Vedersi

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CAPITOLO 14

Milly si guardava allo specchio e voleva sparire! La modista le aveva vietato, insieme alla madre, di fasciarsi il petto! La giovane si era vergognata, come mai, quando Madame Marcell aveva invitato Mrs Fletcher nel camerino, per informarla della brutta abitudine della figlia. Le due donne, dopo averla  rimproverata, l'avevano avvisata che non era salutare tenere quelle bende tutto il tempo. Ne avevano esaltato la figura quando, finalmente, aveva indossato il vestito per la festa. Azzurro, con rifiniture argentate. Luminoso ed elegante. Milly aveva adorato il tessuto e, il modello proposto dalla modista, era perfetto. Ma la scollatura senza fasce, era troppo! Madame Marcell l'aveva accontentata, alzandola di alcuni centimetri, ma, per Milly, c'era ancora troppa pelle esposta. Voleva piangere! Come avrebbe potuto presentarsi a Jason, così!

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Jason arrivò il venti di aprile. Lucien, Joy e Annie lo accolsero, come sempre, con calore.
Lui e il cognato concordarono di recarsi alla sartoria nel pomeriggio. Non si erano mai fatti confezionare abiti su misura, non avrebbero avuto il tempo né il denaro, ma c'era un negozio, in West End, specializzato in abiti eleganti, alla loro portata.
Si stavano preparando a uscire, quando Mr Fletcher fece la sua apparizione. Quasi si scontrarono davanti all'uscio.
"George?" sospirò Lucien, evitando lo scontro,
"mi dispiace, ma stiamo uscendo per un impegno che non possiamo rimandare!"
"Buon pomeriggio anche a voi, Lucien, e ben tornato ragazzo. Sono venuto a farvi una proposta" sorrise malizioso Mr Fletcher.

"Siamo davvero di fretta, George, dobbiamo ancora vestire Jason per la festa."
"Ma quale curiosa coincidenza! Sto andando proprio dal mio sarto che, sorprendentemente, è a mia completa disposizione per le prossime ventiquattro ore. E cosa davvero incredibile, ha già le misure del nostro giovane conte" terminò sghignazzando

"Come?" chiese Jason, ma Mr Fletcher lo zittì.
"Non perdiamo tempo signori, la mia carrozza ci attende, andiamo a vestirci per il grande evento!" Lucien approvò con una piccola riserva:
"Dovrei prima avvisare Joy del cambio di programma. Torno subito."
"Non sarà necessario, amico mio. Vostra moglie avrà il suo daffare con Madame Marcell. Per le prossime ore sarà impegnata a provare modelli adatti a lei" replicò George.
"Chi è Madame Marcell?" volle sapere Lucien.
"La modista di Claire! L'ho mandata a casa vostra, con le sue assistenti, per confezionarle l'abito adatto."
"Non avreste dovuto, Joy non verrà!" lo informò, avvilito, Lucien.
"Perché Joy non viene?" chiese Jason, risentito.
"Sostiene, che le donne nel suo stato non possono intervenire ai ricevimenti" concluse Lucien, afflitto.
"Sciocchezze, Madame Marcell è un'artista. La vestirà in modo da camuffare la sua..." George si schiarì la voce prima di aggiungere, imbarazzato, "condizione."

La sera del ventitré aprile era al fine giunta. Milly si era agitata ogni minuto della giornata. A nulla erano valsi i rimproveri della madre.
"Se continui a increspare la fronte, stasera sembrerai  un'anziana zitella, invece di una giovane fidanzata!"
E poi:
"Smettila di andare su e giù da quelle scale, rischi di romperti una caviglia! Come potrai aprire le danze con il tuo fidanzato?"
O ancora:
"Devi mangiare qualcosa! Sei troppo pallida, finirai per svenire!"
Alla fine, la madre l'aveva mandata in camera a riposare, anche se Milly sospettava preferisse non averla intorno.

Ora era pronta, con il suo meraviglioso vestito addosso, assurdamente scandaloso, secondo lei, e i capelli raccolti sulla testa, con boccoli che le sfioravano le spalle nude.
Fortunatamente, dopo averla supplicata per ore, Madame Marcell le aveva confezionato una stola dello stesso tessuto, pretendendo però che la togliesse al primo ballo. Milly non era sicura di riuscire a mantenere la parola data. Con quella stoffa sulle spalle, che le copriva il petto, si sentiva più sicura. A momenti, avrebbe rivisto Jason, dopo quasi un mese. Era il suo compleanno e gli aveva preso un regalo. In realtà lo aveva pagato suo padre, ma le aveva permesso di scegliere. Aveva optato per un bell'orologio da taschino, con incisa una dedica. Sperava lo gradisse. Aveva anche un'altra sorpresa! Erano iniziati i lavori nella loro casa e lei desiderava, ardentemente, che approvasse le sue decisioni.
Suo padre entrò, mentre Milly si posava la stola sulle spalle.

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