Capitolo 15

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POV GAIA:
«La verità è che non so come dirglielo» frase che esordisco in chiamata con Luca mentre preparo le ultime cose per danza.

«Faccio io?» chiede lui.

«No, non voglio che ti picchi» rido.

«Gaia, devi dirglielo»

«Non voglio» esordisco e continuo «vado a danza, ci sentiamo dopo»

«A dopo Ga» saluta e chiude la chiamata.
La lezione va discretamente "bene", ho ballato meglio di ieri.

«Ga, oggi parlaci»

«Luca, partiamo tra una settimana»

«Gaia parlagli o lo faccio io»

«Luca, fai quello che vuoi» dico e finisco con «Ciao».

«Ciao, fai la br...» saluta lui ma gli chiudo la chiamata in faccia.

«Chri, stasera andiamo al rifugio?» chiedo lui chiamandolo.

«Ei Ga, certo, quando posso venirti a prendere?»

«Io sono a casa» avviso.

«Arrivo Cenerentola» chiude. È arrivato il momento, devo dirglielo, settimana prossima parto con Luca, andiamo a New York per 2 mesi. Appena ho mostrato a Luca il mio disagio nel lavorare con Christian lui ha deciso di propormi un viaggio, soli a New York.
«Cenerentola, mi apri?» dice suonando il campanello.

«Ei Chri» apro e lo saluto.

«Come mai mi hai chiesto di vederci?»

«Perché avevo voglia di vederti» rido.

«Andiamo al rifugio?» mi porge una mano. Lo seguo, in un batter d'occhio arriviamo al rifugio, ho molta tensione in questo momento, ho paura di non poter usare le parole giuste per spiegarglielo.
«Ga, stai bene?» chiede mentre butta le chiavi nel portaoggetti.

«Si Chri» rivolgo un sorriso per rassicurarlo e mi lancio sul divano.

«Non so se crederti» sorride e si mette al mio fianco, poi poggia la una testa sulle mie gambe.

«Tranquillo, veramente» poso un bacio sulla guancia e gli faccio una carezza.

«Se hai qualcosa però, devi dirmelo»

«Chri, non ti preoccupare» gioco con i suoi ricci e rido. Mi squilla il telefono, Luca.
«Ei» saluto.

«Chi è?» chiede la testolina poggiata sulle mie gambe.

«Luca» rispondo senza troppi giri di parole, lo vedo innervosirsi ma non ci faccio caso.

«Ne hai parlato con Chri?»

«Stavo cercando di farlo prima che mi chiamassi» dico e finisco con «Ciao» che mi fa chiudere la chiamata.

«Cosa stavi cercando di dirmi?» chiede e si rimette seduto. Rido nervosa.
«Che c'è?» mi sposta i capelli da sopra le spalle.

«Boh» non so cosa inventare e mi sto impanicando.

«Gaia, non impanicarti, che c'è?»

«Io e Luca settimana prossima partiamo»
sputo il rospo.

«Dove?» sta cercando di mantenere la calma, ma non riesce.

«New York, Chri, non riesco più a lavorare con te»

«Cazzate Gaia, sei fantastica nei miei videoclip» so che lo fa per incoraggiarmi.

«Christian, io ti vedo come più di un amico, non sei una persona a caso, mi mette in suggestione ballare con te davanti»

«Vabbè Gaia, ma perché a New York?»

«Luca vuole allontanarmi da te»

«E su questo non ho mai avuto dubbi, per quanto tempo?»

«2 mesi» tiro un sospiro prima di parlare.

«COSA» urla e si alza di botto dal divano.

«Chri» mi alzo anch'io e cerco di guardarlo negli occhi, prova rabbia, infinita rabbia.

«No Gaia, io davvero non capisco» si copre con le mani il volto e continua «che lui volesse separarci lo sapevo già, non sono sorpreso, ma tu stai facendo in suo gioco»

«Non sto facendo nessun gioco Chri, sto provando a lavorare»

«Gaia, se tu trovi lavoro lì non torni più in Italia»

«Chri, davvero, non so che dirti»

«Non sono nessuno per dirti di restare qua, hai già deciso»  «avrei fatto di tutto per non farti sentire in suggestione, ma tu non mi hai mai detto niente, hai preferito parlarne con chi non dovevi, hai fatto tutto da sola, tra due settimane ho lo shooting fotografico di Rossofuoco, e si, avrei voluto la tua presenza, ma tu sei a New York con una delle persone che sono costretto a vedere anche se non vorrei»

«Mi accompagni a casa?» mi tolgo una lacrima dal viso. Per lui sono speciale, e me ne pento di non aver esposto a lui il mio disagio.

«Andiamo» sospira. Mi riaccompagna a casa, nel tragitto c'è silenzio, il più totale e grande dei silenzi.
«Siamo arrivati»

«Arrabbiati di meno, ci vediamo»

«Certo, forse, tra due mesi ci rivediamo, buon viaggio Gaia, buona fortuna»

«Ciao» saluto fredda e apro lo sportello della macchina.

«Ciao» saluta. Mi sento vuota, non volevo la sua freddezza, non volevo lasciarlo senza parole.

"Beh Ga?" scrive Luca su WhatsApp.

«Gliel'ho detto, ha reagito male, non volevo lasciarlo così» gli rispondo con un audio, in cui le lacrime fanno la loro parte.

"Gaia, non piangere, ricordati che lo stai facendo per te stessa, vuoi venire a casa mia stasera?"

"Non ho voglia di vedere tua sorella, vieni tu da me" sono sincera, non mi piace per nulla avere altra gente tra i piedi.

"Va bene" finisce chiudendo la chat.
Poco dopo arriva a casa. Cerco di togliermi le lacrime dal volto.

«Ei» saluta lui.

«Ei» saluto.

«Nono principessa, smettiamola di piangere che non sta crollando il mondo» prova a rassicurarmi lui.

«Luca, non provare a tranquillizzarmi» gli faccio gesto di accomodarsi in casa. Nel frattempo singhiozzo.

«Gaia, sei tanto ingenua, per lui sei solo una ballerina, ti stai montando la testa» si lancia sul divano.

«Luca non sei per nulla di conforto» lo seguo sul divano.

«Gaia, ti sto sbattendo la verità in faccia, perché tu non sei in grado di vederla»

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Il "principessa" di Luca ha fatto male. Capitolo scioccante, ma ci piace. Aspettatevi il peggio.

Fragile come ghiaccio// Mida E GaiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora