CAPITOLO 7
Milly sedeva davanti allo specchio, spazzolandosi i lunghi capelli, immersa nei suoi pensieri. Aveva allontanato Scarlett, assicurandole di non aver bisogno del suo aiuto per prepararsi ad andare a letto. Desiderava restare da sola, a riflettere. La porta si aprì di colpo, quando la sorella entrò, ancora vestita come qualche ora prima. Etta richiuse l'uscio con estrema lentezza.
"Oh, povera Milly, per una volta avresti potuto essere così fortunata!" sospirò portandosi le mani al petto, con un gesto teatrale.
"Che peccato, che tu sia così insignificante e grassa. Saresti stata invidiata, con un marito come quello! Certo, avrebbero capito tutti che papà l'aveva in qualche modo costretto a sposarti ma, per una volta, saresti stata guardata con gelosia. Purtroppo, come sempre, dopo aver visto me, vieni scartata. Eh, si, mia cara sorella, sono venuta a informarti che il conte vuole me! E come dargli torto! Papà mi ha chiesto se fossi disposta a rinunciare a un duca e, io, gli ho assicurato che farò, con piacere, questo sacrificio" concluse, con uno sguardo malizioso."Sì, l'avevo intuito, ma ti ringrazio per aver avuto l'accortezza di venire a riferirmelo. Ora, se non ti dispiace, vorrei andare a letto. Ho una fastidiosa emicrania".
"Ti capisco, Milly cara, avrei mal di testa anch'io se avessi appena perduto un così bell'esemplare maschile" rise la sorella uscendo.
Milly non si era fatta alcuna illusione. Nel momento in cui aveva visto il nuovo conte, aveva capito che non l'avrebbe mai voluta. Che stupida era stata. Quando aveva incontrato il suo sguardo, il cuore aveva perso un battito, per poi accelerare improvvisamente, come quando correva in giardino seguendo Billy.
Se avesse sognato un principe azzurro, non sarebbe riuscita a immaginarne uno così bello, ma in lui c'era molto di più. Non avrebbe potuto spiegarlo, eppure, lo percepiva. Aveva letto dell'amore a prima vista, ma non ci aveva mai creduto. Tuttavia, lo sentiva nello stomaco, come un groviglio che si contorceva. Non parevano lepidotteri, erano molto più pesanti. Forse, sapendo che non sarebbe mai stata corrisposta, le famose farfalle nello stomaco erano rimaste bruchi. Non ci avrebbe pensato più. Sarebbe diventato suo cognato. Si consolò, pensando che l'avrebbe amato da lontano.~•~•~•~♡~•~•~•~
Jason era sconvolto. Non bastava, che avesse ereditato un titolo che non voleva! Non bastava, che si fosse ritrovato sommerso di debiti! Non bastava, che i legali, assunti da Lucien, gli avessero confermato che non c'erano altri eredi conosciuti e che non avrebbe potuto rinunciare! Non bastava, che l'avessero persuaso che quel borghese arricchito di Mr Fletcher avrebbe di sicuro invalidato il contratto, al decesso del precedente conte! Non bastava, che il ricchissimo borghese non volesse affatto recidere il contratto che, oltretutto, comprendeva una moglie! Ci mancava solo che non riuscisse a togliersi dalla testa quegli occhi da cerbiatto! Quello sguardo, spaventato e triste, gli aveva perforato l'anima. Ed era furioso per come veniva trattata. Nessuno avrebbe dovuto sopportare tutte quelle umiliazioni. Era stata talmente silenziosa, da portarlo a chiedersi se non fosse muta. Non era snella, ma non sembrava grassa. Le mani, il collo, le spalle erano fini, sottili, eleganti. Era pronto a scommettere che quel vestito enorme celasse la sua vera figura. E non era brutta! Diavolo, da dove veniva quella convinzione per la sua famiglia? Non era bionda e non aveva gli occhi azzurri, ma aveva un bel viso rotondo con un bel nasino e labbra piene, oltre a due occhi stupendi! Non capiva se la rabbia, che provava, fosse dovuta al trattamento subito dalla ragazza, che scatenava il suo istinto di protezione o da qualcosa di più profondo che si rifiutava di analizzare. C'era già passato. Non voleva più saperne. Andò a dormire di cattivo umore e sognò bellissimi occhi da cerbiatto.
