Capitolo 18

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«Cos'è successo?» sento Gaia, parlare dal letto attaccato al mio.

«Niente di che, avete fatto un incidente» dice una donna, una dottoressa probabilmente.
«State tranquilli, possiamo chiamare un familiare se volete, o qualcuno da avvertire data la situazione» finisce lei ed esce dalla stanza.

«No, grazie» dice Gaia.

«Ga» lamento. Ho una gamba ingessata e male al braccio, sono attaccato ad una flebo e ho mal di testa.

«Chri, come stai?» chiede.

«Mi fa male un po' la testa»

«Hai una gamba ingessata e riesci solo a dire che hai mal di testa?» ride. Lei tuttavia non è messa meglio di me, ha un braccio ingessato, è attaccata (ovviamente) anche lei alla flebo.

«Se mi stringi la manina mi passa il mal di testa» dico in astinenza dal suo affetto.
Mi stringe la mano.

«Chri, resta qui» sento un mugolio di pianto.

«Sono qui, non mi muovo da qui, resto qui con la mia principessa» dico per rassicurarla, so che sta per scoppiare in un pianto.«Hai paura?» chiedo lei, non ci sarebbe nessun motivo per cui piangere. La vedo acconsentire con la testa.

«Se non posso più a muovere il braccio?» piange e singhiozza. «Se non posso più ballare?» continua tra i singhiozzi.

«Gaia, no» cerco di calmarla e continuo con «stai tranquilla». Guardo le ferite date dall'incidente, ha le mani piene di tagli. «Chiamo una dottoressa e chiedo una crema per te»

«Chri, non c'è bisogno, ti prego» continua a singhiozzare.

«Basta piangere» le lascio la mano per toglierle le lacrime dal viso.

«Ho paura» ammette e torna in lacrime.

«Ci sono io con te, non devi avere paura, piuttosto, come ti senti?» la vedo, è sofferente, non sarebbe scoppiata in lacrime.

«Ho male al braccio, tanto»

«Cenerentola, stai tranquilla» le poso un bacio sulla testa. Abbiamo i letti appiccicati, è semplice starle affianco. Mi squilla il telefono, una videochiamata da parte di Lele.
«Ei Lele» saluto io e cerco di inquadrarmi il meno possibile.

«Ei Chri, come stai?» saluta lui, è sul suo divano, e sento delle vocine sotto.

«Sul letto dell'ospedale, steso, con la principessa affianco» la inquadro, e quando dico "principessa" la vedo sorridere.

«Chiaro, come state?» chiede e io non rispondo, giro la telecamera e faccio vedere il gesso alla mia gamba e al braccio di Gaia

«Lei ha male al braccio, io continuo ad avere male di testa, non ho nemmeno provato a camminare, voi come state?» dico "voi" perché è sicuramente in compagnia.

«Ah, io e Desy? Si, noi stiamo bene» dice con una certa tranquillità.

«Desirée con Lele? Cosaaa?» sento Gaia sussurrare e ride.

«Fateci sapere, fai la brava Gaia» prende Desy il telefono in mano, e raccomanda Gaia.

«Stessa cosa vale per Christian» urla Lele per farmi sentire.

«Vabbè, voi non siate da meno, ciao» ricorda Gaia e saluta, chiudo la videochiamata.«Io sto ancora aspettando il bacio vero» sussurra, credendo che non l'abbia sentita. Ma ignoro la sua richiesta.

«Vieni dai, facciamo la nanna» le faccio gesto di avvicinarsi. Si poggia nell'incavo della mia spalla e si addormenta, nel frattempo io ne approfitto per giocare con i suoi capelli. Subito dopo le poggio un bacio sulla testa e mi addormento anch'io.

«Christian» sento Gaia toccarmi il petto per svegliarmi.

«Che c'è?» apro gli occhi un po' confuso dalla situazione.

«Mi sento sola, dai, chiacchieriamo» mi supplica e si mette seduta.

«Monella, le chiacchiere le possiamo fare anche quando sei poggiata sulla mia spalla» rido.

«Mi addormento, e ho dormito troppo» lamenta e ride.

«Allora, dimmi, cosa vuoi raccontarmi?» provo a sedermi, e inaspettatamente ci riesco.

«Chissà quando ti stancherai di me...» la blocco.

«Non mi stancherò di te» le sorrido e continuo «ti vorrei riempire di solletico quando dici queste cose».

«No Chri, mi fa male il braccio» suona come una supplica, infatti non la sfioro minimamente. Entra una dottoressa in camera.

«Buongiorno ragazzi, tra poco vi chiamiamo uno alla volta per fare le lastre, inoltre, oggi arriva un altro paziente in stanza»

«Va bene, grazie» dico e la dottoressa esce dalla stanza.

«No Chri, non voglio nessuno qua dentro se non noi»

«Ga, non è nostro l'ospedale» rido.

«Poi, io non voglio andare da sola a fare le lastre» lamenta ancora.

«Gaia, ti stai lamentando troppo oggi» rido.

«Chri, io sono seria, vieni con me?» supplica, è tenerissima.

«Cenerentola, la dottoressa è stata chiara, tu stai tranquilla, è veloce, poi ci vediamo di nuovo qui» cerco di rassicurarla e le sposto delle ciocche di capelli dietro l'orecchio.

«E se sto male?»

«Siamo in ospedale, sapranno curarti» sorrido per infonderle calma, quando nemmeno io sono calmo.

«E se mi viene un attacco di panico?»

«Soffri di attacchi di panico?» chiedo, lei acconsente con la testa.

«Gaia De Martino, dobbiamo fare le lastre, mi segua» entra un'altra dottoressa e chiama Gaia. Le poso un bacio sulla guancia e le sorrido per tranquillizzarla. Poco dopo torna.

«Che c'è principessa?» chiedo lei vedendola affranta.

«Non voglio parlare, non farmi domande» è estremamente arrabbiata, e un po' la capisco, ha paura di non poter più ballare.

«Christian, tocca a lei» entra di nuovo la dottoressa a chiamarmi. Provo a camminare con le stampelle, no, non è difficile, ma la gamba fa male.
Mi porta in una stanza, ha le pareti arancioni e un sacco di macchinari per fare le radiografie. Me ne fanno due, una a metà busto e l'altra per la gamba, che muovo a difficoltà.
«Tra poco vi porto i referti e vi parlo» continua la dottoressa.

«Va bene, grazie» torno nella stanza, che per fortuna è molto vicina. Appena entro in stanza c'è Gaia sul letto, che si nasconde.

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Eiei, com'è questo capitolo? Ieri dovevo pubblicare, ma numerosi problemi non mi hanno permesso di farlo. Questo capitolo è un po' incasinato, ma è carino, dai.

Fragile come ghiaccio// Mida E GaiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora