20 Charlotte

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Sebbene il silenzio oltre il Velo fosse costante ed assordante, in quel momento sembrò ancora più pesante, pressante con la sua forza carica. Il nome del re, anche a distanza, è stato in grado di raggelare il mio gruppo. Ironico come una creatura definita focosa avesse questo effetto.

Arwan ha lo sguardo perso, bloccato a mezz'aria su qualcosa che solo lui vede. Riesco quasi a vedere gli ingranaggi del suo cervello girare. Non mi piaceva per niente l'idea di incontrare uno dei sette capi, non solo per la sua figura d'autorità in questo territorio, ma anche perché non sapevamo quale sarebbe stata la sua reazione di fronte ad un vivo oltre al Velo.

Il mio sguardo era subito saettato in direzione di Arwan, consapevole che lui, invece, avrebbe voluto incontrarlo. È diventato un uomo pragmatico ma ancora fortemente guidato dagli istinti; la voglia di trovare sua madre lo porterebbe a tutto. Pensare già alla fine della nostra avventura mi porta dispiacere.

Angel ha sul volto l'espressione riverente che già da prima ha fatto la sua comparsa, anche se è limata da un sostrato di paura. Era chiaro che, anche per uno dei suoi dipendenti, l'incontro con il grande re non era un'esperienza da poco.

Deus ha la reazione forse più peculiare di tutti: i suoi occhi gialli erano spalancati, immobili, felinamente puntati su Angel. La donna, dal canto suo, spostava lo sguardo a intervalli sull'animale.

«In che senso Lussuria controlla tutto il continente?» Arwan spezza per primo il silenzio, rivolgendo la sua domanda verso l'esperta cacciatrice.

Le ultime ore in sua compagnia erano state peculiari. Evidentemente era un fantasma da molto più tempo rispetto a me, e si notava non solo nelle sue capacità, ma anche nella sua generale aura. La sua umanità sembra essere svanita lentamente, con il passare del tempo: si è dimenticata di come si fa a respirare o di quali sensazioni si provano in situazioni di dolore, ansia o emozioni. Angel è quello che ho sempre pensato sarebbe stato un fantasma: un grigio guscio vuoto.

La donna non si ricorda il suo vero nome, perciò ne aveva scelto uno da sola, pensando proprio alla professione da stripper. Ora in lei c'è ben poco di umano oltre la forma.

Quando avevamo combattuto fianco a fianco, le differenze tra noi due erano innegabili. Lei era una vera e propria macchina da guerra, non più trattenuta dalle convenzioni mortali che io, invece, mi porto ancora addosso: vecchie abitudini che stentavo a dimenticare.

Mi aveva confessato di non ricordarsi da quanto tempo era morta. Della sua vita, oltre a ciò che la legava all'agenzia, non rammenta nulla. A differenza mia, non è mai tornata tra i vivi, preferendo una vita solitaria tra i fantasmi. Era stata "assunta" fin da subito; cacciava Infernali per sport quando uno dei generali di Lussuria l'aveva notata.

Mi aveva spiegato che, dopo duri combattimenti, era riuscita a guadagnarsi quest'area, preservandola da un tempo indefinito. Guardandola, era impossibile attribuirle un'epoca o una provenienza; probabilmente era di origine europea, visto che si è ritrovata in questo continente.

Aveva provato ad insegnarmi qualche trucco da fantasma. Il tempo che avevo passato in sua compagnia era stato più illuminante del previsto: sebbene la sua presenza spettrale fosse un costante promemoria del mio futuro prossimo, mi aveva introdotto a una serie di vantaggi che il nostro corpo ci fornisce. Non solo l'abilità di passare attraverso le cose o la velocità che lei abilmente padroneggia, ma una serie di caratteristiche fisiche e mentali che ci permettono di controbilanciarci in questa dimensione.

La mia nuova prospettiva da morta ha cambiato molto. Un tempo pensavo che il lavoro dei cacciatori si fermasse sulla terra, a protezione dei vivi e comandati da questi; in realtà, questa era solo metà del nostro incarico. Chi lo desidera, dopo la morte, può fermarsi oltre il Velo e continuare i suoi doveri sotto il comando di uno dei sette re. L'idea inizialmente mi sembrava impossibile, surreale e insensata. Lavorare per il nemico...? Impossibile. Eppure le cose funzionavano così e loro, in fondo, non potevano classificarsi proprio come nemici.

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