Era passata una settimana esatta. Lucien e Jason entrarono nel palazzo di Mayfair, all'orario stabilito. Il loro umore era pessimo, ma avevano deciso di far buon viso a cattivo gioco. Erano preparati al peggio, ma avrebbero cercato di ottenere il meglio. Avevano discusso per giorni, con i legali di Lucien, ed erano pronti.
Come sempre, aspettarono il padrone di casa nel suo studio. Rimasero in silenzio, ognuno concentrato nei propri pensieri.
Una musica, struggente e bellissima, entrò con il signor Fletcher.
"Mia figlia, si sta esercitando" bofonchiò, rispondendo alle domande inespresse dei suoi ospiti. " Almeno, le lezioni di piano sono servite a qualcosa, anche se la sua abilità non potrà mai competere con la voce del mio cherubino".
Jason era stomacato dalle continue umiliazioni riservate a Miss Milly. Negli ultimi giorni era arrivato alla conclusione che avrebbe voluto conoscerla meglio e, visto che non aveva alternativa se non accettare tutto quello che gli era piombato addosso, almeno, avrebbe salvato la ragazza da quella specie di famiglia.
"Orbene," iniziò il padrone di casa "i miei legali sono a due passi da qui. Se non giungeremo a un accordo, arriveranno in pochi minuti e vi illustreranno a cosa andate incontro se vi ostinate a non voler tener fede al contratto legato all'eredità" concluse soddisfatto.
Fu Lucien a prendere la parola, come concordato con Jason.
"Non sarà necessario chiamare rinforzi, Mr Fletcher, abbiamo conferito con dei professionisti in materia e tutti sono dello stesso parere. Jason, il conte di Tremain, onorerà il contratto esistente".
"Quindi, non avete cambiato idea, MILORD?" lo canzonò il futuro suocero.
"Non volete la mia Etta, al posto di Milly? Nemmeno se aumentassi la dote del doppio? O, magari, del triplo? Risolvereste tutti i vostri problemi. Potreste vivere di rendita, con una moglie bellissima" concluse, sorridendo compiaciuto.
Jason lasciò rispondere Lucien:
"Il conte, mio protetto, aveva già dichiarato il suo proposito, l'ultima volta che siamo stati qui, e non ha intenzione di accettare nient'altro".
"Bene, se è questo che volete, così sia. Permettetemi di ringraziarvi, mi togliete un peso enorme, prendendovi la mia primogenita, ma rimpiangerete di non aver voluto il mio cherubino!"
La convinzione di aver preso la decisione giusta, cresceva in Jason a ogni parola pronunciata da quell'uomo."Allora", continuò Lucien "c'è un piccolo problema da risolvere. Jason deve finire gli studi. Eton è rimasta chiusa per un'epidemia, per questo è ancora in città. Riaprirà la settimana prossima, perciò, dovremo fare in modo che ogni cosa sia sistemata prima della sua partenza. La data del matrimonio dovrà essere rimandata di almeno una settimana, visto che corrisponde al periodo degli esami. Mi auguro si possa fare in modo che i due giovani si conoscano meglio. Jason può passare a trovare Miss Milly, prima di partire, e Eton non è lontana, potreste accompagnare voi la signorina a trovarlo".
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SOLO TU
ChickLitIL ROMANZO Ci sono momenti in cui tutto sembra già deciso e si è costretti ad arrendersi all'inevitabile. Questo è il disegno che accomuna i nostri protagonisti. Milly è la primogenita di un borghese arricchito, ossessionato dall'idea di entrare a...