una settimana dopo
ci svegliammo alle sei di mattina per poi prendere l'aereo che ci avrebbe portato in Germania, a Magdemburgo. Alle nove di mattina io, mio padre mia madre e mio fratello salimmo sull'aereo, quella mattina non mi ero nemmeno truccata, mi ero messa solo dei pantaloni grigi di una tuta e una maglia stretta nera, non avevo voglia di fare nulla. Guardai fuori dal finestrino dell'aereo San Diego per l'ultima volta e mi persi nei miei pensieri, o meglio, ricordi. Mi riportò alla realtà l'hostess che disse <<Signorina deve allacciarsi la cintura>> indicò la cintura slacciata ai miei lati, sorrisi e dissi <<Mi scusi, ero distratta>> mi allacciai la cintura e mio fratello vicino a me sbuffò <<Non c'è bisogno di fare la depressa>> disse, io e mio fratello non eravamo legati, lui era quattro anni più grande di me, non tanto, ma lui aveva ventun anni ed era diventato un imprenditore, quindi viaggiava spesso per lavoro ma in generale anche quando eravamo piccoli lui usciva sempre con gli amici o giocava ai videogiochi. Molti mi dicevano che era normale dato che era un maschio ma a volte mi dispiaceva non avere un rapporto di complicità con mio fratello. Sbuffai a mia volta <<Ma chi ti ha chiesto nulla?>> dissi con tono annoiato <<É da quando che papà ti ha detto che ci saremmo trasferiti che fai la depressa, su smettila>> rispose lui <<E tu fatti i cazzi tuoi>> sbottai e mia madre che stava seduta dietro di noi ci disse <<Smettetela subito!>> entrambi alzammo gli occhi al cielo ma non parlammo. Durante il viaggio mangiai un Twix e poi appoggiai la testa sul finestrino mentre ascoltavo un po' di musica e finii per addormentarmi. Mi svegliai un ora prima dell'atterraggio grazie al signore davanti a me che russava <<Non si può neanche dormire in pace ora>> sussurrai infastidita dall'essere stata svegliata. Mi alzai e mi diressi verso il bagno, mentre camminavo mi distrassi per guardare un ragazzo che mi stava sorridendo e andai a sbattere contro una persona, mi correggo, il petto di una persona, alzai lo sguardo e vidi un ragazzo, aveva dei dread locks che erano legati in una coda alta e portava un cappello rosso, indossava una maglia gigantesca bianca con una scritta rossa, e dei jeans a sua volta grandissimi per lui, mi soffermai su un dettaglio del suo viso, aveva un piercing al labbro inferiore, la sua faccia era angelica, dire che era bello era pure poco. Ero così impegnata a guardarlo che non notai che quando gli andai a sbattere contro aveva in mano una coca cola che ora era sparsa sulla sua maglietta bianca <<Oh mio dio mi dispiace...>> dissi tirando fuori dalla tasca dei fazzoletti e offrendoglieli <<Guarda dove vai, cazzo>> disse lui arrabbiato <<Mi dispiace... se vuole posso aiutarl->> <<levati dal cazzo>> disse lui interrompendomi mentre tamponava la maglia con un fazzoletto che gli avevo offerto, mi morsi il labbro per l'imbarazzo che provavo, ma allo stesso tempo rabbia per come mi aveva trattata, lo superai e andai in bagno mentre mi sentivo la faccia andare a fuoco. Restai in bagno per dieci buoni minuti cercando di riprendermi da quello che era appena successo. Quel ragazzo era di certo stupendo, ma stupendo quanto stronzo, insomma, non l'avevo fatto apposta e mi ero scusata, non c'era bisogno che si comportasse da stronzo. Mi sciacquai la faccia e tornai al mio posto. Quando arrivammo prendemmo un taxi che ci portò alla nostra nuova casa. Prima dell'entrata c'era il giardino con un vialetto, aspettai pazientemente che mio padre aprisse la porta ed entrai, il soggiorno era grande e c'era un divano nero a tre posti e una grande tv appesa al muro era davanti ed esso, per terra c'era anche un tappeto bianco e davanti al soggiorno si affacciava la cucina di cui l'arredamento era moderno e di colore bianco, c'era un corridoio con una stanza, la aprii e c'era lo sgabuzzino vuoto per ora, spostai lo sguardo a destra dove c'era una scala. Salii al piano di sopra dove vi era un corridoio con tre stanze <<Questa é la tua, Vic>> sentii la voce di mia madre dietro di me e stava indicando la stanza in fondo al corridoio <<oh ok grazie>> dissi e mia madre rispose con un sorriso prima di entrare nella prima stanza, che intuii sia la sua e di mio padre, percorsi il corridoio ed entrai nell'ultima stanza, era grande quanto quella che avevo a San Diego e c'era un letto al centro, due giorni fa io e mio padre abbiamo ordinato una camera che mi sarebbe dovuta arrivare quattro giorni dopo l'ordine, beh ecco, in generale una camera arriva dopo mesi ma mio padre aveva delle ottime conoscenze perciò mi sarebbe arrivata dopo soli quattro giorni "fortunatamente tra due giorni avrò una stanza nuova" pensai tra me e me e posai a terra le mie valigie e mi sdraiai sul letto che cigolò un po'. All'ora di cena io e la mia famiglia cenammo insieme come al solito, mia madre e mio padre discutevano riguardo la casa e fecero domande a me e mio fratello riguardo ad essa, se ci piacesse, se era bella la zona e altre noiose domande. Appena finimmo tutti di mangiare andai in camera mia sbuffando, mi cambiai e mi misi il mio pigiama, mi feci il letto e lessi un libro intitolato "twisted love", ma ero talmente stanca che mi addormentai mentre lo leggevo.
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Everything is better with you
FanfictionVictoria Miller ha 18 anni , é il 2008, e frequentava la scuola a San Diego finché un giorno suo padre le annunciò che lei e la sua famiglia si sarebbero dovuti trasferire in Germania a Magdeburgo dove incontrerà Tom Kaulitz che le stravolgerà la vi...