CAPITOLO 14

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"Io me ne vado a letto Jenette, devo smaltire la sbornia", dice con un filo di voce, buttandosi a capofitto sul letto.

È proprio messa male. Non so proprio che gusto ci trova ad ubriacarsi così tanto, per poi avere un mal di testa infernale.

Non capirò mai questi alcolisti. Domani ci sarà la partita, come sempre devo pensare a tutto io.

Se comincerà tardi allora mangeremo prima, se invece avrà inizio abbastanza presto ci sfameremo alla fine.

Ho qualche dubbio sul da farsi nel post partita. Se ce ne andiamo subito...deluderò Neymar.

Ma io oggi ho un appuntamento con lui! Me ne sono ricordata solo ora. Dovrò creare un diversivo per uscire dall'hotel e salire in macchina con lui.

Non sarà facile. Non posso permettermi di scappare. Se Gioia si svegliasse sarebbe un disastro.

Opto per svegliarla cautamente e dirle che...vado a farmi un giretto per le vie della città.

Il suo stato di semi incoscienza mi aiuterà un poco. "Giò svegliati", le sussurro.

Che sonno profondo che ha. Sembra un angelo mentre dorme, è stupenda. "Mh, sì che c'è?" "Io esco a fare una passeggiata, tu riposati" bisbiglio.

"Ti voglio bene" sbotta con un sorriso sincero e gli occhi mezzi chiusi. Mi si stringe il cuore "anche io", le rispondo.

Esco dalla porta e scendo le scale con rapidità. Poso le chiavi sulla parete, mi avvicino alle vetrate automatiche.

Si spalancano, cammino con disinvoltura, a passo sostenuto. Intravedo una Jeep nera con i vetri scuri.

Sarà sicuramente sua. Mi avvicino incerta, se non è la sua farò una figura di merda. Sento vibrare il cellulare nella borsa, è lui.

Vieni avanti, la macchina è mia. Che liberazione. Devo aprire la portiera dei sedili davanti o di quelli dietro? Dilemma.

Apro quella del passeggero..."Vieni su, non devono vederci", si confida lui. Mi affretto a salire e a mettere la cintura.

"Va tutto bene? Giò ha creduto alle tue scuse?" "Oh, certo. Sta smaltendo la sbornia, diciamo che ne ho approfittato", confesso con un sorrisetto.

Mi dispiace infinitamente per averle mentito. Sarebbe pure peggio di averle detto la tragica verità e quindi di aver infranto le promesse.

Non lo saprà mai. Cerco di tranquillizzarmi, devo sembrare il più naturale possibile. Il tragitto è silenzioso, non vedo l'ora di arrivare al delizioso posticino che ci aspetta.

Nessuno osa rompere il ghiaccio, nessuno spiccica parola.

"Eccoci qua Jen!" Annuncia Ney. Mentre scendo ci manca poco che cado dallo scalino che separa l'auto da terra.

L'interno dell'edificio è semplicemente straordinario. È l'eleganza in persona. Ci affrettiamo a camminare sul tappeto rosso che ci porterà dal maître.

"Avete prenotato?" "Certo. Sono io", abbassa leggermente gli occhiali da sole, lasciando intravedere le sue pupille.

Il signore di mezza età pare aver capito. Ci accompagna al nostro tavolo e si congeda augurandoci una buona serata.
Da gentiluomo, quale é Neymar, mi scosta la sedia per sedermi. Lui sì che sa le buone maniere.

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