CAPITOLO 8
In casa Fletcher regnava un'aria tetra. Mrs Fletcher e Herietta, alleate, non rivolgevano la parola a Mr Fletcher, da giorni. Etta non perdeva occasione per insultare, ora apertamente, Milly.
Il padrone di casa si era accordato con il conte affinché venisse in visita quel pomeriggio.Per evitare altre scenate, aveva fatto in modo che la visita corrispondesse all'orario in cui la moglie e la figlia minore si recavano dalla modista. Doveva fare qualcosa per risolvere la situazione, ma il suo orgoglio gli impediva di essere il primo a chiedere una tregua. Aveva dato tutto alla famiglia e si era sentito accusare di pensare più agli affari che agli affetti. Questo era davvero troppo. Mandò a chiamare Milly.
"Padre? Volevate vedermi?"
La ragazza indossava un semplice, ma pesante, abito da casa. Era stata in giardino, comprese il padre dalle macchie di terra sull'orlo. La conferma delle voci, che circolavano sulla figlia, lo aveva sconvolto. Non era tanto ipocrita da negare di averla spesso valutata in base a canoni classici di bellezza. Senza la sorella accanto, Mr Fletcher dovette ammettere che non era poi molto grassa, anzi, con quel vestito senza troppi fronzoli, non stava affatto male. E non pareva così brutta! Certo, non era bella come Etta, ma aveva un'aria alquanto esotica. Aveva preso da lui i capelli scuri e il colore degli occhi, anche se, quelli della ragazza, erano molto più chiari. Strano che non l'avesse notato prima.
"Milly, tra poco arriverà il conte, credo dovresti cambiarti!"
"Mi dis... dispiace, non... io, non lo sa... sapevo" balbettò agitata.
"Su su, calmati! Non te l'ho detto prima, per evitare che lo scoprissero tua madre e tua sorella. Avrai notato che, ultimamente, non facciamo che litigare!"
Sì, Milly l'aveva notato, così come aveva provato, sulla sua pelle, la rabbia della sorella. Aveva cercato di evitarla il più possibile, passando ore in giardino, nascondendosi, nonostante il freddo.Il maggiordomo annunciò l'arrivo degli ospiti.
"Bene, sembra che siano in anticipo. Non avrai il tempo di cambiarti, ma potresti toglierti il grembiule" le consigliò il padre, sorridendo.
Milly era a disagio. Non solo per l'abbigliamento non adatto a ricevere visite ma, soprattutto, per il modo in cui il padre interagiva con lei. Non era mai stato gentile o scherzoso. Non nei sui confronti. Cercò di sistemarsi i capelli, si sfilò il grembiule e si passò le mani sulla gonna, provando a lisciare le pieghe.
"Stai bene, smettila di agitarti. Vieni a sederti!"
La rimproverò il genitore, ma a differenza delle altre volte, era più un invito che un ordine.Jason entrò al seguito di Lucien.
Mr Fletcher provava una certa simpatia per i due uomini e aveva molto rispetto per il tutore tanto d'aver dichiarato che, negli affari, erano molto simili.
Il giorno in cui era andato dai Kerr, dopo il chiarimento, aveva passato del tempo a esaminare, insieme a loro, i progetti su cui stavano lavorando. Ne aveva ammirato la complicità e l'intelligenza.
"Siete in anticipo!" li apostrofò bonariamente.
"Non che sia un problema per me ma, come sapete, le signore hanno bisogno del loro tempo per prepararsi. Temo abbiate messo in difficoltà mia figlia".Jason non era riuscito a togliere gli occhi di dosso a Miss Milly. Il suo aspetto era diverso, un po' disordinato. Alcune ciocche, sfuggite allo chignon, le incorniciavano il viso dalle gote arrossate e l'abito semplice, chiaro con fiorellini azzurri, ne esaltava la figura.
"Trovo che vostra figlia non potrebbe essere più perfetta di così, signore".
Quelle parole uscirono dalle labbra di Jason, senza che lui riuscisse a frenarle.
Mr Fletcher sorrise compiaciuto, il ragazzo aveva abboccato.Milly arrossì ancora di più. Non era sicura di aver ricevuto un complimento. Forse, il conte intendeva che non sarebbe mai stata accettabile, a prescindere da cosa indossasse. Non osava alzare lo sguardo.
Jason intuì il suo turbamento, credeva di averle fatto un complimento ma, non avendolo mai fatto prima, probabilmente aveva sbagliato tutto."Milly, credo che dovremmo offrire il tè ", la sollecitò il padre.
"Si, avete ragione, scusate".
Milly si alzò e suonò per ordinare che fosse portata la bevanda e dei rinfreschi. Quando tornò sul divano, gli uomini sedettero. Jason fu invitato a prendere posto vicino a lei, mentre Lucien si accomodò accanto al padrone di casa che, senza perdere tempo, lo tempestò di domande sui progetti su cui stavano lavorando. Quando entrò il valletto con il tè, Milly si adoperò a servire i signori. Lo fece istintivamente, come si era esercitata a fare per anni e, nonostante le tremassero le mani, non ne sparse nemmeno una goccia. Lasciò gli uomini conversare di affari e restauri, sicura che non fosse un argomento a cui poteva partecipare, quando il conte affermò:
"Forse, Miss Milly dovrebbe vedere la casa e decidere cosa tenere e cosa buttare. In fondo sarà la sua dimora".
Alla ragazza, quasi cadde la tazzina di mano.
"Scusatemi, non stavo seguendo!" affermò, arrossendo ancora di più.
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أدب نسائيIL ROMANZO Ci sono momenti in cui tutto sembra già deciso e si è costretti ad arrendersi all'inevitabile. Questo è il disegno che accomuna i nostri protagonisti. Milly è la primogenita di un borghese arricchito, ossessionato dall'idea di entrare a...