Yoongi seduto nel suo calesse, a ritorno verso la via di casa, si ritrovò a pensare alla conversazione, avvenuta solo pochi instanti prima con il mesciato....<< sapevo già che eravate pazzo, ma ora ne ho avuto la conferma >> lo derise il corvino, mentre San che fino a quel momento aveva mantenuto il sorriso, si incupì di colpo, rendendo i suoi lineamenti freddi e crudeli. << l'unico pazzo che vedo siete voi vostra eccellenza >> replicò quest'ultimo << ciò che vi sto dicendo è vero, tanto quanto la vostra esistenza e la mia >> disse con tono piatto << siete venuto qui sotto chiamata di vostro nonno, vi siete fatto imporre da lui ciò che dovreste fare o non fare, non capendo nemmeno quanto quella famiglia sia temibile e pericolosa, vi siete ammosciato, nemmeno foste un poppante! >> lo incalzò furente, portandosi ad altezza di naso da Yoongi che lo fissava senza nessuna emozione << voi siete la vergogna per la nostra razza >> disse infine.
<< dite bene, la vostra, è per colpa vostra sé il mio corpo non è più mio! >> replicò il corvino digrignando i denti, sfidando apertamente il giovane di fronte a lui << se non fosse stato per quella notte...>>
<< quella notte io vi ho salvato >> commentò San << se non fosse stato per me e per il mio signore nulla vi avrebbe strappato dalle porte del mondo immobile >>
<< come vi ho sempre ripetuto, fin da quella volta, nessuno ve l'ha chiesto >>
<< voi forse no, ovviamente...>> commentò saccente << ma sua santità ha pensato che voi foste l'individuo più adatto al suo scopo, >> disse fermandosi a fissarlo, allargando così il suo ghigno << sapete bene quanto me, che non potrebbe mai dire di no a lei >>
Yoongi lo fissò, stringendo le dita a pugno.
Il mesciato si scostò lentamente passeggiando per il corridoio << bene >> riprese dandogli le spalle << tornando a noi, cosa pensate di fare? >>
<< in merito a cosa? >> domandò lui in rimando
San lo guardò sbigottito, cercando di ricordare a se stesso che non sarebbe andata a finire bene, se lo avesse ucciso seduta stante. In tutta risposta sorrise stringendo così tanto le dita sulla poltrona da lacerarne il tessuto pregiato << farete ciò che il vostro padrone vi ha ordinato? O per una volta smetterete di scodinzolare? >>
Si prendeva gioco di lui, lo sentiva, come un serpente che gli strisciava sulle carni, pronto a attaccarlo.
<< allora mio signore, sarete voi finalmente il cacciatore o preferite essere cacciato? >>Il corvino, aprì gli occhi come se fosse scivolato in un sogno da sveglio, ciò che lui e San si erano detti lo lasciava interdetto, non solo per la discussione in sé, ma principalmente per aver incontrato il mesciato. E per quanto il corvino si sforzasse, una voce nella sua testa gli diceva di indagare con le sue forze. Dopotutto era San e lui lo conosceva più che bene.
Con la fronte corrugata, si appoggiò allo schienale imbottito e con sguardo assente si rimise a osservare la notte scura e limpida che scorreva fuori dal finestrino.
Era una di quelle serate in cui tutto sembrava perfetto. La luna splendeva in cielo, il vento portava con sé il profumo dell'erba tagliata e di fiori.
Non avrebbe avuto nulla di cui lamentarsi, se non fosse andato a far visita al Vecchio. E ora, sulla strada verso la sua residenza, il suo cuore era inquieto.
Avrebbe dovuto presidiare alla serata della famiglia Kim, a cui suo cugino aveva acconsentito per entrambi. Ma, decise che, per quanto il desiderio di rivederla fosse forte. Non poteva incontrarla con il dubbio e il terrore dipinto in volto, e soprattutto con la fame che gli attanagliava le viscere, no, doveva avere delle risposte. Risposte che sperava di trovare tra le mura di casa sua.
Intanto, in quella stessa dimora, Jae seduto sulla comoda poltrona accanto al camino, era intento a sorseggiare dell'ottimo vino rosso, preso qualche instante prima delle cantine della dimora, ammaliato dal danzare delle fiamme non si accorse immediatamente dell'entrata alle sue spalle del giovane Duca.
Jae si voltò, notando la figura esile del ragazzo all'ingresso, alzò un sopracciglio, tirando lentamente fuori dalla tasca il suo orologio da taschino, domandandosi cosa ci facesse già nei pressi di casa. Dopotutto quella stessa mattina, dopo la sua partenza, era stato più che esplicito, nel precisare che prima della mattina dopo non sarebbe rincasato, ragione per cui, il suo materializzarsi, gli fece alzare un sopracciglio.
<< già di ritorno? >> domandò osservandone la figura, resa più scura dalla luce riflessa << ero convinto che fino a domani non sareste rientrato, la vostra permanenza è stata così stancante da farvi scegliere il vostro letto freddo, che una serata all'insegna della *caccia*? >> commentò sorridendo appoggiando le labbra al bicchiere, gustandosi il dolce gusto fruttato.
<< si beh, ci sono stati contrattempi >> mormorò il corvino, mentre sistemava il cappello e il cappotto sull'appendi abiti.
<< che genere di contrattempi? >> domandò il più alto, non accennando a volersi in alcun modo alzare dalla sua seduta.
Yoongi, ancora fermo sulla soglia si massaggiò le tempie, domandandosi se fosse per lui saggio, raccontare al suo amico ciò che aveva scoperto.
<< sua eccellenza, state bene? >> domandò Jae preoccupato, alzandosi in piedi, e così avvicinandosi al ragazzo che immobile fissava il pavimento
<< siete bagnato fradicio >> disse << venite accanto al camino >> mormorò afferrandolo per un braccio, ma prima che potesse fare un passo, il corvino lo chiamò con un sussurrò roco << Jae >>
Il liscio si immobilizzò, mentre osservava il volto bianco cadaverico farsi scintillante con la luce del fuoco dalla parte opposta della stanza, osservandone i tratti, il ragazzo ebbe un sussulto.
Lui gli aveva sempre ricordato una pantera, fiero predatore, pieno di irrequieta energia oltre che elegante. Passò lo sguardo sulla sua mascella perfetta, salendo e così osservando la sua bocca sottile dalla leggera sfumatura di rosso, salendo ancora fino a incontrare i suoi occhi, di un blu assoluto, inquietanti e minacciosi.
C'era qualcosa di strano nell'espressione del corvino, nel suo modo di guardarlo. Aveva le pupille dilatate e lo sguardo vuoto.
<< V-vostra eccellenza >> azzardo Jae, ma era come se il Duca non lo sentisse nemmeno. Il corvino si avvicinò a lui, con una velocità tale che spiazzo inorridito il ragazzo immobile, impietrito per la paura.
Il ragazzo fece scivolare una mano sulle spalle del liscio, accarezzandone la stoffa, lentamente passò le dita fredde sulla pelle esposta del collo.
<< mio..signore >> richiamò nuovamente, ma di nuovo nessuna riposta.
Le sue dita si insinuarono sotto la camicia che piano piano Yoongi gli sbottonava, lentamente senza fretta apparente, mentre i suoi occhi rimanevano fissi sulla pelle esposta << Jae...>> sussurrò di nuovo il suo nome con voce roca << mh... Jae >>
Poi tutto accadde all'improvviso. Il liscio era contro il muro, con i denti di Yoongi a pochi passi dalla gola, nell'atto di azzannare.
Jae cercò di liberarsi, ma seppur fosse più alto e più forte, nulla sembrava contrastare la forza del corvino sulle sue spalle e il suo braccio che con forza gli teneva saldamente sopra la testa.
Il liscio cercò di dimenarsi, richiamando a sé tutta la sua forza, chiamandolo pregandolo, ma sebbene lo guardasse, nulla sembrava raggiungerlo.
Alla fine si calmò, arrendendosi a quegli occhi di un blu intenso come le onde del mare in piena tempesta, mentre dalle labbra del corvino uscì la frase che fece sì, che gli avrebbe donato ogni parte di lui, se solo avesse chiesto << Jae...ho bisogno di te >>
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𝒢𝒾𝓇𝓁 meets 𝔢𝔳𝔦𝔩
Fanfiction[... in pausa...] Ambientata in un periodo pieno di balli, sfarzo, Duchi, Visconti. All'insegna del divertimento con una nota mistica e lugubre, piena di amore e morte. Riuscirà la nostra protagonista a scoprire il segreto del ragazzo arrivato in ci...