꧁Cap 10 - L'incontro꧂

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Era inverno, quando il giovane Jae Lim, all'età di appena ventun'anni aveva messo piede al college più prestigioso della capitale, dove aveva fatto la conoscenza del giovane, con cui avrebbe da quel momento in avanti compiuto, le peggiori e le migliori esperienze che la gioventù poteva riservargli.
Fu, in una parola, stupefacente. Restò senza fiato, si sentì mancare la terra sotto i piedi, mentre il suo intero mondo veniva inglobato da quegli indomabili e sinistri occhi blu.
Fu inoltre in grado di stabilire, senza ombra di dubbio, che l'uomo in questione si fosse sentito nella stessa maniera, un certo Min Yoongi.
Oh, non perché fosse rimasto incantato dai suoi modi, o dalla postura, oppure dai suoi strabilianti risultati nell'abilità di scherma, dove eccelleva. Assolutamente no.
Tuttavia Jae sapeva senza ombra di dubbio che anche per lui la terra tremò, il suo mondo si capovolse e il respiro gli si mozzò, per una decina di secondi.
Dopotutto una caduta da cavallo faceva quell'effetto.
Il liscio si trovava a Hillside, in una fredda e scura giornata invernale con il padre, un uomo dal portamento elegante e fiero, ma dal temperamento impetuoso, poco paziente nei confronti del figlio.
Era solito rimproverarlo, cosa che accadeva spesso, sollecitando il giovane a mordersi l'Interno della guancia con fare nervoso e alzando senza farsi vedere da quest'ultimo gli occhi al cielo.
Mentre l'uomo che nemmeno per un attimo aveva smesso di rimproverarlo, per questioni che a dirla tutta Jae nemmeno ricordava, sentì pochi instanti dopo un forte frastuono, cosa che spinse il liscio con crescente curiosità ad avvicinarsi sempre di più verso il suono appena udito.
Superando lentamente l'enorme olmo proprio affianco a lui, dove vide arrivare a tutta velocità un cavaliere a briglia sciolta.
O comunque lo si voglia definire un idiota che galoppava senza sella e senza redini a dorso di un imponente cavallo, senza preoccuparsi minimamente della propria incolumità.
Poi, per uno dei strani casi del destino, l'enorme destriero sotto di lui si imbizzarrì, facendo cadere il ragazzo, che atterrò piuttosto inelegantemente su un misto di neve sporca e fango.
Jae, senza pensare, sfreccio in avanti spaventato che si fosse fatto male nella caduta, dato che non si stava affatto muovendo.
Il ragazzo che era a poche falcate da lui, lo chiamò << state bene? >>
Non un suono udì dal ragazzo, portandolo così ad avvicinarsi ancora, domandando nuovamente << signore? Avete bisogno d'aiuto? >>
Ma ciò che sentì, lo lasciò di stucco. Quel ragazzo ancora steso su quella fanghiglia, scoppiò a ridere.
A ridere.
Una risata dettata dal cuore, come lo scoppio di un petardo, così chiara e calda che fece ridere, anche il ragazzo che lo fissava in piedi.
Quello fu per Jae in assoluto il miglior il ricordo del suo incontro con il giovane Duca, o per così dire, il ricordo più conforme alla nomina di "giovane Duca", il perchè era piuttosto semplice, era stato da quel momento in avanti che per lui ci fu la svolta.
Erano ancora ragazzi al tempo, adolescenti per lo più, stupidì signorotti, totalmente immaturi per ciò che la vita aveva in serbo per loro.
E così che il liscio ricordava il college, uno dei periodi più divertenti e misteriosi della sua intera esistenza.
Era stato accolto da quella prestigiosa famiglia, senza difficoltà. Ma seppur il ragazzo pensò che fosse una fortuna per lui essere così ben voluto, soprattutto per via di ciò che la conoscenza di quella famiglia comportasse, gli bastarono pochi mesi per capirne il motivo.
Il Duca, non era un uomo che si sprecava molto nel spiegare i suoi bizzarri e strani comportamenti. Dopotutto, era lui a dirigere gli affari di famiglia, dal commercio, alle possibili alleanze per conferire alla sua casata, il maggior elevamento sociale di cui potesse disporre.
Per cui quando quell'uomo gli aveva proposto, non solo di diventare amico di suo nipote, ma di poter usufruire di ciò che quella nomina comportasse, Jae pensò che fosse a causa della sua stessa famiglia, nobile anch'essa.
Di certo non si sarebbe mai sognato, ciò che in realtà quella famiglia nascondesse.
Il vecchio Duca aveva predisposto tutto, come se fosse una partita a scacchi. Aveva fatto in modo che la sua famiglia, cedesse in cambio di terreni e privilegi, i possibili seppur inutili diritti sul primogenito della loro casa, permettendogli cosi di poter dare al suo unico nipote non solo un amico, ma anche un fedele servitore. Che non avrebbe mai e poi mai tradito la loro fiducia.
Jae si perse a contemplare la figura minuta, e rigida accanto a sé, prima di essere richiamato sull'attenti da una voce profonda << cosa avete da guardare? >> Il suo tono era freddo, minaccioso.
<< non so di cosa parliate vostra eccellenza >> disse il ragazzo al suo fianco, sistemandosi la giacca
<< e da quando mi siete venuto a chiamare che mi fissate >> mormorò gelido << pensavate che non me ne fossi accorto? >>
Jae, lo guardò di sottecchi, innervosendo il Duca ancora di più << volete un ritratto? >>
Il liscio, sapeva il motivo del suo pessimo umore, dopotutto Leysa Choi faceva sempre quell'effetto al Duca, non era di certo un segreto che quella donna dall'aspetto così delicato, fosse in realtà una strega.
E dal suo tono, così aspro e ruvido, arrivatogli alle orecchie appena aveva bussato alla porta per avvisarlo che fosse ora, aveva fatto sì, che gli bastò il nulla per capire che quella donna era riuscita a metterlo di cattivo umore.
<< per quanto quello che vi dirò vi spezzerà il cuore, preferirei di gran lunga avere un dipinto che ritragga una mucca con indosso un tutù rosa >> mormorò con leggerezza, facendo strabuzzare gli occhi al più basso.
<< avete gusti decisamente bizzarri >> sogghignò il ragazzo
<< mai quanto i vostri >> ribatte Jae di rimando
Yoongi corrugò la fronte << con questo che vorreste dire? >> domandò fermando il suo passo.
Jae si stoppò, guardando il Duca dritto negli occhi << se non ricordo male nella vostra stanza, avete un gatto impagliato >>
<< e cosa ci sarebbe di strano? >> rispose con sguardo interrogativo
<< non basta la parola gatto impagliato? >> commentò
<< lo sapete benissimo che non è semplicemente un gatto impagliato! >> esclamò accigliandosi << ma...>>
<< conosco molto bene la storia di quella palla di pelo >> mormorò, passandomi le dita tra i capelli << ciò che non capisco è perché abbiate dovuto impagliarlo >> esordì << non si abbina per nulla al vostro arredamento >>
Yoongi alzò lo sguardo, Jae era nettamente più alto di lui cosa che lo infastidiva particolarmente << è questo il vostro problema?, >> disse alzando un sopracciglio, confuso da ciò che il liscio gli stava dicendo << che non si intona con l'arredamento? >>
<< mi preoccupo solamente per voi, vostra eccellenza >> disse con tono servizievole
<< per me dite? E perché mai? >> domandò divertito
<< come pensate reagirebbe la vostra futura moglie se appena metterà piede nelle vostre stanze, troverà alla sua destra un gattaccio morto che la fissa? >>
Il Duca aggrottò le sopracciglia << perché mai dovrebbe entrare nelle mie stanze? >> domandò confuso, riprendendo a camminare lentamente verso le scale, che davano per il piano inferiore.
<< credo che vi manchi un pezzo importante riguardante il matrimonio vostra eccellenza >> disse canzonandolo, raggiungendolo subito dopo con passo leggero << per far sì che il vostro matrimonio sia compiuto avete per lo meno l'obbligo di consumare la prima notte di nozze, e per far sì che questo accada la giovane dovrà entrare nelle vostre stanze, a meno che non avete intenzione di adempiere in corridoio >> commentò fissandolo con ovvietà.
Yoongi, fece un sorriso di sbieco, mentre guardava di fronte a sé si lecco lentamente le labbra << vi riferite a un episodio in particolare? >> domandò allargando il sorriso << non è stata mia la colpa se quella volta, la signorina aveva fretta, in più non mi vorrete dire che non vi sia piaciuto lo spettacolo? >>
Jae lo guardò borbottando fra sé e sé << avrei preferito uno spettacolo diverso, invece che osservare il movimento del vostro sedere >> preciso Jae
<< potevate anche allontanarvi, se non vi piaceva la vista >> rispose lui con aria innocente e furba allo stesso tempo.
<< lo avrei fatto >> rispose << ma vedete, eravate proprio davanti alla porta che dava per le mie stanze >>
I due ragazzi ancora intenti a discutere, scesero lentamente le scale, la sala era stracolma di gente, giovani donne e giovani uomini intenti a conversare tra di loro, totalmente ignari della presenza del Duca in piedi sulle scale che ammirava nella penombra i suoi ospiti.
<< Jae >> sussurrò richiamando l'attenzione del liscio poco distante
<< sua eccellenza? >>
<< Yoon è arrivato? >>
Il silenzio arrivò pesante alle orecchie del Duca, il liscio al suo fianco non disse una parola, facendo ridere silenziosamente il corvino << quando la smetterete voi due? >>
<< non so proprio di cosa parliate vostra grazia >> disse gelido
<< era solo un ragazzo, volete portarvi questa croce fino alla vostra morte? >> continuò << sono cresciuto con lui, e vi assicuro che non è stato intenzionale, aveva solo perso di vista il bersaglio >>
<< a dirla tutta, non so dove vogliate andare a parare >> disse a denti stretti
<< non aveva nessuna intenzione di colpirvi sul di dietro >> rispose sospirando << è stato uno spiacevole, se non esilarante incidente >>
Jae serrò la mascella, sforzandosi di sorridere << ma certo, un incidente....>> mormorò in risposta.
<< Ja..>>
<< non si deve preoccupare vostra eccellenza, lo troverò e lo porterò qui da voi >> concluse superandolo.
Mentre Jae si allontanò velocemente dal suo fianco, Yoongi si perse nell'osservare i vari volti sconosciuti che quella folla gli donava, trovando poco distante il giovane che aveva visto all'entrata qualche ora prima, che con passo svelto e minaccioso si avvicinava all'uscita.
Il Duca incuriosito dal suo comportamento lo seguì raggiungendolo poco prima che arrivasse alla porta << ve ne andate senza salutarmi? >>

𝒢𝒾𝓇𝓁 meets 𝔢𝔳𝔦𝔩Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora