Beyond the veil

1 Charlotte

I primi istanti della mia 'non-vita' sono stati alquanto bizzarri; un momento prima esistevo tra i vivi e quello dopo semplicemente no. È imbarazzante da ammettere, però ci ho messo tanto a capire di essere morta. Non sentire più alcuna parte del mio corpo è certamente stato un grande indizio, ma non è per quello che a soli 15 minuti dalla mia 'non nascita' ho strillato come una banshee. In realtà è stato tutto molto simbolico; le mie urla erano state soavi come quelle di un bambino appena nato, che finalmente impara a respirare.

Eppure, mi permetto di dire, che la 'non nascita' è molto più mistica della normale e banale nascita. Dopo il primo sacrale urlo arrivò il primo respiro, o meglio, sarebbe dovuto arrivare. In quegli istanti, nel silenzio tombale che mi circondava, si potevano udire i miei ingranaggi mentali girare.

Non respiravo più.

E così assistetti per la prima volta al sacro atto della nascita spirituale: la mia. Due urli consecutivi, uno di confusione e uno di paura. Spero siano di prassi per tutti.

In realtà la prima mezz'ora è stata quella più confusionaria. Il mio cervello procedeva a rilento, sempre se ne possiedo ancora uno, ma in quella magica mezz'ora mi ricordai dell'esistenza delle emozioni: il panico, la paura e poi un leggero disgusto. Non è certamente il sogno di qualsiasi ragazza ritrovarsi con un corpo fantasma.

Ci ho fatto l'abitudine abbastanza presto. Passate due ore dalla mia 'non nascita', ebbi finalmente il coraggio di aprire gli occhi. Trassi subito un sospiro di sollievo alla vista delle mie mani; almeno quelle sono ancora intatte. Giusto per curiosità, provai a battermi il cinque da sola e nulla di strano successe, le mie mani avevano sbattuto l'una contro l'altra.

Andai avanti così per un paio di minuti, come una bambina. A mia discolpa ora sono abbastanza certa del fatto che la 'non-nascita' ci metta un po' a riportare tutte le rotelle del morto al posto giusto. Dopo una rapida occhiata al resto del mio corpo, fui davvero felice di essere morta con un outfit pratico e leggero: semplici pantaloncini neri e canottiera abbinata. Poche ore dopo sarei stata ancor più grata delle daghe che avevo attaccate ai polpacci.

La mia ispezione terminò verso i capelli, bianchi avorio e lunghi fino a metà schiena; per qualche istante rimasi confusa vedendo il colore, ma mi ripresi poco dopo. Solo poco fa, rivedendo una ciocca passarmi davanti agli occhi, mi sono ricordata del loro meraviglioso color grano da vivi; è stato un piccolo lutto.

Nonostante non avessi più un peso fisico, mi sentii più leggera; la consapevolezza di essere ancora completamente intatta, anche da morta, mi rassicurò. Sarebbe stato orribile girare con amputazioni strane; anche se una testa che si stacca a piacere sarebbe molto pratica.

È davvero scandaloso il tempo che ci ho messo per guardarmi attorno, ma a ognuno i suoi peccati. Se non mi fossi già resa conto di essere più morta che viva, il mondo attorno a me sarebbe stato un ottimo indicatore. È tutto molto grigio e cupo, silenzioso e inquietante. Vista la mancanza di lava, calore o demoni, dubitai di trovarmi all'inferno, ma ero comunque certa che questo posto non fosse il paradiso.

Dopo una rapida occhiata alle mie spalle, mi resi conto di essere in una caverna scarsamente illuminata. A passi lenti, uscii, ancora un po' insicura sulle mie nuove gambe. Fuori l'ambiente non cambiava molto, il grigio era ancora il colore predominante, ma elementi normali si vedevano qua e là.

Fino ad ora ho visto una foresta, delle strade asfaltate ed incredibilmente anche delle case, anche se mi sono tenuta ben lontana dall'entrarci. Il cielo è pressoché normale, completamente coperto da nuvole e privo di sole.

Camminando sul terreno fangoso, sola fra i miei pensieri, ebbi anche un piccolo attacco di panico, ma nulla di irrecuperabile. Sinceramente non penso che nella storia sia esistito un morto più iconico di me.