12 - Non sei sola

77 7 26
                                    

Amity POV:

Le prime ore del mattino avevano sempre avuto un effetto calmante su di me. C'era qualcosa di rassicurante nel silenzio che avvolgeva le strade ancora addormentate, come se il mondo stesso fosse sospeso in un momento di quiete assoluta. In quei momenti, i miei pensieri potevano fluire liberamente, senza l'interferenza delle preoccupazioni quotidiane.

Oggi era una di quelle mattine, e mi sentivo stranamente in pace mentre camminavo verso casa di Boscha. Avevamo deciso di fare una sessione di prove straordinarie, solo io e lei, qualcosa che non facevamo da molto tempo. 

L'idea era nata spontaneamente, forse dettata dalla tensione per l'imminente concerto allo stadio, o forse semplicemente dal bisogno di perfezionare le nostre performance dopo il caos dell'Open Day. Quel giorno avevamo corso contro il tempo, sacrificando molti dettagli importanti. Ora, però, avevamo l'opportunità di riprendere in mano la situazione e assicurarci che tutto fosse perfetto.

La camminata verso casa sua era un'opportunità per riflettere su molte cose. Per quanto potessi sembrare concentrata sulla musica, c'era una parte di me che continuava a tornare al vortice di emozioni contrastanti del giorno prima. Avevo aiutato Clara a entrare alla Hexside e, solo poche ore dopo, l'avevo affrontata in un match che, a pensarci bene, non era stato così equo.

Avevo vinto, e avrei dovuto essere felice per questo, ma c'era qualcosa che non mi lasciava in pace. Il volto di Clara, segnato dalla tristezza e dalla delusione, continuava a riaffiorare nella mia mente. Mi ero sempre vista come una persona competitiva, qualcuno che non si tirava mai indietro di fronte a una sfida. Ma ieri, mentre la guardavo negli occhi dopo la partita, qualcosa dentro di me era diverso. Forse era la consapevolezza di quanto avesse significato per lei quella sfida, o forse mi rivedevo in quella delusione che lei cercava di nascondere.

Era una sensazione strana, quasi un senso di empatia che non mi aspettavo. 

Stavo iniziando a provare pena per lei?

Forse sì. Ma, d'altro canto, era normale provare un certo dispiacere per averla vista così sconsolata. Dopo tutto, io conoscevo molto bene quella sensazione. Essere una strega perfezionista e ambiziosa aveva i suoi vantaggi, ma comportava anche un prezzo molto alto da pagare. L'idea di non essere mai abbastanza brava era una lotta continua.

Cercai di liberarmi da quei pensieri mentre continuavo a camminare. Dovevo concentrarmi sulla giornata che avevo davanti, non potevo permettermi di farmi distrarre da questioni che, per ora, dovevano rimanere in secondo piano. La verità era che, nonostante tutto, mi sentivo soddisfatta del risultato della partita. Avevo finalmente pareggiato i conti con Clara: lei mi aveva battuta nel suo sport preferito, e io l'avevo battuta nel mio.

C'era però una cosa positiva che mi rincuorava: Clara avrebbe avuto le sue mattine occupate alla Hexside per almeno una settimana. Questo significava che Luz avrebbe avuto un po' di tempo per se stessa, senza dover sempre occuparsi di lei.

Lasciai andare un sospiro, cercando di mettere da parte quella strana sensazione che mi portavo dentro. Avevo delle prove da affrontare, e non potevo permettermi di distrarmi ulteriormente.

 Sapevo che avremmo avuto una giornata intensa davanti a noi, ma la presenza di Boscha mi rassicurava. Aveva un modo di fare schietto che mi metteva a mio agio, e sapevo che, se c'era qualcosa che non andava, non avrebbe esitato a farmelo notare. Quel tipo di onestà era raro, e per questo lo apprezzavo enormemente.

Ero quasi arrivata a casa della bassista, quando da lontano la vidi già pronta ad aspettarmi davanti al portone. Puntuale come un orologio, cosa che mi colpì particolarmente. Di solito Boscha non era esattamente nota per la sua puntualità, anzi, spesso era quella che si prendeva tutto il tempo del mondo, come se il concetto di orario fosse un optional. 

Music Under The Spotlight 2 - LumityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora