Quella notte sognai mio padre.
Era la prima volta da quando se ne era andato di casa, un anno prima. In realtà papà ci aveva messo quasi due anni ad andarsene. All'inizio si era trattato di una promozione che avrebbe dovuto portare in casa un sacco di soldi. Papà andò quindi a vivere in Normandia per lavorare alla sede centrale dell'azienda. La montagna di soldi promessa papà la spendeva per il monolocale che aveva in affitto e per fantomatiche spese accessorie. A casa arrivava poco o nulla in più rispetto a prima. Papà partiva il lunedì mattina e tornava venerdì sera. Dopo qualche mese papà iniziò a tornare a casa il sabato pomeriggio e ripartire la domenica sera. Esigenze aziendali, diceva. Mia madre non gli disse mai nulla, non lo rimproverò mai, almeno non di fronte a me. Però capiva e fu in quel periodo che iniziò a bere. Dopo circa diciotto mesi dal trasferimento papà tornava a casa un weekend sì e uno no, e quando tornava a casa era sempre al telefono. Poi due weekend no e uno sì. Un giorno di un anno fa, mia madre mi disse di andare a casa di Andrea che sua madre sapeva tutto e mi stava aspettando. Uscii quando mio padre stava entrando in casa. Erano le sei di sabato sera. Tornai il mattino dopo. Papà era già partito, mia madre era in lacrime in cucina. Solo verso sera mi disse che lei e papà avevano deciso di separarsi e che papà aveva un'altra vita in Normandia. Proprio così mi disse, un'altra vita. Io le chiesi se stava con un'altra donna e se questa donna avesse dei figli e lei mi disse di sì. Me l'aspettavo. Papà, lo dico subito, non era mai stato un gran padre. Sempre assente, molto egoista. Ma era pur sempre mio padre. In quel periodo lo vedevo quasi una volta al mese. Arrivava a Ivrea e mi veniva a prendere a scuola, passavamo qualche ora insieme, raramente due giorni e poi tornava in Francia. Tutto sommato mi sembrava felice, sereno. Del fatto che mamma fosse distrutta non gli importava poi molto. In fondo in amore chi crea dolore è quasi sempre vincitore.Dicevo che quella notte sognai mio padre che mi veniva a prendere insieme a mia madre. Insomma, al posto di Paolo c'era mio papà. Mi fece sentire un po' più rassicurato ma al risveglio, domenica mattina, capii che non era così.
Io e mia madre quella domenica parlammo poco o nulla. Io le dissi che non avevo voglia di uscire e lei tentò di intavolare discorsi e proporre idee per la giornata, ma inutilmente. Non insistette. Solo verso sera cercò di parlarmi di Paolo.
- Gentile, vero? -
- Chi? - chiesi cercando di far finta di cadere dalle nuvole.
- Come chi? Paolo! -
- Mmmmh... -
- Pensa che si è offerto lui di accompagnarmi. Sai... è un ragazzo davvero cortese. Ti piacerà! -
- Non contarci troppo. -
- Va bene. Però lo capisci che ho bisogno di vedere qualcuno, vero? -
Tentennai. Il pomeriggio aveva gettato le due bottiglie di vino di marca che aveva in casa. Sì, forse aveva bisogno di vedere qualcuno.
- Sì... no... sì... sì, mi è sembrato a posto comunque. -
Mia madre non mi guardava.
- Sto parlando sul serio, mamma. -
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IL BUIO INTORNO ALLA LUNA di Mau Trifiba
Misterio / SuspensoJacopo vive a Ivrea e non se la sta passando troppo bene: ha quindici anni, due soli amici, una madre sull'orlo dell'alcolismo e un amore non corrisposto per Arianna. Non è un bel periodo, insomma. A peggiorare le cose, la cronaca locale registra l'...