CAPITOLO 3

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"Ciao Giò! A domani, ora vado a fare le valigie." Mi saluta da dentro l'auto col finestrino aperto agitando la mano.

Sono emozionata, tra meno di dieci ore dobbiamo partire per il Brasile. Prima dell'inizio delle partite vorrei visitare qualche città, le favelas, insomma vorrei vedere un po' di civiltà, la loro cultura. Le loro abitudini quotidiane che poi scoprirò in hotel.

Fantasticando sono arrivata in casa, senza pensare troppo al domani mi metto a ballare in casa. Sono matta? Direi di sì. Accendo Just Dance e mi muovo con il sottofondo di Nicky Minaj. Alla fine guardo l'orologio...le 22:00, merda.
Mi guardo intorno con gli occhi sgranati come se ci fosse Giò a fissarmi. Salgo le scale velocemente e raggiungo il piano superiore. Mi dirigo al mio armadio a tre ante di noce. Lo apro cercando il trolley. Eccolo!

Il mio bel bagaglio a fantasia, sopra ci sono disegnati tutti i segnali stradali. È rigido. Digito la combinazione e con un 'toc' scatta la serratura. Ora il dilemma è: cosa porto?

Be' intanto partiamo dalle scarpe, le ciabatte infradito fluo per la camera e la spiaggia, le Converse rosse appena comprate e degli stivaletti estivi per qualche uscita serale. Pantaloncini e magliette a volontà e qualche vestitino. Allora, questi shorts, qualche canottiera e qualche t-shirt. Uh non posso dimenticare la biancheria intima!

Sono pronta, unisco le due parti del trolley e con il solito rumore, lo chiudo definitivamente. Oh no! Dovrò pur portare su anche una borsetta per girare, e i documenti! Ma quanto sono sbadata?

"Gioia che documenti devo portare?" (Ho deciso di chiamarla per chiederle cosa prendermi su.)
Sento che dall'altra parte del telefono sta sbuffando.
"Il passaporto ovviamente, no?"
"Oh giusto, che idiota."
Mi mette giù all'improvviso.

Sicuramente l'avrò chiamata in un momento importante. Prendo la mia borsa a tracolla floreale e ci infilo subito dentro il passaporto, due tre pacchetti di fazzoletti di carta, un po' di trucchi. Questa volta sono veramente pronta. "Driin driin", il cellulare.  Vedo il nomignolo del mio fidanzato. Oddio gli avevo detto che domani ci saremo visti, peccato che io parta.

"Ciao Luke!" Dico un po' intimidita. "Ciao...domani allora ci vediamo, no?" "Ehm...", non mi fa finire la frase. "Forza sputa il rospo." "Io e Giò partiamo per il Brasile non ricordi?" "Ci sono i mondiali..." aggiungo. "Oh cazzo me ne ero dimenticato, allora ci sentiamo per telefono, almeno una volta al giorno okay?" "Ottimo."

Metto giù e visto che mi sono scordata di cenare mi scolo una mozzarella. La metto in un piattino e mi siedo a tavola. Possibile che io mi scordi di tutti i pasti? Se vado avanti così diventerò uno stecchino.

Improvvisamente sento il vento diventare più forte, fischia. Spero che ora di domani si calmi la burrasca che si sta scatenando. Adesso ci si mettono pure i tuoni, bene. Un temporale in piena regola.

Stavo per chiamare la mia amica quando mi viene in mente che è troppo impegnata per rispondermi. Va bene...pensiamo a qualcos'altro. Per esempio che domani sarà il 12 giugno! Dico esultando. Il giorno più importante della mia vita. No quello direi che è il matrimonio, se mai lo farò.

Sono ancora seduta a tavola, con il cibo ancora intatto. Ora basta! Devo mangiare. Afferro la forchetta, faccio dei piccoli pezzettini e mangio assaporandomi questa prelibatezza. So che una semplice mozzarella non lo è, ma pensa a tutte quelle persone che in questo momento pagherebbero per averme una.

Mi riprendo dai miei pensieri altruisti e mi alzo appoggiando le mani sul tavolo. Ho davvero tanto sonno, sbadiglio una, due, tre volte. Forse è ora di mettersi a letto. Mando un messaggimo a Giò. "Notte cretinetta."

Be mine ≫ n.j.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora