Il resto della serata lo passo in questa stanza d'albergo, pensando a tutte le cazzate che ho fatto.
Ho solo tradito Luke, la mia migliore amica e...sto mettendo al primo posto una persona che conosco appena.
Questa non sono io, non sono una ragazza così. E se Gioia pensasse che io sono una sgualdrina? La mia dignità andrebbe in frantumi, tutti i muri che mi sono costruita andrebbero a puttane.
Io, che nella mia vita ho avuto vicine ben poche persone, perderei anche quelle.
Non so quanto pagherei per farmi dire da qualcuno cosa devo fare, come devo reagire a tutto ciò.
Forse mia madre saprebbe cosa dire. Dovrei avere ancora il suo numero in rubrica...sì eccolo!
Però potrebbe prenderla male, avevo promesso di non chiederle più aiuto. La mamma è sempre la mamma, o così dicono.
Sì dai, tentar non nuoce. "Ehm...mamma?" "Sì tesoro, sono io", risponde fredda. Lo sapevo, non faccio mai la scelta giusta.
"Sono a San Paolo, lo sai che ci sono i mondiali?", continuo intimidita. "Certo, qual è il problema?"
"Conosci Neymar, il famoso giocatore?" Non so come andrà a finire questa conversazione, è una situazione non credibile.
"Sì ne ho sentito parlare, continua." "Io e lui abbiamo una storia...non c'è stato nessun rapporto di quel genere -continuo imbarazzata- siamo solo quasi fidanzati", termino esausta per la troppa agitazione.
"Jen stai bene?" "Mamma ti assicuro che questa è la mia situazione, credimi, se ci fosse Gioia te lo confermerebbe", la rassicuro.
"Dov'è Giò?" "Abbiamo litigato, per un giorno alloggerà in un altro hotel, tranquilla." Non la prenderà bene, sicuramente indagherà più a fondo."Va bene, -dice invece- hai avvertito Luke dell'accaduto?" "Oh certo, è rimasto deluso", confermo pentita.
"Jen, devi seguire il tuo cuore, tesoro mio. Io non posso dirti se Neymar sia un uomo serio, perché ovviamente non lo so. Ti dico solo di stare attenta, bambina mia", mi vengono le lacrime agli occhi per l'ennesima volta.
Era da troppo che non la sentivo. E lei é rimasta ancora legata a me, come l'ultimo giorno in cui l'ho vista.
È proprio vero che di mamma ce n'è una sola. "Grazie mamma, a presto allora." La congedo e chiudiamo la chiamata.
Ora so cosa devo fare. Attenzione, questa é la parola chiave. Non devo privarmi di nessuno a cui voglio bene, basta solo organizzare le cose.
Con un sorrisetto stampato sulle labbra scendo le scale, mi affaccio sul marciapiede chiamando un taxi.
Grazie al cielo se ne ferma uno quasi subito. "Destinazione, signorina?" "Dopo la rotatoria, svolti a destra."
Mi accomodo sui comodi sedili in pelle, non m'importa quanto mi costerà, voglio solo rivederlo, per dimostrargli quanto bene gli voglio.
Ma soprattutto dimostrare che ci sono anche io per lui. "Siamo arrivati." "Quanto le devo?", domando, chiedendomi di che morte devo morire.
"Vada, da quanto si può capire dal suo sorriso ha molta fretta", sono impietrita.
Non posso credere di aver scampato una trentina di euro. Non dico niente, mi limito solo ad ampliare il mio sorriso da un orecchio all'altro.
Il cancello è semichiuso, strano, ne approfitto per entrare. Spero solo che Scott non abbai, o rovinerà la mia sorpresa.
Mi viene subito incontro, evidentemente impaurito dal mio andamento furtivo. Lo accarezzo e gli scocco un bacio sul muso, lui se ne sta zitto zitto, che meraviglia gli animali.
Faccio scattare la serratura della porta, spio all'interno per assicurarmi che non ci sia nessuno.
Potrebbe esserci Tiffany, me ne ero dimenticata, se le dico le mie intenzioni magari capirà.
La intravedo al bancone della cucina, sta preparando la cena. "Tiff, Tiff!" Sussurro cercando di fare il più piano possibile.
Lei si volta improvvisamente, però rimane impassibile, mi sorride. Entro finalmente dentro, questa casa ha un mucchio di ricordi, mi fiondo sulle scale sempre in punta di piedi.
Passo dopo passo sono arrivata al piano di sopra. Ormai conosco questo luogo come le mie tasche. Sono arrivata davanti alla porta della sua camera, lo sto spiando dal buchino della serratura, che biricchina che sono.
È su una seggiola di quelle girabili, davanti al computer. Sullo schermo riesco a intravedere Facebook se non sbaglio, be' non ha importanza.
Afferro la maniglia e con tutta la buona volontà che ho spalanco la porta. Lui si gira, ha gli occhi spalancati per lo stupore.
"Oh mio dio Jen, che ci fai qua?!" Mi domanda ancora sorpreso della mia presenza. "Sono venuta a farti visita, mancavi tanto", faccio la faccia da cucciolo.
Si catapulta addosso a me, gli lego le braccia al collo, e insieme ci buttiamo sul letto. Al diavolo Luke, Giò, tutto quanto, per questa sera devo sentirmi libera.
Comincia a lasciarmi una scia di baci umidi sul collo, si abbassa verso la spalla e inizia a succhiare. So che questo segno lasciato sul mio corpo mi costerà tanto, soprattutto quando Giò lo vedrà, ma stasera non m'importa, al futuro ci penserò a tempo debito.
"Ti amo tanto Jen", sussurra ansimante. Adoro questo tono di voce così sensuale, mi fa sentire bella, desiderata, come non lo sono mai stata nella mia vita; con una mano mi attraversa il torace, fino ad arrivare al mio punto più sensibile.
Si mette di fronte a me, slaccia la cintura dei jeans e li sfila in un nanosecondo. Poi si sposta nella parte sopra e mi tira via la maglietta, è questo il suo piano, vuole torturarmi eh, be' non sarà l'unico a giocare.
Giocherella con l'elastico delle mie mutandine, "Ney, per piacere...", dico al limite della sopportazione.
A questo punto le fa scorrere lungo le gambe fino a tirarle via del tutto. "Sei bellissima, piccola", sbotta ancora con quel tono sensuale, se continua così penso che gli salterò addosso.
Sfiora la mia intimità con i palmi delle dita fino ad arrivare più sotto. Infila un dito dentro di me, fino ad ora non avevo mai avuto questi rapporti con un ragazzo, o meglio dire, con Luke.
"Tutto bene?" "Sì, tutto a meraviglia", confermo per evitare che smetta.
Ho gli occhi semi chiusi, ma posso notare che sta sorridendo. Si diverte a vedere quanto sono inesperta eh, vedremo chi è inesperto e chi no.
Raggiungo il culmine del piacere e vengo gridando il suo nome. È stato bello, questo non posso negarlo.
"Ora tocca a te", mi incoraggia lui. So che farà una pessima battuta vedendo che io non so fare quelle cose.
"Ehm...sì be' ecco", mi interrompe lui "dai vieni, ti insegno io." Per fortuna non si è preso gioco della mia inesperienza, mi avvicino a lui sempre più dubbiosa sul da farsi.
"Ora metti una mano qui...", e trasporta la mia mano sulla stoffa dei boxer. La sua evidente eccitazione mi da la forza necessaria per incominciare a muovere la mano, su e giù.
"Mmm Jen, quanto sei brava", dice scosso dai gemiti. Sono ancora abbastanza incerta su cosa devo fare, per ora mi limito a sorridere vedendolo venire sotto al mio tocco.
Non è stato poi così terribile, sono stata più che altro guidata dall'istinto.
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Be mine ≫ n.j.
FanfictionEra una vacanza perfetta. La mia vacanza perfetta. Almeno fino a quando non mi sono trovata faccia a faccia con quel ragazzo. Non avrei mai pensato che avrebbe preso parte alla mia vita. C'è voluto tanto perché fosse possibile, e tanto ci vorrà per...