22 Charlotte

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Anche se mi sono ricordata solo da poco del mio passato in questa casa, la familiarità che provo stando qui dentro mi reca un enorme sollievo. Tutti gli anni di allenamento che ho avuto sono parte di me e interiorizzati nel mio subconscio, e mi sono stati molto d'aiuto anche in morte. Tuttavia, ricordare effettivamente ogni goccia di sudore versata e la fatica fatta, mi ha ridato un'ineguagliabile certezza nelle mie stesse abilità.

Estraggo silenziosamente i miei due coltelli, le mani afferrano senza alcun problema gli oggetti. Non ci ho mai riflettuto, ma questi sono sempre stati gli unici oggetti che posso afferrare senza problemi, anche quando pensavo di non poter toccare nulla. Il loro confortante peso aiuta a schiarirmi un po' le idee, la nebbia che mi aveva avvolto i pensieri stamattina si è completamente dissolta.

Di fronte a me, lo sguardo glaciale dello sconosciuto mi inchioda al terreno. Un Infernale di indubbia potenza, forse il più pericoloso che ho affrontato da quando sono morta. Il suo segugio fatto d'ombre, come fosse controllato dal padrone stesso, ci sta osservando con curiosità. Sono in due, ma con Angel al nostro fianco non dovrebbe essere troppo complicato stenderli.

La voce di Deus comunica solo con me e Arwan, il felino in tensione di fronte alla minaccia. «Non mi piace proprio quel sacco di pulci. Puzza di morte, e non nel senso positivo.» Perché dovrebbe esisterne uno? Mi astengo dal guardarlo, decisa a non attirare su di noi più attenzioni del dovuto. «E quell'uomo non è neanche lontanamente una buona imitazione.»

«Viaggiatori, di passaggio» risponde Arwan per tutti, stoico anche di fronte all'imponente nemico. Se i miei due compagni hanno davvero intenzione di interrogarlo, dovremmo catturarlo, o quanto meno mantenerlo collaborativo.

«Mh, davvero? Che coincidenza trovarci tutti qua oggi.» Il suo tono accondiscendente non mi va giù. Veloce come tutti gli Infernali, si avvicina sempre di più a noi, posandosi, con mio dispiacere, di fronte ad Arwan. L'uomo ha la mano destra dietro la schiena, stretta intorno alla canna della sua pistola.

Lo sguardo del generale è puntato su Arwan, ma è la mia pelle a bruciare a quel contatto, come se piccoli spilli mi bucassero la carne. Istintivamente, muovo un passo di fronte al mio amico, non sopportando più che l'uomo lo guardi. Inevitabilmente, il suo sguardo si posa su di me, mentre alle mie spalle percepisco anche quello innervosito di Arwan.

Il generale è forse il più alto in questa stanza; devo alzare la testa per poter incrociare i suoi occhi, eppure cerco di non farmi intimidire dalla sua stazza. Si avvicina a tal punto da sfiorarmi il viso con i suoi dreadlocks.

Non esiterò nel metterlo a tappeto. Questa non è la prima volta che affronto un opponente piazzato meglio di me, e ora posso dirlo con certezza perché me lo ricordo. Però mi chiedo quale sia il suo potere; infondo, non è saggio giudicare un libro solo dalla sua copertina, potrebbe nascondere molto dietro questa facciata.

Il suo sguardo scandaglia la mia figura, osservandomi da testa a piedi come ha fatto con Arwan. «Che gruppo particolare: due cacciatori... e un gatto.» Per fortuna ha scambiato Arwan per uno di noi; se dovesse scoprire la verità potremmo essere in guai seri.

Infondo, la presenza di un vivo oltre al Velo è sbagliata sotto ogni punto di vista, un errore della natura. Non oso immaginare quali potrebbero essere le conseguenze della nostra piccola gita, soprattutto a mano di un individuo così in alto nella catena alimentare. Con lui non dovremmo aver problemi, ma se Arwan e Deus dovessero averla vinta e ci ritrovassimo di fronte a Lussuria, non so se riusciremmo a uscirne vivi.

«Se questo è tutto, noi dovremmo congedarci, mio signore» Angel prova a venire in nostro soccorso, avvicinandosi al nostro gruppetto con l'enorme coltello da cucina sguainato. Non mi aspettavo decidesse di intromettersi; che abbia anche lei dei sospetti sull'uomo? Pensavo fosse convinta della sua identità. Un flebile raggio di sole sbatte contro il coltello di Angel, il metallo speciale di cui è costituito riflette e amplifica la potenza della luce. Il piccolo raggio colpisce in pieno il mastino nero.

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