Capitolo 5

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«Ti piace Ga?»

«Cosa?Chi?» faccio il panico.

«Il paesaggio scema»

«Si, un sacco» torno con i piedi per terra.

«Chia» fa segno di dargli la mano. E mi viene l'ennesimo colpo di tosse.

«Gaia raffreddata» scherza lui.

«È allergia, andiamo?» dico aprendo la porta. Allergia alle sanguisughe.

«Maldestra, stai attenta a non cadere» mi accarezza la schiena con la mano libera non acchiappata da Chiara.

«Non sono una bambina» o forse si, non so. Scendiamo.

«Gaia, vai di lì, ora ti raggiungo, le chiavi sono già attaccate alla porta» mi fa gesto di andare vicino ad una casetta di legno. Casetta con una altalena esterna e piena di vetrate. Acconsento con la testa ed entro in casa, inizio a sistemare le mie cose e mi siedo sul divano.

«Ei, non ti addormentare» mi raggiunge sul divano.

«Di cosa dovevi parlarmi?» chiedo.

«Oggi non registriamo, solo relax»

«E io che faccio?»

«Stai con me e Chiara» dice con aria divertita.

«Ti ripeto che non ho da fare da candela a nessuna relazione» mi alzo dal divano.

«Gaia non scappare» mi ferma dal polso «io e Chiara ci siamo lasciati» finisco.

«Cosa Chri?» fingo di non avere capito e utilizzo il soprannome dolce.

«Io e Chiara non stiamo più insieme» dice e mi spunta uno strano sorriso sul volto, specchiato dalle vetrate della casa.

«Siccome non ho visto che le hai chiesto la mano mentre eravamo in limousine» sussurro nervosa, sapendo che tanto mi ascolta.

«Perchè fai così?» chiede lui.

«Perchè mi dici le bugie e mi dà fastidio»

«Non è una bugia»

«Si si» mi alzo dal divano e sussurro ancora «quanto vorrei non essere qui in questo momento». Per il nervoso faccio finta di cercare qualcosa nel borsone.

«Dovevo dirti un'altra cosa, mi scivoli dalle mani e nemmeno me ne accorgo» si alza dal divano per prendermi una mano e riportarmi sul divano.

«Potevi evitarti benissimo questa scenata con la mano» imbroncio e non lo guardo negli occhi.

«Togliti il broncio Gaia» mi alza il volto con un dito ma oppongo resistenza e torno a guardarmi le mani. «Se non mi guardi negli occhi non ti parlo» finisce.

«Menomale, torno a fare ciò che stavo facendo» sussurro. E torno a mettere tutto apposto.

«Che caratterino Gaietta» si lancia sul letto dietro di me.

«Non chiamarmi così» la rabbia prende il sopravvento.

«Perchè?» mi tira da un braccio e mi fa cadere su di lui.

«Christian» urlo.

«Togliti il broncio» sussurra con la testa abbassata.

«Non puoi prendermi così» provo a scendere da sopra le sue gambe.

«Perché? Mirko si arrabbia con me? Mh?»

«No...» vengo bloccata da una vocina stridula.

«Raga» entra Chiara che guarda me sulle gambe di Christian. Mi alzo di botto e torno a sistemare le cose. «Spero di non aver interrotto niente, Chri, vieni fuori, dobbiamo farti vedere i luoghi».

Fragile come ghiaccio// Mida E GaiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora