-Victoria

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La mattina avevo zero voglia di andare a scuola e decisi di rimanere a letto, tanto nessuno se ne sarebbe accorto comunque, mia madre e mio padre erano già a lavoro e anche mio fratello. Sentii dei passi avvicinarsi alla mia camera e mi preoccupai, rimasi in silenzio "Oh dio e se fosse un ladro? Oddio..." pensai. La porta della mia stanza fu aperta e un ragazzo dai capelli corti, biondi e ben pettinati entrò. Mio fratello. Emisi un sospiro di sollievo <<Dio mio, William! Mi hai fatto morire di paura! Pensavo fossi a lavoro!>> esclamai, William si aggiustò la camicia ben stirata che indossava ed ero convinta che mi avrebbe risposto male o cose così, invece la sua espressione era seria e preoccupata allo stesso tempo, se prima ero sollevata ora una brutta sensazione aveva preso eco dentro di me. <<Will, che è successo?>> chiesi notando che aveva le occhiaie ,gli occhi abbastanza stanchi e non era da lui <<Senti, Victoria, devo dirti una cosa>> disse lui in tono pacato, annuii incitandolo a continuare <<So che tra me e te non c'è mai stato il migliore dei rapporti e che ci parliamo a malapena e che probabilmente tu mi odi e che pensi che io ti odi a mia volta...>> si bloccò <<Cosa stai cercando di dirmi, William?>> domandai, con sospetto <<Me ne vado, mi trasferisco a New York>> annunciò e il suo sguardo si spostò sul pavimento. I miei occhi si sgranarono per lo choc. <<A New York...>> ripetei <<Mi dispiace...>> dissi <<Per cosa, Vic?>> <<Per non essere stata una brava sorella... per tutto... per tutte le volte che abbiamo litigato e non ci siamo mai abbracciati o che non ci siamo mai scusati e mostrato affetto, purtroppo ora che ti trasferisci sto capendo che mi dispiace e che...ti voglio bene>> mi alzai dal letto e andai ad abbracciarlo. Mio fratello inizialmente era un po' teso ma poi si sciolse nell'abbraccio e ricambiò <<Dispiace anche a me...>> sussurrò <<Comunque sono contenta per te, insomma, era il tuo sogno no?>> dissi con un piccolo sorriso <<Si... sono contento che tu sia contenta per me>> mi staccai dall'abbraccio <<Basta basta... troppo affetto>> dissi e ridemmo entrambi. <<A parte New York e cose... Tu perché sei ancora in pigiama?>> domandò mentre sollevava un sopracciglio <<Non mi va di andare a scuola!>> risposi sbuffando <<Victoria Grace Miller hai trenta minuti per prepararti, uscire di casa ed andare a scuola!>> esclamò William, sentirlo nominare il mio nome intero mi fece alzare gli occhi al cielo. <<Dai... un giorno di ripos...>> <<Subito!>> Non mi fece terminare e indicò il mio armadio <<Uff... e va bene>> mi arresi e mi alzai. Mio fratello annuì e si incamminò verso la porta di camera mia <<Will, aspetta!>> lo fermai, si bloccò e si girò verso di me <<Quando te ne andrai?>> domandai <<Tra due giorni>>. Un espressione di choc mi attraversò il viso <<Due giorni?! Ma da quanto lo sai, William!?>> <<Da giugno>> ammise <<E mamma e papà lo sapevano?>> chiesi sapendo già la risposta dentro di me. <<Si>> <<Ma perché? Sono tua sorella, Will, e non me l'hai detto! Lo sai da agosto e ora é Ottobre! Mancano due giorni e lo vengo a sapere! Grazie tante per ricordarti che hai una sorella ogni tanto!>> urlai <<Vi, non sapevo come l'avresti presa>> <<Ma pensi che ho cinque anni o cosa??! Hai letteralmente 22 anni! Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo e anzi, sarei stata felice per te, ma invece in questa famiglia sono sempre l'ultima che sa le cose! Come se non contassi!>> dissi prima di entrare in bagno e sbattere la porta alle mie spalle. Ero arrabbiata ma più di tutto delusa. Mia madre e mio padre lo sapevano da chissà quanto e io l'ho saputo due giorni prima della partenza come se fosse una cosa da poco. Forse dovrei iniziare a fare così anche io dato che nella mia famiglia a nessuno interessa. Mi feci una doccia e indossai dei vestiti comodi, un leggings e una maglia nera semplice. Mi legai i capelli in una coda alta e mi passai solo il mascara. Raccolsi il mio zaino e mi avviai verso scuola. Entra in seconda ora beccandomi anche la strillata da parte della professoressa,al momento della ricreazione andai in giardino insieme ad Emily e al suo gruppo di amiche che lei mi presentò. C'era Mia, che aveva dei capelli rossi a caschetto, occhi azzurri e un fisico minuto, era molto estroversa e sicura di sé. Elle, bionda, occhi marroni e aveva due fossette. Lina, capelli marroni e occhi azzurri, lei era timida, infatti in mia presenza non parlava tanto. Mentre conversavamo riguardo il compito di matematica qualcuno mi fece ombra, mi girai e vidi Tom. <<Oddio mio! Mi lasci in pace?!>> dissi spazientita <<Ciao, principessa. Svegliata male anche oggi?>> <<Ma smettila. Piuttosto, cosa vuoi?>> chiesi sbuffando <<Che tu venga a casa mia a farmi ripetizioni>> <<Ancora? Ieri mi hai letteralmente detto che sono una puttana e oggi mi chiedi di farti ripetizioni? Non funziona così.>> scrollai le spalle <<Va bene. Sono stato un coglione.>> ammise << Te ne sei accorto adesso?>> <<Allora... vieni dopo?>> il suo sguardo si posò sulle mie labbra facendomi arrossire <<No>> dissi, cercando di non cedere. <<Cercati un altra persona perché io non ho intenzione di farti ripetizioni>> <<Come cazzo te lo devo dire che voglio che tu mi faccia ripetizioni?>> disse <<E perché proprio io?!>> <<Perché sei la più brava in letteratura!>> alzai gli occhi al cielo Riflettei e alla fine dissi:<<Se ti faccio ripetizioni mi devi qualcosa in cambio>> sorrisi <<Beh... insomma... io un idea ce l'ho...>> disse con un sorrisetto mentre si guardava le parti basse. Gli diedi uno schiaffo sul bicipite <<Non mi riferivo a quello! Pervertito!>> <<Allora cosa? Hai un idea migliore?>> chiese sorridendo <<Io vengo a casa tua a farti ripetizioni e tu... mi accompagni a scuola con la tua macchina tutti i giorni>> sorrisi compiaciuta. Tom rise e annuì <<Accetto.>> mi morsi il labbro <<Bene...>> mormorai <<A casa mia alle cinque. Ah... saremo soli, Bill esce con Emily>> "Perché Emily non me l'ha detto?" pensai e quando lui vide la mia espressione confusa alzò un sopracciglio <<Cos'è quella faccia?>> domandò <<Nulla... pensavo che Emily me l'avrebbe detto...>> dissi e scrollai le spalle <<A me non piace quella, ma a Bill si>> <<E perché non ti piace?>> chiesi, curiosa. Tom alzò gli occhi al cielo e disse: <<Non sono cazzi tuoi. A dopo.>>. Se ne andò.

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