15} End-of-summer picnic

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🌻 SOLEIL 🌻


Oggi è il 4 settembre, manca poco al rientro in università, quindi Jacob mi ha proposto di andare a fare un picnic di fine estate.

Maya purtroppo non viene, perché deve studiare per gli esami, perciò saremo solo noi due.

Jacob mi ha già avvisato che avrebbe preso lui il necessario, perciò sono leggera.

🌹🖤🗡️

Sto camminando lungo la stradina sterrata sperando di non cadere, perché sto correndo, dato che sono, come sempre, in ritardo.
Oltre la staccionata i veicoli passano velocemente, creando un venticello leggero che con questo caldo è perfetto.

Indosso una camicetta azzurra a pois bianchi e lilla con una gonna in jeans e le scarpe da ginnastica bianche.

Finalmente arrivo al tavolo da picnic dove è seduto Jacob, mi guarda con uno sguardo quasi sognante.

«Buongiorno Giacobbe... Che bello, hai apparecchiato benissimo, e il cibo sembra delizioso!» non vedo l'ora di gustarmi quel panino con l'hot dog e senape.

«Grazie mille, ho anche portato loro...» prende e apre un Tupperware «Tada! I nostri preferiti.»
All'interno ci sono un paio di muffin al lampone, deliziosi.

«Davvero? Anche a te piacciono? Grandioso!»
«Eh, sì. Dai, iniziamo che poi si raffredda».

🌹🖤🗡️

Ho finito di addentare l'ultimo pezzetto di hot dog con senape, quando la mano di Jacob raggiunge il mio viso, vicino alla bocca.

Cosa?

Un brivido mi scende dal collo e raggiunge la vita. L'indice mi tocca il labbro inferiore e là vicino, spezzando poi il contatto. La magia è finita.
Mi ha pulito la bocca dal senape. Jacob mi ha toccato le labbra, con le dita.

Prima che la mia mente possa vagare chissà dove, lui interviene spiegando.
«Ti ho pulito, avevi del senape. Nulla di tragico, tranquilla» dice, notando la mia faccia imbarazzata.

Effettivamente non è successo nulla di eclatante ma è come se fosse successo qualcosa di estremamente particolare, e bello.

Finito il piccolo schock, bevo quel poco che è rimasto della mia Coca Cola.

🖤🥀🗡️

«Sole, aspetta. Non puoi tornare a casa così, vieni qua. Non hai visto quanto è chiara la tua pelle? Devi metterti la crema solare».

«Lo so benissimo. Appena torno a-»

«No no no, tu ora vieni qui. Fortunatamente l'ho portata. Te la spalmo io».

«Ehm... Okay...» Perché ho accettato? Non mi serve. Né la crema, né quel tocco di Jacob che mi manda in tilt. Non lo sopporto.

Troppo tardi per scappare, Jac mi ha già raggiunto.

Apre con un clack la bottiglietta di crema e fa scendere lentamente il contenuto sul suo palmo.
È così chiara quella pasta cremosa che sembra come trasparente.

Si strofina un paio di volte le mani e mi si avvicina. Il suo calore incontra la mia fredda e lattea pelle, con le mani mi massaggia in modo impeccabile ogni centimetro della mia pelle esposta al Sole. Prima le braccia, poi sale sulle spalle e il collo. Ha un tocco che mi fa quasi perdere i sensi.

No.
Soleil, non devi farlo. E sai benissimo perché.

Si stacca da me, ma torna subito a spalmare la crema più in basso, sulle gambe. Non dovrei, ma avverto un piacere mai provato.
Lui nel frattempo è tranquillo, di fronte a me guardandomi in faccia, mentre io sto andando a fuoco per un semplice "massaggio".

«Ho finito. Ora la tua pelle da civetta, o Barbagianni, è al sicuro. Ci tengo alla salute, ovviamente anche alla tua.»

«Ehm... Grazie. Ora però vado. Ci sentiamo, ciao».
«Ciao Sole».

Rosso amore, rosso dolore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora