-Victoria

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Tw: scene esplicite
<<Ti ho detto di non muoverti >>
Tom mi rimproverò per la millesima volta. Quando eravamo arrivati non mi aveva nemmeno dato il tempo di capire dove eravamo che mi aveva ordinato di chiudere gli occhi, poi mi guidò in un punto a me sconosciuto e prese quella che supponevo fosse una sciarpa. Una folata di vento fresco mi mosse i capelli e poi udii il rumore del mare <<Tom, ma dove siamo?>> chiesi, impaziente, mentre quest'ultimo era impegnato nel riuscire a fare un nodo alla benda sui miei occhi <<Se te lo dicessi non avrebbe senso metterti la sciarpa per coprirti gli occhi, sciocca>> mi diede un pizzico leggero sul fianco che mi fece ridere. Mi mossi leggermente ma lui mi tenne ferma. Quando finì dissi: <<Sento il rumore del mare>> <<Caspita, non ti sfugge niente>> <<Zitto va>> ridacchiò e poi poggiò le sue mani sulle mie braccia, guidandomi. Mi domandai se fosse normale il fatto che solo il suo tocco potesse far sentire il mio corpo in fiamme, il modo in cui le sue mani erano calde sulla mia pelle, probabilmente no. Ci fermammo ad un certo punto e Tom lasciò andare la presa e sentii i suoi passi allontanarsi <<Dove vai? Non lasciarmi qui!>> "Oddio e se tutto questo fosse solo uno scherzo per illudermi che qualcosa tra noi é cambiato ?" mi chiesi e iniziai a farmi film mentali su dove potesse essere, "e se ora mi lasciasse qui come vendetta?" ma presto le mie paranoie si rivelarono infondate e mi sentii stupida <<Sono qui. Stai ferma lì. >> la sua voce mi calmò. Un tonfo mi fece sussultare e mi coprii la testa istintivamente <<Ci sei?>> domandai, poi i suoi passi si riavvicinarono a me. Non disse nulla ma mi prese per mano e mi porto dentro un posto. Mi fermò e mi slegò la sciarpa dagli occhi. Dinnanzi a me c'era un grande terrazzo che si affacciava sul mare, le stelle erano molto visibili e luminose, ci trovavamo all' interno di un castello abbandonato. Feci qualche passo e mi persi nel guardare la visuale, poi mi girai verso il ragazzo che mi aveva condotta qui. Lui fece un sorrisetto e poi i suoi occhi si spostarono sul cielo stellato. <<Sembra un dipinto>> constatai, annuì. Tom accese una piccola luce che illuminò il pavimento buio e la posò su un muretto. I nostri sguardi si incontrarono ma io non avevo parole, era come se tutto ad un tratto qualcosa fosse cambiato. Si avvicinò a me, mi prese dai fianchi e con zero delicatezza mi spinse contro di lui. <<Io non lo so, Victoria, se la tua é una maledizione, ma quello che mi fai sentire é sbagliato>> mi persi nei suoi occhi. <<Non lo so neanche io, Tom>>. In un secondo mi ritrovai con la schiena contro il muro, le sue labbra pericolosamente vicine alle mie e le sue mani sui miei fianchi, stingendoli. <<Hai delle labbra bellissime>> doveva essere un pensiero ma mi resi conto di averlo detto ad alta voce, un sorrisetto malizioso comparì sul suo volto. <<É un invito a baciarti?>>  e passò il suo indice sul mio labbro inferiore, lasciai un bacio sul suo dito e sorrisi, ma non risposi. Per qualche minuto ci guardammo negli occhi lui sembrava... vulnerabile. Era come se mi avesse permesso di entrare nel suo mondo e di scavare a fondo del suo cuore. I suoi occhi scivolarono su tutto il mio corpo, facendomi rabbrividire. <<Forse...>> e lo fece. Mi baciò e tutto si fermò, tranne noi due. Sentivo il metallo del suo piercing premere sulle mie labbra, la sua lingua insinuarsi nella mia bocca e le sue mani sui miei fianchi. Non era un bacio passionale né dolce, ma ovviamente non me lo aspettavo dolce da un tipo come Tom. E la verità era che non avevo mai provato una sensazione del genere, così forte e intensa. La me di un mese fa mi direbbe che sono pazza e mi menerebbe anche e non so come tutto questo sia accaduto ma é stupendo. Le sue mani si spostarono sul mio fondoschiena, dandogli una strizzata mentre le mie dita passavano tra i suoi dreads. Il nostro "bacio" durò qualche minuto, fui io ad interromperlo, eravamo entrambi senza fiato ma soddisfatti <<Ti ho mai detto che sei bellissima?>> <<Mmm no>> ridacchiai <<Ora l'ho fatto>> annuii e posai una scia di baci sulla sua mascella ben definita. Quando sentii che Tom si irrigidì mi tirai indietro e lo guardai negli occhi con un espressione confusa <<Ho fatto qualcosa di sbaglia->> <<No. É che non sono abituato a questo tipo di affetto>> sorrisi e dentro di me provai un senso di tristezza ma allo stesso tempo una voglia di dargli tanto affetto, tutto quello che non ha avuto. Non ebbi tempo di parlare che il ragazzo davanti a me mi caricò sulla sua spalla e si incamminò nelle stanze del castello abbandonato ,dopo aver preso la torcia ovviamente <<Guarda che posso camminare!