Capitolo 6

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«Ricordati che litigherai sempre e solo con chi vuoi bene» sussurra.

«Mamma la papà litigavano, non si volevano bene»

«Mamma e papà litigavano, si sono lasciati ma si vogliono bene»

«Boh, io vado» ogni volta che si parla di mamma e papà ho solo voglia di evadere.

«Ciao sorellina»

«Ciao Oli» saluto io e chiudo la chiamata.

«Gaia vieni, andiamo a mangiare» entra Christian nella stanza.

«Non ho voglia, fa freddo fuori» ammetto.

«Fatti venire voglia» mi porge il giubbotto. Sbuffo e mi vesto per uscire.

«Metti le mani in tasca» avverte.

«Non sono una bambina»

«Quindi non hai bisogno di me?» chiede e cammina.

«Quindi non devi farmi da papà» lo seguo con la testa bassa.

«Da piccolina secondo me eri più simpatica» ride.

«Come sei simpatico Christian»

«Perché mi chiami Christian?»

«Perché ti chiami così»

«No, io sono serio, perché mi chiami con il nome intero?» sento la voce alterarsi sempre di più e il cuore accelera al contrario dei suoi passi.

«Chri» ho capito che voleva essere chiamato con il soprannome dolce.

«Un po' meglio»

«Tanto tutti ti chiamano Chri, quindi...» sussurro e mi blocca.

«Ti senti speciale?» ha quel fare minaccioso che mi riempie di ansia.

«Mi è passata la voglia di mangiare, torno a casa» la sua domanda mi ha scombussolata.

«No Ga, vieni a mangiare» mi afferra il polso.

«Mi lasci» cerco di liberarmi il polso.

«Io ti lascio e tu vieni con me» ricatta lui.

«Siamo arrivati a dire cose fuori di testa, a ricattarmi Christian»

«Gaia, andiamo a mangiare» ripete.

«Mi hai fatto passare la fame» ripeto.

«Va bene, non mangiare, ma vieni con noi»

«Mi dai le chiavi Chri»

«Gaia, sei testarda quanto me, ma con me non puoi farli sti giochetti»

«Christian, mi devi lasciar stare, cosa non ti è chiaro?» provo ancora a liberare la presa.

«L'hai voluto tu» mi libera il polso per prendermi in braccio.

«Chri, mi fai scendere?» urlo.

«Non voglio farti scendere» finisce e mi porta al ristorante.

«Cosa ordinate?» arriva un cameriere al tavolo, ognuno di loro ordina qualcosa io faccio scena muta.

«Chri mi dai le chiavi?» ripeto per la millesima volta.

«Gaia, smettila di chiedermi le chiavi, non te le do» dice indaffarato a sistemarsi le maniche.

«Va bene, resto fuori a prendere freddo»

«Gaia, fai la seria» ammette

«Sono seria» mi alzo.

«Ferma qua» mi stringe il polso e mi fa cadere sulla sedia. Squadro la sua mano, non l'ho mai odiato così tanto.

Fragile come ghiaccio// Mida E GaiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora