvviso (qualcuno) cambierà qualcosa.