>> dissi e sbuffai <<Non per molto>> quella frase mi fece immaginare un milioni di scenari che non avrei dovuto immaginare. Entrò in una stanza e mi mise giù. Poggiò la torcia su un vecchio mobile e finalmente potei vedere la stanza, aveva un divano al centro, sicuramente pieno di polvere, mi girai verso di lui <<Se pensi che io mi sieda su quel coso pensi male>> rise e scosse la testa <<Aspettami qui, vado a prendere una cosa>> e lasciò la stanza senza darmi il tempo di dirgli che non volevo rimanere da sola. Per distrarmi presi il mio telefono che avevo nella tasca della gonna di jeans e controllai se avessi qualche messaggio o chiamata. Avevo quattro chiamate perse da Emily, tre da Clara e sei da mia madre <<Cazzo...>> imprecai e scrissi a tutte e tre che stavo bene ma non diedi ulteriori informazioni, mia madre mi avrebbe uccisa il giorno dopo, ne ero sicura. Tom ritornò con un telo tra le sue mani <<Visto che la principessa non vuole poggiare il suo bel culetto su questo divano, ci mettiamo questo>> <<E perché hai un telo in macchina?>> chiesi, con sospetto. Accennò un sorrisetto e rispose: << L'ho usato due ore fa per scoparmi una ragazza nei sedili posteriori della mia macchina>> <<Ma la finisci?!>> <<Stavo scherzando, non pensavo fossi così gelosa>> rise e io gli diedi un pizzico sul braccio. Stese il telo sul divano, venne da me e posò le labbra sulle mie. Mentre ci baciavamo mi stese sul divano e lui si sdraiò sopra di me, attento a non poggiare tutto il peso e a non farmi male, un po' di ansia fece eco in me quando la sua mano andò sotto il mio top per strizzarmi un seno, interruppe il bacio e cominciò a succhiarmi il collo mentre la sua mano era sulla mia coscia, chiusi gli occhi e mi morsi il labbro <<Dio...>> lo sentii sussurrare <<Cosa?>> chiesi, leggermente in panico per la paura che magari non gli piacessi, invece disse: <<La tua pelle...sa di cocco e mi piace da matti>> rilasciai un sospiro di sollievo e ridacchiai. Quando riprese a succhiarmi il collo poggiai una mano sui sui dreads, invece la sua era sulla parte interna della mia coscia, già sotto la gonna, i suoi polpastrelli accarezzavano la mia pelle troppo vicina al mio punto sensibile. Si fermò e mi sussurrò nell'orecchio: <<Posso?>> non so perché, forse ero pazza ma annuii e quest'ultimo prese a lasciare tanti baci sulla mia clavicola. Le sue dita arrivarono all'orlo delle mie mutandine e una scarica elettrica attraversò la mia spina dorsale, le scostò di lato e due dita cominciarono ad accarezzarmi lì, alternava a movimenti circolari a movimenti su e giù. Mi scappò un gemito, doveva essere uno ma non riuscii a trattenermi quando infilò un dito dentro di me. <<Tom...>> gemetti <<Dimmi se é troppo>> disse e subito dopo inserì un altro dito. Cominciò a muovere le sue dita dentro e fuori, prima lentamente e poi aumentò il ritmo, facendomi gemere più forte <<Oddio...>> mi sembrò di vedere le stelle <<Tom, Dio mio ...>> <<Vedo che ti piace il mio nome...>> ridacchiò e con la sua mano libera diede un pizzico al mio capezzolo. Inarcai la schiena e chiusi gli occhi, muovendo i fianchi al ritmo delle sue dita. <<Sei vicina al culmine...>> non dissi altro perché venni poco dopo. Mi diede un lungo bacio e quando vidi che si iniziò a slacciare la cintura gli bloccai la mano <<Io...non voglio farlo qui>> sorrise e fece spallucce, poi annuì. Presi il telefono e quando vidi scritto sullo schermo l'orario mi aggiustai le mutandine e balzai dal divano <<É quasi l'una di notte! Devo andare a casa adesso!>> mentre mi disperavo per l'orario Tom stava sdraiato sul divano a prendermi per il culo, aveva le mani dietro la testa e un espressione divertita sulla faccia. <<Alzati subito! Tom!>> si alzò e sbuffò <<Ti ho fatta venire e tu mi ringrazi così, complimenti>> venne da me e mi baciò prima di prendere il telo e la torcia. All'una e qualche minuto ero a casa, prima di scendere dalla macchina mi prese dalla nuca e le sue labbra erano nuovamente sulle mie. Quando provò ad approfondire il bacio mi tirai indietro <<Devo andare, se vuoi vedermi viva domani>> alzò gli occhi al cielo e disse: <<Che coglioni...>> <<Vabbè, buonanotte, principessa>> gli sorrisi in risposta e corsi in casa. Non lo avevo dato a vedere ma ero felicissima della sua buonanotte, beh... quella felicità si trasformò in paura quando vidi in cucina i miei genitori, appoggiati allo stipite della porta con un espressione seria. Ero morta.

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