24 Charlotte

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L'arredamento di dubbio gusto dei miei genitori è un accogliente benvenuto nella loro stanza. Ho detto ad Arwan che sarei andata a rifornire le nostre armi, ma manca molto tempo fino alla mattina, quindi cosa c'è di male in una piccola esplorazione?

La camera si trova su un piano totalmente diverso rispetto al mio; ho attraversato tutta l'ala destra della casa per arrivarci. Molte cose sono ancora sfocate, ma ricordo distintamente che un tempo i miei genitori dormivano in stanze separate.

Con mia sorpresa, alcune cose sono cambiate. Oltre ai nuovi mobili, le vecchie stanze di Nathalie e Martin Fowler non sono più le stesse. Dove un tempo c'era la camera da letto di mia madre, ora c'è solo una grande cabina armadio. La maggior parte degli abiti è tipica dei cacciatori: pantaloni cargo, attillati, corti e di tutti i tipi, ma sempre rigorosamente neri. L'unica macchia di colore nell'armadio sono i numerosi vestiti arcobaleno.

Scorro con le mani tra i vari tessuti, percependo chiaramente il loro materiale grazie ai ricordi del mio tatto fantasma. Angel mi ha confessato che lei non riesce a sentire la texture di quasi nulla, quindi mi dovrei ritenere parecchio fortunata nel poterlo fare.

Mi ricordo che da piccola, quando mia madre non era in missione, sfoggiava in casa un impressionante assortimento di vestiti colorati; durante i suoi momenti di libertà, qualsiasi tipo di pantalone o maglietta erano proibiti. In parte oggi capisco la sua repulsione per il nero: indossarlo ogni giorno per il resto della propria vita è deprimente.

Un vestito lilla, solitario nel suo colore, attira la mia attenzione. È appeso su una gruccia, quasi in disparte rispetto ai suoi fratelli gialli, rossi e verdi. Con riverenza lo prendo dal suo ripostiglio, guardandolo in attesa di qualche flashback, ma la memoria non mi riporta nulla. Portandomelo addosso al corpo, per qualche istante mi sento la principessa che un tempo ero destinata a essere.

Il suo taglio è molto morbido, quasi come se fosse una lunga camicia da notte. Vorrei potermi vedere allo specchio, ma la superficie riflettente appesa al muro si rifiuta di accontentarmi. Non saprò mai che aspetto ho con questo meraviglioso vestito, come il mio corpo fantasma si adatti ad esso; anche se probabilmente mi starebbe favolosamente.

Con una smorfia triste sto per riporre il vestito al suo posto, ma dentro al muro spunta una faccia tonda e stanca. «Prendilo, non puoi mai sapere quando ti tornerà utile», l'avambraccio di Angel esce dal muro, brandendo il suo machete con il quale indica tranquillamente la stoffa lilla.

Ignorando la donna fantasma, obiettivamente molto inquietante, guardo nuovamente il vestito, passando con desiderio la soffice seta tra le dita. L'outfit da cacciatrice che indosso da anni ormai è effettivamente diventato molto obsoleto, anche se pratico per il combattimento... in fondo, se mi prendessi questo vestito per qualche occasione, nessuno ne sentirebbe la mancanza, no? Mia madre dovrebbe avere intorno agli ottant'anni, lei di sicuro non se ne fa nulla.

«Hai ragione», annuisco decisa, posando con cura il vestito sul mio braccio steso sotto lo sguardo soddisfatto di Angel. «Comunque, cosa stavi facendo qua dentro?»

«Ti stavo cercando, mi sono ricordata di quelle lezioni che ti avevo promesso. Dopo il penoso scontro con Bael ho pensato fosse meglio farti un piccolo corso accelerato», confessa la donna, con voce ebbra di eccitazione; ora capisco perché non sembra un vegetale come al solito. Mi chiedo perché nel suo tono manchi qualsiasi tipo di inflessione accentuale; è davvero impossibile dedurre le sue origini.

«Hai ragione... grazie, arrivo subito. Aspettami nella stanza degli allenamenti.» Sarebbe stata comunque una tappa del mio tour, è lì che sono nascoste tutte le munizioni dei miei genitori. Angel alza il machete in aria, agitandolo con fare vittorioso prima di scomparire nuovamente dentro al muro.

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