🌷- Capitolo 28.

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Una volta ho letto da qualche parte in una delle mie tante strane ricerche su google che i sensi di colpa sono la nostra bussola morale.

Beh, chiunque abbia coniato questa definizione non ha tutti i torti, d'altronde se ci ragioniamo su i sensi di colpa sono proprio l'infrazione del nostro senso morale.
Okay mi rendo conto che forse detto così sembro pazza ed è un pó troppo confusionario, quindi adesso ci arriverò per gradi.
Innanzitutto tutto c'è da sapere che i sensi di colpa non sono nient'altro che quelle che per definizione, dal punto di vista psicologico, vengono chiamate emozioni secondarie.
Le emozioni secondarie al contrario delle primarie- che sono gioia, tristezza, paura e disgusto, quelle del primo film di Inside Out per intenderci- si formano mano a mano che cresciamo, grazie all'incontro ed alle interazioni sociali con gli altri che ci circondano.
Questi contribuiscono alla formazione di una coscienza di sé, il frutto di un processo di apprendimento che ci rende capaci di valutare il comportamento che mettiamo in atto in un determinato evento e capire se con esso stiamo contravvenendo a qualche norma, creando un danno a qualcosa o a qualcuno, o magari anche a noi stessi.

Per questo ritengo che sia giusto definirli come bussola morale, in quanto se questi nascono in noi è perché stiamo andando proprio contro al nostro senso morale, contro cioè alla nostra conoscenza di cosa sappiamo essere bene o male e scegliere comunque la seconda, anche se dentro di noi, nella nostra coscienza, abbiamo la piena consapevolezza di star facendo qualcosa di sbagliato. Ma spesso questa non è sufficiente a fermarci.

Ci sono delle volte- infatti- in cui la rabbia che proviamo in un momento dato supera tutto il resto, annebbiando il nostro cervello talmente tanto da non essere più in grado di distinguere tutto il resto, dimenticando che le nostre azioni hanno delle conseguenze di cui non ci importa poi più di tanto li per li, perché convinti di avere tutte le ragioni del mondo per fare fuoco e fiamme e scatenare la propria ira funesta.
Con tutto ciò che abbiamo combinato alla fine finiamo sempre per farci i conti quando ormai è troppo tardi per rimediare, quando ormai l'unica cosa che ci rimane è solo il rimorso di non aver riflettuto abbastanza prima di agire mischiato ai cocci dei cuori che da quella storia ne sono usciti in frantumi, in mille pezzettini sparsi da raccogliere per cercare di rimetterli goffamente insieme, perchè come prima non potranno mai tornarci. Si può solo sperare che il tempo faccia il suo corso, che prima o poi la colla che abbiamo utilizzato per riparare il tutto possa far presa ed asciugarsi, fino a guarire quel tanto che basta per lasciarsi alle spalle quel brutto episodio per quanto possibile, un pò come stava cercando di fare Alessio in quei giorni i cui sensi di colpa lo stavano letteralmente divorando vivo, dalla testa ai piedi.
Forse se gli fosse stata donata questa tanto famigerata quanto grande capacità di pensare prima di aprir bocca e sparare sentenze per colpa della mente contorta che si ritrovava avrebbe evitato davvero tante sofferenze inutili, a partire dalla sensazione di vuoto incolmabile che sentiva nel cuore ancora adesso, dopo quasi una settimana, per poi passare allo stomaco dove le farfalle che prima vi svolazzavano adesso facevano fatica anche solo a spiccare il volo, per poi culminare in tanti di quei mal di testa che gli esplodevano a catena come mine dovuti sia al rimuginare inutilmente alla vicenda che l'aveva coinvolto sia ai modi alternativi in cui si sarebbe potuta risolvere meglio.
E credetemi quando vi dico che era arrivato a pensare a tante altre di quelle possibilità che avrebbe potuto scriverci un libro intero sopra, per il quale aveva anche già il titolo pronto: "modi alternativi per non farvi odiare dalla ragazza che vi piace". Chissà che non potesse essere di aiuto a qualcuno per finire in una situazione migliore di quella in cui era intrappolato lui.

Era da giorni che ci pensava, ed erano giorni che non riusciva a credere e capacitarsi nè di quanta cattiveria potesse nascondersi dentro di lui e nè di quante cose brutte le avesse detto quando sapeva benissimo che erano solo una marea di menzogne dettate dalla scarsa lucidità che gli aveva completamente annebbiato il cervello, quella che poi- come da copione sopra anticipato- aveva recuperato in seguito rinsavendo seduta stante quando l'aveva vista versare tutte quelle lacrime dinanzi a lui che ne era il crudele artefice.
Quel rimpianto alla fine non era mai andato via, e più le ore ed i giorni passavano più cominciava a rendersi conto che s'era lasciato scivolare via l'unica ragazza per la quale avesse mai provato qualcosa di così tanto forte, esattamente come quando al mare si raccoglie un pugnetto di sabbia e vi si lasciano scivolare via i piccoli granelli dalle dita delle mani, lasciandole vuote, senza più niente da stringere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 26 ⏰

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