<<Dobbiamo trasferirci in Germania>>
Quattro parole pronunciate da mio padre, che mi fecero quasi strozzare con il caffè che stavo sorseggiando, tossii e lo guardai con gli occhi spalancati, mio padre rimase fermo e composto come se mi avesse appena detto "scendo a prendere il pane", mi ricomposi immediatamente e scoppiai a ridere <<Questa si che era bella, ci ero quasi cascata!>> esclamai mentre ridevo <<Vic, non so come dirtelo ma non sto scherzando, non scherzerei mai su una cosa del genere>> ribatté mio padre con la sua seria espressione, smisi di ridere dopo aver realizzato che era serio e non stava scherzando <<Cosa...cosa dici? Perché dovremmo?>> dissi e spostai lo sguardo verso mia madre che stava appoggiata al lavandino della cucina con un espressione triste, poi guardai mio fratello che stava seduto vicino a mio padre, anche lui con un espressione triste <<A lavoro mi hanno fatto una grande offerta per la Germania, mi pagherebbero il doppio di quello che guadagno qui>> rispose mio padre <<Non puoi portarmi via da qui, questa é casa mia e non voglio andarmene, ho tutti i miei amici qui!>> mio padre cominciò ad innervosirsi e disse soltanto: <<Victoria, non c'è un si o un no, andremo e basta, aldilà degli amici e della scuola>> e si alzò dalla sedia mentre si aggiustava la cravatta con fare nervoso, guardai di nuovo mia madre che non disse nulla <<Io non vogl->> non ebbi nemmeno tempo di finire la frase che un forte rumore sul tavolo mi fece sussultare e mi fermò, mio padre diede un pugno al tavolo e stetti zitta, abbassai lo sguardo e pensai che era meglio non dire nulla quando mio padre si arrabbiava, il suo era un gesto per dirmi di stare zitta e che era meglio non continuare a parlare e accettare la realtà. Mi alzai e me ne andai nella mia camera mentre le lacrime si facevano strada sulle mie guance, chiusi la porta dietro di me e mi rannicchiai per terra a piangere silenziosamente. Dopo qualche ora qualcuno bussò alla mia porta <<avanti>> dissi con un sospiro e mio padre entrò in camera, in quel momento era più calmo <<Vic, mi dispiace per prima, non volevo dirtelo in quel modo, anche a me dispiace lasciare la nostra città ma devi capire che per me e tua madre è una grande offerta questa>> disse mio padre <<Si papà lo capisco, davvero, ma è che io qui ho la mia vita, la mia infanzia, tutto>> risposi mentre guardavo a terra, sentii mio padre prendere un respiro profondo prima di dire: <<Lo so, lo so... Ma starai bene anche in Germania, ti ho iscritto ad una scuola che secondo me amerai, avremo una casa come quella che abbiamo ora e ti farai nuovi amici e l'estate potremmo ritornare qui>> sospirai e annuii <<Tanto non ho scelta quindi é inutile stare qui a discutere>> dissi mentre feci spallucce, l'uomo di fronte a me annuì e io chiesi <<Quando partiamo?>> <<La settimana prossima>> annuii e mio padre se ne andò da camera mia. Mi misi sul letto mentre guardavo fuori dalla finestra e pian piano mi addormentai.
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Everything is better with you
FanfictionVictoria Miller ha 18 anni , é il 2008, e frequentava la scuola a San Diego finché un giorno suo padre le annunciò che lei e la sua famiglia si sarebbero dovuti trasferire in Germania a Magdeburgo dove incontrerà Tom Kaulitz che le stravolgerà la vi...