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Dopo una notte insonne, l'ultima cosa che voglio fare è parlare con Stephen, ma so che devo. Così mi faccio coraggio e apro la porta del suo ufficio. O meglio, di quello di sua madre. Dietro alla scrivania con su scritto "Argentea Wilson", siede il neo maggiorenne che probabilmente non vede l'ora di farmi la ramanzina.

"Ciao, Selena. Prego, siedi pure."

Mi siedo titubante davanti a lui, che si rigira comodamente sulla poltrona in pelle. Mi scruta silenzioso, poi mi fa un piccolo cenno.

"Hai visto?"

"Io..."

"Sì o no?"

Il suo tono mi inquieta. Non me lo immaginavo così perentorio. È sempre parso come un leader accondiscendente, pacato, ma mai rigido. Mai come sua madre. Ma questa mattina, con una giacca tutta tirata, senza occhiali ed i capelli ben pettinati, sembra un'altra persona. Sembra un capo, vero e proprio, che sta per licenziare e mietere vittime. Vorrei ricordargli che è un sostituto, che gestisce un povero locale da quattro soldi, che se sono qui è perché non ho mai avuto la pretesa di trovare di meglio.

"Sì."

Mi limito così a dire, e lui annuisce.

"Vedi... Mia madre ci tiene tanto a te. Perciò pensa che colpo le prenderebbe se sapesse che hai aiutato il criminale più temuto del paese..."

"Io non lo sapevo!"

"Non ha importanza."

Mi interrompe con un gesto da insolente. Sento una forte rabbia montare in me, parte dallo stomaco e mi fa battere il cuore, pulsare la testa e muovere nervosamente una mano. Vorrei saltargli addosso. Giuro. In questo esatto istante. Si sta divertendo. Gli piace avere potere, si vede.

"Ciò che importa, ora, è che c'è una registrazione di te e lui. C'è una prova, fisica e tangibile, del fatto che tu abbia aiutato un ricercato. Ovviamente... tu lavori qui. Tu sei nostra dipendente. Tutto ricade sul locale. Tutto ricade su mia madre. Su di noi."

So già dove sta andando a parare. Mi alzo, pronta ad esplodere.

"Cosa stai insinuando?! Che devo andare via perché vi ho messo nei guai? Che sono scomoda?!"

"Siedi. Non ho ancora finito."

"No! Col cavolo!"

Butto a terra un vaso sul pavimento. Lui non si scompone, anche se tutto è andato in pezzi. Anche se la mia vita sta andando in pezzi.

"Selena... ti prego di calmarti."

"Tu!!! Brutto stronzo! Vuoi licenziarmi, non è così?"

Abbatto una ceramica. Cade a terra con un "clank".

"Non è un licenziamento vero e proprio... Per la sicurezza del locale, per ripulire il nome di tutti, ho deciso che sei in pausa. Da oggi fino a data da definirsi... Fino a quando non si sarà risolto tutto."

"La polizia lo sa?"

Adesso inizio a tremare, e mi accascio di nuovo sulla sedia. Stephen scuote la testa.

"No, e non deve saperlo. Ti chiedo di restituirmi il dvd. Farò in modo di farlo sparire. Così come dovrai sparire tu da questo locale. Sono stato chiaro?"

Non rispondo, ma prendo a trafficare nervosamente con la borsa e a trovare la prova scomoda, la causa dei miei mali, l'inizio della fine. Quando la trovo, la lancio sulla scrivania. Il CD all'interno si spezza.

"Mi dispiace tanto, sul serio... Ma non posso mantenere un'impiegata che ha coperto un criminale. Non posso."

Afferra il CD e se lo rigira tra le mani. Poi mi guarda.

Per amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora