12 Arwan

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Il rumore di rapidi scatti risuona nell'abitacolo, la mia macchina fotografica segue il bersaglio che circospetto si guarda attorno, senza notare nulla. Ancora una volta mi hanno assunto per un caso di tradimento. Una ricca moglie, aveva sospetti ben fondati. Il suo uomo nulla facente, è appena entrato in una casa insieme ad una giovane studentessa, e ora queste foto insieme a molte altre prove finiranno in mano alla moglie.

Le prime volte che mi hanno contattato per un caso di questo tipo, provavo pena, disgusto addirittura. La media di ricchi sfondati che mi contattano ogni anno per lo stesso motivo è davvero alta, quindi ho imparato a non stupirmi più di fronte a tanto schifo.

Ripongo la mia macchina e avvio il motore dell'auto. Purtroppo, con mio grande dispiacere, in giornate come queste devo utilizzare per forza un mezzo più discreto. Nonostante tutto il mio lavoro mi piace ancora, due anni dopo il mio primo impiego non rimpiango la mia decisione, e non solo perché sto fatturando una cospicua somma.

Il tempo libero dal lavoro ora non mi manca, ciò non significa che io stia fermo a poltrire come quel ciarlatano di Mark. Il rosso ha deciso negli ultimi mesi di appostarsi nel mio studio, dichiarando a gran voce che l'ambiente silenzioso e cupo lo aiuti ad immergersi meglio nella dark novel che sta scrivendo.

Parcheggio la mia auto di fronte allo studio, richiudendo il garage con un'ultima occhiata di desiderio alla mia moto. Devo ancora decidere se i casi calmi mi piacciono o no, di azione ne ho fin troppa tutti i giorni, però a volte ho la sensazione che mi manchi qualcosa.

Apro la porta d'ingresso, trovando, come da aspettative, Mark seduto sulla "sua poltrona" con un paio di cuffie giganti. Gliele avevo regalate lo scorso Natale e da allora non se ne separa mai. Il suono delle sue dita rapide sulla tastiera l'unico suono che mi accoglie.

Mi avvicino a lui, toccandolo leggermente sulla spalla per annunciare la mia presenza. Concentrato com'è a scrivere, si limita ad alzare una mano in saluto, solo per un paio di secondi.

Scuoto la testa divertito e poggio su un grosso tavolo la macchina fotografica, estraendo la scheda SD nel processo. Ci metto poco a mandare tutto il materiale delle ultime settimane alla mia cliente, pochi attimi dopo mi arriva il suo bonifico in ringraziamento.

Ora inizia il mio vero lavoro. Mi avvino verso il fondo della stanza, alla parete ricolma di fogli. Il lavoro di anni mi saluta con fierezza, appunti su appunti dedicati ai misteri che fin da piccolo mi alleggiavano intorno. Tutto quello che sono riuscito a scoprire, da solo.

Da un paio di settimane stavo seguendo una nuova pista, la mia ultima investigazione mi ha condotto a un fantomatico libro: il grimorio dei Lewis, una famiglia britannica vicina al rango nobiliare e segretamente praticanti di arti oscure. Non mi interessava nulla delle loro cazzate da streghe, ciò che mi incuriosisce è il loro fanatismo verso il mondo oltre al Velo.

Sono venuto a conoscenza dei loro esperimenti con l'altra dimensione, non so se le loro pratiche frivole funzionino o meno, però se sanno dell'esistenza del Velo vale la pena indagare.

Mi soffermo con lo sguardo qualche secondo di troppo sulla foto del mio angelo, Charlotte. Ho portato alcuni dei suoi quadri nel mio studio, l'unica nota di colore in tutto l'ambiente. La sua arte mi calma la mente, anche nei momenti in cui, dopo un incubo particolarmente violento, vorrei solo strapparmi la pelle arrossata e coperta di nuovi marchi neri.

Il mio sguardo torturato passa in rassegna le forme delicate del suo viso, accarezza senza vergogna le sue labbra rosate. È bellissima in questa foto, come in tutte le altre.

Quando sono tornato in polizia ho trovato un file tutto dedicato a lei. É morta quando ero ancora piccolo, sola in un freddo vicolo. Le cause del suo decesso sono misteriose e il suo nome censurato, eppure vedendo il suo corpo privo di vita mi fu impossibile non riconoscerla.

Beyond the veilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora