1. Meet me at midnight

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Celeste

Il profumo pungente del cloro riempie le mie narici, ma la tensione nel mio corpo è così intensa che i miei sensi sono compromessi. Le voci degli spettatori giungono alle mie orecchie ovattate, non riesco a sentire nemmeno le grida di incoraggiamento dei miei amici, seduti in prima fila a tifare per me.

Il fischietto dall'arbitro sancisce l'inizio della gara, così mi tuffo in acqua con un balzo deciso, sentendo immediatamente il freddo pungente abbracciare il mio corpo. Le prime bracciate sono potenti, tagliano l'acqua con precisione mentre cerco di mantenere un ritmo costante, senza sforzarmi al massimo. La mia tecnica è sempre la medesima, risparmiare le energie per gli ultimi metri, così da recuperare sulle avversarie stanche.

Ogni bracciata mi avvicina sempre di più all'obiettivo finale, quel fantomatico traguardo che spero di toccare per prima, perché ho davvero bisogno di vincere questa gara.

Gli ultimi cinquanta metri sono sempre i più difficili e impegnativi, la stanchezza inizia a impossessarsi delle mie braccia, ma non posso mollare proprio adesso.

Le gambe bruciano, ma continuo a spingermi avanti, mentre con le braccia cerco di raccogliere più acqua possibile, così da avere una spinta maggiore, che mi consente di conservare la prima posizione, guadagnata durante l'ultima vasca.

Quando la mia mano batte contro il bordo esulto e rivolgo un sorriso a quella prima fila, che mi ha supportata durante tutta la gara. Ma quando sul tabellone vedo il mio nome al secondo posto avverto un vuoto allo stomaco.

Sono distrutta, ho le gambe doloranti, il respiro spezzato e le braccia a pezzi. E tutto questo non è servito assolutamente a nulla. Ho fatto uno dei miei migliori tempi, eppure non mi ha garantito la vittoria.

Vittoria che spetta a Eris Mitchell, la nuova arrivata.

Esco dall'acqua sfinita e subito cerco Bryant, che mi si avvicina e appoggia un'asciugamano sulle mie spalle per non farmi prendere freddo.

«Sono fiero di te, è andata benissimo.» Mi dà una pacca sulla spalla come segno di incoraggiamento e, nonostante i suoi occhi brillano di felicità per il mio tempo, io non sono per niente soddisfatta.

«Potevo fare meglio.» Afferro dalle sue mani la borraccia e bevo un sorso di powerade per evitare di finire a terra.

«Sei andata alla grande, ma adesso non perdiamo il focus e continuiamo ad allenarci. Cerchiamo di mantenere sempre lo stesso ritmo, sono sicuro che torneremo presto alla vittoria.» Bryant sa sempre come incoraggiarmi. Ha la capacità di comprendere i miei stati d'animo e le mie emozioni alla perfezione. Sa che adesso ho bisogno di focalizzarmi sulle prossime gare, sa che voglio migliorare i miei tempi e così faremo. Abbiamo più di un mese per allenarci per la prossima competizione e voglio restare concentrata al massimo.

Lo abbraccio frettolosamente, poi mi reco negli spogliatoi per poter fare una doccia veloce prima della premiazione.

Nonostante gli spogliatoi delle piscine della Columbia siano immensi, qui dentro aleggia un silenzio tombale, spezzato soltanto dalle grida dei tifosi che stanno assistendo alla gara maschile.

Mi tolgo il costume inzuppato d'acqua e subito entro nelle docce per potermi liberare dall'odore del cloro che impregna la mia pelle. Il getto d'acqua bollente scorre sul mio corpo, donandomi una sensazione di sollievo, contribuendo in questo modo a sciogliere i muscoli tesi.

«Mi avevano detto tutti di non sottovalutarti, anche fuori dall'università si parla della tua bravura.» La voce di Eris interrompe il mio momento di relax, post delusione.

Mi volto verso la sua direzione e riesco a intravedere la sua espressione compiaciuta mentre si massaggia i capelli pieni di schiuma.

«Non pensavo nuotassi anche tu.»

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