Marzo 2064
«Valentin...» Tulloch si affacciò alla stanza di Sikorskij.
«Ah, Ben, entra pure.»
Tulloch rimase sulla porta. «Non c'è bisogno, volevo solo chiederti se Wunderlich ha deciso sul mio futuro collaboratore.»
Sikorskij gli rivolse un sorrisetto. «Figurati. Sta ancora pensando se faccia più male strapparsi una mano o un occhio.»
Tulloch cominciò a tamburellare le dita sullo stipite della porta. «Forse è il caso di sollecitarlo, visto che sta per iniziare il semestre. Posso pensarci io o hai paura di un incidente diplomatico?»
«In effetti è meglio se confrontate direttamente le vostre esigenze. Farò finta che siate due adulti in grado di discutere civilmente...»
Tulloch fece il gesto di salutare, ma Sikorskij prese la cornetta del telefono e alzò l'altra mano per fermarlo: «La mia finzione non arriva al punto di lasciare una situazione delicata in balia della tua lingua. Gli chiedo di raggiungerci, così ne parliamo tutti insieme.»
Sikorskij fece la telefonata e dopo qualche minuto arrivò Wunderlich.
«Ottimo, volevo appunto parlare con Tulloch. Stavo pensando a chi può lavorare con lui.» Appoggiò una mano sullo schienale di una sedia, ma vedendo che Tulloch non accennava a sedersi tolse la mano e restò in piedi davanti alla scrivania di Sikorskij.
«E...?» chiese Tulloch in tono freddo.
«Antoniou non è ancora integrata nel gruppo, non dovrebbe arrecare un gran danno se si assenta per qualche ora.»
«Avrei pensato che proprio per questo avresti scelto qualcun altro, così la nuova arrivata ha tempo di ambientarsi» il tono era calmo ma il tamburellare delle dita aumentò il ritmo.
«Ben, adesso non immischiarti in cose che non ti riguardano» intervenne Sikorskij, spazientito.
«A Tulloch non gliene frega niente se Antoniou si ambienta o no» la voce di Wunderlich grondava sarcasmo. «Semplicemente la mia decisione non si accorda con i suoi piani. Perché non tagli corto e dici chiaro e tondo cosa vuoi?»
L'altro non si scompose. «Ottima idea. Wölk.»
«Prego?»
«Cedimi Mareike Wölk.»
«Sembra il mercato delle schiave...»
«Sentilo, il gentleman. Fino a un secondo fa nessuno stava pensando al mercato delle schiave, invece adesso ci stiamo pensando tutti.»
Sikorskij si portò la mano alla fronte come per un gesto di disperazione, invece si passò le dita tra i capelli incanutiti, scompigliandoli ancora di più. «Tutti e due, smettetela di tirare fuori argomenti a caso per polemica.»
«Non è una polemica, non mi è mai piaciuto l'atteggiamento di Tulloch verso le studentesse. Se è per quello neanche verso i colleghi.»
«A Wunderlich non gliene frega niente delle studentesse» Tulloch scimmiottò il collega nel tono sarcastico e nel modo imperioso di gettare indietro la testa. «Semplicemente non vuole mollare Wölk.»
«E ne ha il diritto» disse Sikorskij. «Se non è il mercato delle schiave, non è neanche il mercato dei dottorandi. Chiudiamola qui. Sarà Antoniou a farti da assistente il prossimo semestre.»
*
Black Stranger mosse alcuni passi sul reticolo azzurro pulsante che costituiva il pavimento della sala virtuale e si girò a guardare oltre un'inesistente parete alla sua sinistra, dove puntini luminosi volteggiavano e si scontravano lasciando scie colorate sullo sfondo buio. Avrebbe potuto essere la versione minimalista di uno spettacolo di fuochi d'artificio o uno scontro con i Klingon visto dalla plancia dell'Enterprise.
«Perché hai prenotato una stanza in un acceleratore di particelle? Non voglio pensare al Nuovo Modello Standard, mi sembra di essere al lavoro.»
«L'ho scelta perché è assolutamente vuota e non puoi fare quei tuoi rumori irritanti tamburellando le dita sul tavolo o sui bicchieri.»
«Oh? Scusa, lo faccio senza accorgermene. Ma, visto che è il giorno della sincerità, il tuo nuovo avatar fa schifo.»
«Sarebbe una scienziata» spiegò Red Phoenix. Era una donna alta e angolosa con capelli a caschetto e occhiali rettangolari, nonché una stereotipata espressione da professoressa acida.
«L'avevo capito. Sei piena di pregiudizi. Ti presenterò Petra e Mareike.» Sorvolò su Bettina in quanto assomigliava abbastanza all'avatar, a parte la lunghezza dei capelli.
«Basta parlare di estetica. Raccontami cosa stai facendo per salvare l'umanità.»
«No, per favore. Se lo dici con quella faccia sembra vero e mi mette tensione. Comunque, se a Wunderlich manca il mio rigore matematico e a me la sua immaginazione teorica, naturalmente la soluzione migliore sarebbe collaborare.»
Red Phoenix incrociò le braccia e lo squadrò dall'alto in basso, accentuando la sua somiglianza con una professoressa. «Perché non telefoniamo direttamente a Rémy e gli diciamo "uff, questa rivoluzione è più difficile del previsto, facci un favore e dimettiti"?»
«Sì, in effetti non ci sono molte speranze. Ma stavo pensando di arrivarci per via indiretta. In particolare se riuscissi ad introdurre le idee giuste nella sua squadra, le probabilità sarebbero leggermente maggiori. Non molto, eh, non credo che Wunderlich li ascolti più di tanto. Comunque Sikorskij ha acconsentito a far lavorare con me uno dei campisti e gli ho chiesto Mareike.» Lo sguardo di Black Stranger fu calamitato da una collisione particolarmente spettacolare e si girò a guardarla, rivolgendo il profilo a Red Phoenix.
«E cos'ha di diverso dagli altri questa Mareike?»
«Sono sicuro che se le facessi notare un errore oggettivo ce la metterebbe tutta per convincere Wunderlich a correggerlo. Invece gli altri non oserebbero. Addirittura ho idea che, se fosse proprio sicura dell'errore e Wunderlich si rifiutasse di ascoltarla, sarebbe capace di rivolgersi a Jochen e Maria.»
«Ho capito, è una fanatica come te. Pensi che funzionerà?»
Black Stranger si girò a guardarla e sorrise. «Fanatica? Carino... Comunque no, non funzionerà, mi hanno fermato al primo stadio. Non mi manderanno Mareike, ma Petra Antoniou.»
Come se fosse stufa di recitare la parte, Red Phoenix si tolse gli occhiali e li guardò con fastidio. «E lei non va bene?»
«Non lo so. Non la conosco, ma dal nostro primo incontro mi è sembrata abbastanza incline a perdersi in considerazioni ideologiche e personali. Non credo che accetterebbe l'idea che Wunderlich abbia fatto una cazzata, se lo mettesse in luce un aborrito modellista come me. In poche parole, non è quello che tu chiami un fanatico e io chiamo uno scienziato vero. E poi lei non c'entra niente con Rote Blitze e Wunderlich non la ascolterebbe mai, e neanche potrebbe rivolgersi agli altri dirigenti.»
Per la prima volta dall'inizio dell'incontro, Red Phoenix curvò gli angoli delle labbra in un accenno di sorriso. «Be', comunque stai tirando fuori delle idee... è già più di quanto mi aspettassi. Quando il Comitato Direttivo mi ha ordinato di affidarti questa missione devo ammettere che ho pensato "questa è la fine del nostro Black Stranger!"»
«Grazie Judy, se non ci fossi tu rischierei di perdermi d'animo. Senti, la prossima stanza virtuale la scelgo io.»
La faccia già severa della scienziata si irrigidì fino a farla assomigliare ad un rapace pronto a piombare sulla preda.
Black Stranger alzò le mani in segno di scusa: «Niente di sconveniente, giuro!»
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Scatole cinesi
Science FictionBerlino, 2064. Il mondo si sta lentamente riprendendo da una crisi che ha sconvolto l'economia e la scienza. Secondo gli analisti una crisi ancora peggiore è alle porte, e i diversi partiti si preparano come possono. Purtroppo per le analisi econom...