18 Charlotte

21 4 0
                                    

Morbido pelo mi scivola tra le dita, ciocche nere ricoprono il corpo freddo di Deus. Anche lui, come me, non respira. Che sia per la sorpresa, o perché siamo morti, non mi è dato saperlo. Quando l'ho visto tra le braccia dello sconosciuto, mi sono precipitata immediatamente a salvarlo.

Arwan è ancora pietrificato davanti alla figura; sul suo viso appare un'espressione concentrata e calcolatrice. I suoi occhi la passano in rassegna, soffermandosi sulle mani appena scoperte.

Il mio primo istinto è quello di buttarmi sull'aggressore di Deus, ma ho le mani occupate e non voglio lasciare il felino. Questa persona potrebbe mangiare gatti, sempre che sia una persona e non qualche tipo di mostro! È il primo essere vivente che trovo qua dentro, a parte la nostra piccola compagnia.

Arwan sembra avere i miei stessi istinti, perché sfodera una pistola dalla sua cintura, con un braccio teso, la punta in linea esatta verso il cuore dell'incappucciato.

«Chi sei?» La calma del mio compagno è impressionante; in questo momento è evidente il suo passato all'interno del corpo di polizia.

Stringo Deus al mio petto, sia per proteggerlo che per cercare conforto, quando la figura alza le mani in segno di difesa. Il movimento è stato rapido, troppo rapido per essere umano. «Calma, dovrei essere io a chiedervelo.» Ci mostra le mani pallide, colorito tipico di noi morti, e le porta con lentezza verso il suo cappuccio. Quando il suo volto viene scoperto, mi dimentico totalmente di respirare. «Mi chiamo Angel.» Che razza di nome è Angel? È una spogliarellista?

La luce colpisce in pieno i suoi tratti, facendola sembrare per qualche secondo un essere fatto di spigoli e ossa. È tremendamente magra, con guance scavate e occhi bianchi prorompenti. Ha i capelli cortissimi, di un castano estremamente denaturato, poco saturato e dai toni grigi. Le sue labbra sono incurvate in un sorriso di sfida, lo sguardo puntato su quello di Arwan.

Oh, si sbaglia di grosso se pensa che sia lui quello pericoloso qui. Se solo avessi le mani libere, si ritroverebbe già senza testa. Peccato che non lascerò mai Deus; nessuno può mangiarsi il mio gatto.

«Va bene... Angel, ora faremo così: ti giri contro quel muro.» Con il mento Arwan punta verso la casa di fianco a noi, non staccando mai lo sguardo dal suo bersaglio. «E ti fai perquisire dalla mia amica. Se ti riteniamo priva di pericolo, potremmo decidere di parlare civilmente.»

La mangia-gatti annuisce, avvicinandosi alla parete. Sul suo volto è ancora stampato un sorriso beffardo. Anche se ci sta dando retta... ho una brutta sensazione.

Lascio Deus per terra; le sue zampe nere corrono veloci verso Arwan e in pochi secondi si siede di fianco alla sua gamba. «Uccidi quella stronza, uccellino,» il gatto è desideroso di vendetta, ma uno sguardo di rimprovero di Arwan mi intima a non dargli ascolto.

Mi avvicino a lei velocemente, bloccandole istantaneamente le mani dietro la schiena. Non oppone resistenza, nonostante io la stia premendo contro la superficie dura del muro. Non so bene cosa dovrei cercare, o tanto meno come si perquisisce una persona, però cerco di tastarle al meglio la tunica.

Percepisco gli sguardi gemelli di Arwan e Deus; entrambi ci osservano con attenzione in caso si presenti il bisogno di intervenire.

«È pulita.» Faccio un passo indietro, lasciandole spazio. La donna si muove, con un balzo fulmineo mi salta addosso. L'aria mi abbandona quando percepisco dita scheletriche sui miei fianchi. Stringe con forza, penetrandomi quasi la pelle. Quando ormai ha invaso il mio spazio personale, versi di sorpresa risuonano alle sue spalle, Arwan e Deus.

«Lasciala andare immediatamente,» Arwan sfodera anche il suo pugnale, tendendo la gamba in un lungo passo. Mi affretto a scuotere il capo con veemenza, spero comprenda il messaggio e non faccia un altro singolo passo. Non siamo certi di cosa voglia questa donna, e io non sono disposta a sacrificare la vita del mio protetto.

Beyond the veilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora