Titanic

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Buonasera amici. Eccoci con la seconda parte del pastiera gate, POV di Rusella nostra. 

Nessuna premessa stasera. Solo un consiglio per Rosa: cambia amici, ammó. 

Spero vi piaccia. As always, facit'm sapé se vi va  <3 

PS: Viva il Brazil, sempre.


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Quando Rosa si era svegliata quella mattina, con nessun piano a parte pulire casa e trascorrere un numero imbarazzante di ore su Netflix, non aveva idea della piega assurda - tragicomica, quasi- che avrebbe assunto la sua giornata.

Certo, si stava lentamente abituando al fatto che di recente le stessero capitando cose poco prevedibili e aveva anche accettato - con molta fatica - certe sue idee che nemmeno lei sapeva spiegarsi, come ad esempio aver accidentalmente suggerito alla sua nemesi di sentirsi su Whatsapp, con una cadenza che stava rapidamente diventando così regolare da risultare allarmante. Fatto di cui si era pentita quando aveva realizzato che quei messaggi non solo non riusciva più ad ignorarli, ma erano anche in grado di influenzare il suo umore. 

Positivamente, perlopiù. Nel senso che aveva notato una drammatica correlazione tra il numero di sorrisi spontanei che le spuntano sul volto senza nessun motivo apparente e quello di notifiche provenienti da un certo contatto salvato come "Don Piecuro".

La storia di come e perché aveva deciso di salvare il numero dell'avvocato Di Salvo come Don Piecuro la conosce soltanto quel traditore infame del suo gatto.

Vesuvio, infatti, è l'unico testimone oculare delle reazioni della sua padrona a certe uscite del Di Salvo, il quale qualche giorno prima in aula - non si sa bene come - era riuscito ad avvicinarsi alla sua borsa e a infilarci una busta contenente le foto e l'identità del ragazzo di Silvia e un biglietto con scritto "E chest nu' chiattillo del Vomero 'o sap fa? - Yours truly, CDS".

Quando Rosa aveva svuotato la borsa sul divano, come suo solito, e l'aveva trovata, nemmeno il cuscino anti-sclero che aveva usato in precedenza era riuscito a contenere le sue urla.

"Ma ti rendi conto, Vesù??!!! 'A legge accà, 'a legge allà e po' guarda che fa?!? Peggio 'e nu 'prev't! Predica bene e razzola male e' vuless pure fa' a morale a me? Ma chi se crer 'e esser? Ma soprattutto ij nun tengo bisogno 'e l'aiuto 'e nisciun pe' difendere a Silvia, nemmen 'e Don Piecuro!"

Vesuvio era rimasto a sorbirsi tutta la litania con un'espressione meno disinteressata del solito, per cui Rosa aveva tratto la conclusione che concordasse con lei e fosse perciò un nome adeguato per registrare il suo numero.

A ripensarci, solo una delle tante situazioni ridicole in cui l'ha messa il piecuro da quando si sono beccati per caso sul volo Napoli - Londra, come adesso che lui è seduto nella sua living room con lei che - dandogli le spalle - taglia la pastiera con una lentezza estenuante, solo per prendere tempo. Perchè non ha assolutamente idea di come sostenere una conversazione adulta con lui in casa sua mentre lei indossa un crop top di Barbie e i pantaloncini del pigiama e lui, invece, è bello come il sole, ha una t-shirt bianca che gli fa risaltare gli occhi color caffè, i ricci più definiti del solito e un accenno di barba che sembra disegnato.

"Vabbuò ma se vuoi che resto stanotte, nun ce sta bisogno 'e fa' sta recita. Basta che me lo chiedi.", le dice Carmine riportandola al presente.

"Vuo' verè che mo' t'azzecc n'faccia?", gli risponde, porgendogli una fetta di pastiera e sedendosi sul divano il più lontano possibile da lui, come se mettere distanza fisica tra lei e l'audacia del suo ospite indesiderato potesse servire a dissipare la strana tensione elettrica che sente ogni volta che gli sta troppo vicino.

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